Il priore della Comunità ecumenica francese ha annunciato nei giorni scorsi che a dicembre lascerà l’incarico al suo successore, il britannico e anglicano frère Matthew: è stimolante che tanti giovani vengano da noi, ci sentiamo molto responsabili verso le nuove generazioni
Jean-Charles Putzolu – Città del Vaticano
“Ci pensavo da diversi anni. Il mondo sta cambiando molto”: frère Alois, priore della Comunità monastica ecumenica di Taizé da 18 anni, ha maturato così la sua decisione di lasciare la guida della realtà fondata da frère Roger, ucciso il 16 agosto del 2005, durante la preghiera serale, da una squilibrata. A Vatican News il monaco di origini tedesche spiega che nella comunità ci sono diversi “giovani fratelli che sono entrati e non hanno conosciuto frère Roger”. “Stiamo entrando – osserva – in una nuova fase della comunità. Due anni fa ne parlai con tutti i fratelli durante un Concilio. E per segnare questa nuova tappa, ho detto loro che sarebbe stato bene anche cambiare il priore”. Ad assumere la guida della Comunità di Taizè sarà frère Matthew, al secolo Andrew Thorpe, 58 anni, come ha annunciato lo stesso frère Alois in una nota ufficiale il 23 luglio scorso. Il passaggio di consegne avverrà il 3 dicembre, prima domenica di Avvento.
I fratelli di Taizé sono rimasti sorpresi da questo annuncio?
È stato un po’ inaspettato anche per loro, soprattutto perché non c’è un’urgenza. Ma ho pensato che fosse importante fare questo cambiamento proprio in questo momento. Sono stato il primo priore, dopo il fondatore, frère Roger, a passare il testimone. È importante farlo senza pressioni. I fratelli lo hanno compreso molto bene. Li ho consultati e ho nominato, come prevede il nostro regolamento, frère Matthew nuovo priore.
Lei è diventato priore in circostanze drammatiche. Ricordiamo l’assassinio di frère Roger che ha commosso il mondo, il 16 agosto 2005, era una situazione di emergenza. Oggi la comunità, dopo il suo fondatore, dopo il suo primo successore, entrerà in una dinamica, come fanno molte comunità, di cambiamenti al vertice?
Non abbiamo un limite di tempo per questo ministero, né un limite di età. Ma questo è un interrogativo che emergerà in futuro. La questione più profonda è come possiamo muoverci verso una più forte corresponsabilità di tutti i fratelli per portare avanti insieme decisioni importanti. Il nostro fondatore, frère Roger, ha avuto delle intuizioni profonde che abbiamo seguito. Ci ha lasciato un’eredità viva: rapporti fraterni tra di noi. Ora, per questo nuovo periodo, si tratta anche di porsi la domanda: ci sono le strutture necessarie all’interno della comunità per portare ancor più insieme questa corresponsabilità di tutti i fratelli? Sentiamo che dobbiamo vivere più sinodalità all’interno della nostra comunità.
Cosa conserva di questi 18 anni come priore della comunità ecumenica di Taizé?
Avverto una grande gratitudine. Sento che siamo stati davvero guidati dopo la morte di frère Roger. Che siamo stati guidati in una continuità. Siamo molto grati e molto stimolati dalla continua presenza e venuta di giovani qui. Questo mostra che qui trovano una fonte, e in un certo senso ciò va al di là di noi. Tutto quello che i giovani trovano qui ci chiama ad essere molto responsabili e attenti alle nuove generazioni.