Le innovazioni nella ricerca devono portare benefici anche nei Paesi meno sviluppati, ha detto il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ai partecipanti all’evento organizzato alla Casina Pio IV dalla Pontificia Accademia delle Scienze sul tema “Scienza e tecnologia quantistica: recenti progressi e nuove prospettive”. Dal 30 novembre al 2 dicembre esperti a confronto per parlare di tecnologie moderne, problemi del pianeta e questioni etiche
Christine Seuss e Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Scienziati di tutto il mondo, imprenditori, esperti di tecnologia e del mercato sono riuniti da oggi 30 novembre fino al 2 dicembre, in Vaticano, nella Casina Pio IV, per il workshop organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze sul tema “Scienza e tecnologia quantistica: recenti progressi e nuove prospettive”. Un ambito dal quale non sono escluse le zone povere del mondo, dice in un’intervista a Vatican News, il presidente Joachim von Braun, che spiega come tali aree “non sono trascurate quando si tratta di innovazioni”, sicché “anche le scoperte future andranno loro a beneficio”. L’incontro si è aperto con un intervento del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, il quale ha sottolineato anzitutto l’importanza del bene comune, precisando che la natura della fisica quantistica deve essere protetta affinché le opportunità che ne scaturiscono possano essere sfruttate per le persone di tutto il mondo. In secondo luogo, ha aggiunto il porporato, i Paesi poveri e le persone povere devono trarne vantaggio. L’accesso alle moderne opportunità tecnologiche deve, dunque, essere aperto, anche alle aree meno benestanti del Pianeta. Dunque “i prodotti che emergono dalla meccanica quantistica hanno implicazioni per la giustizia”, osserva Von Braun.
La fisica quantistica per il bene del Pianeta
Erwin Schrödinger, Max Planck e Niels Bohr, circa cento anni fa, erano membri della Pontificia Accademia delle Scienze e rappresentavano la “punta di diamante della fisica quantistica”, ricorda il presidente dell’organismo pontificio nato per promuovere il progresso della matematica, della fisica, delle scienze naturali e lo studio dei relativi problemi epistemologici. Anche Albert Einstein, sebbene non ne fosse membro, era in contatto amichevole con molti membri dell’Accademia. “È quindi con un certo orgoglio che celebriamo sia un evento commemorativo che una conferenza che analizza i successi già ottenuti nella fisica quantistica e nella meccanica quantistica e analizza le opportunità future della fisica quantistica”, afferma von Braun. Sono un’ottantina i partecipanti all’evento, molti dei quali si occupano di fisica pura, mentre altri di nuove applicazioni. “Tra loro, ad esempio, ci sono rappresentanti che hanno nella loro agenda applicazioni per la fisica quantistica, per la logistica, per le questioni sanitarie, per le questioni climatiche, ma anche per questioni di sistemi complessi come quello alimentare – specifica il presidente della Pontificia Accademia delle Scienze -. A noi interessa il collegamento tra ricerca di base e applicazione per il miglioramento delle condizioni di vita e dei problemi di salute della Terra”.
Fisici e filosofi
Anche i fisici, che partecipano come membri ai lavori della Pontificia Accademia delle Scienze, prendono parte ai lavori, “perché qui fisica, tecnologia, filosofia e religione vengono pensate insieme”, sottolinea von Braun. “È anche importante evidenziare che i pionieri della fisica quantistica non erano semplici tecnocrati che studiavano solo il movimento dei fotoni e degli atomi, per quanto incredibilmente rilevante possa essere tutto questo per la tecnologia moderna, come quella delle comunicazioni, quella che riguarda i nostri telefoni cellulari, che usiamo ogni giorno, gli schermi, e tutto ciò che ha a che fare con i laser. Erano anche filosofi”, precisa il presidente della Pontificia Accademia delle Scienze. Ad esempio Schrödinger, l’inventore dell’equazione che porta il suo nome, pensava fondamentalmente alla definizione e all’origine della vita, all’ingegneria genetica, in pratica, “ma anche all’anima e a cosa significa essere umani” ed era dell’opinione che l’uomo ha un’anima e che c’è un’esistenza di quest’anima senza e dopo la morte del corpo. “Ciò può sembrare strano in una comunità di fisici di altissimo livello, ma non è contraddittorio”.
Scienza e fede
Un secolo fa, con i suoi primi passi, la fisica quantistica – almeno in parte – “ha rovesciato il pensiero fondamentale della fisica tradizionale”, mentre nei successivi cento anni si è sviluppata ulteriormente in modo significativo, fa notare von Braun. “Nella nostra Accademia riteniamo importante essere aggiornati e alle frontiere della scienza di base, perché la scienza di base molto spesso produce nuove scoperte che, una volta chiariti i fenomeni scientifici fondamentali, diventano rapidamente rilevanti per la scienza applicata. E questo è anche il caso della fisica quantistica e della meccanica quantistica. Ciò che la meccanica quantistica fa è diventato estremamente rilevante per la vita di tutti i giorni”. Così come anche la scienza quantistica ha reso più chiari i limiti di ciò che può essere compreso scientificamente. Ma in tutto ciò, da dove viene la ricerca e consapevolezza di Dio? “La cosa potenzialmente divina nella fisica quantistica è che offre nuovi approcci alla coscienza, al pensiero sulla coscienza”, rivela il presidente della Pontificia Accademia delle Scienze. “La fisica quantistica e la ricerca sul cervello vengono riunite in questa conferenza – prosegue -. Non si tratta solo di meccanica quantistica, ma di questioni epistemologiche nell’area della coscienza che vogliamo vedere affrontate. In tutti i nostri sforzi scientifici, qui, colleghiamo la scienza ai problemi che l’umanità deve affrontare, alla filosofia e alla religione. Non vediamo alcun conflitto, nessuna opposizione, ma vediamo la complementarità tra scienza e fede”.
Formare perché il progresso non trascuri i più poveri
L’obiettivo è stare al passo con gli ultimi sviluppi scientifici, valutando in che modo possono essere utilizzati a beneficio dell’umanità, dice il fisico Vanderlei Salvador Bagnato, docente di scienza quantistica all’Università di San Paolo, in Brasile, e alla Texas A&M University, negli Stati Uniti, tra gli organizzatori della tre giorni alla Casina Pio IV. “La meccanica quantistica è uno degli sviluppi scientifici di maggior successo che abbiamo visto negli ultimi cent’anni, e ora sta diventando una tecnologia che può aiutarci in tantissime cose, come lo sviluppo di nuovi farmaci, nuovi computer, la possibilità di risolvere problemi oggi insoluti, di creare sensori che possono aiutare a rilevare malattie o addirittura i cambiamenti climatici” aggiunge. Si tratta di progresso scientifico che può aiutare l’umanità in molti modi, “ed quanto mai opportuno che la Pontificia Accademia delle Scienze sia coinvolta, consapevole di questo e racconti al mondo come la scienza può aiutarci a uscire dalle tante crisi che viviamo oggi”. Ma per la Pontificia Accademia delle Scienze è particolarmente importante che i “nuovi progressi” non allarghino il divario tra le società dei cinque continenti, per questo è necessaria una buona preparazione, in tan senso, di quanti sono impegnati in tale tecnologia. Il professor Bagnato ammette che si tratta di questioni che a volte non vengono facilmente recepite, e che è scomodo affrontare la povertà e la mancanza di istruzione. “Ecco perché vogliamo creare un documento che chiarisca l’importanza di tutto questo e il motivo per il quale le persone dovrebbero investire nell’istruzione su questo argomento – conclude lo studioso -. Perché quando arriverà la nuova tecnologia, vogliamo che tutti siano preparati a usarla bene”.