Emozione e gratitudine dai parrocchiani di Gaza per la chiamata inaspettata, ieri sera, di Francesco. “Il Santo Padre ha voluto impartire la sua benedizione a tutti, ci ha assicurato che siamo nelle sue preghiera”, riferisce la religiosa che ha parlato direttamente con il Pontefice. “Offriamo le nostre sofferenze per la fine della guerra, per la pace, per la Chiesa e anche per il Sinodo”
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
“Il Papa ci ha assicurato che siamo nelle sue preghiere e che conosce la sofferenza che stiamo patendo”. È con emozione che suor Nabila Saleh, delle Suore del Rosario di Gerusalemme, racconta la telefonata del Papa, ieri sera, alla parrocchia latina di Gaza dove presta servizio. A parlare con Francesco è stata proprio lei: “Ha chiamato padre Yusuf che mi ha dato il suo telefono perché parlassi direttamente con il Pontefice visto che lui non parla bene l’italiano”.
Preghiamo continuamente il Rosario
“Il Santo Padre – spiega la religiosa – ha voluto sapere quante persone sono ospitate dentro le strutture parrocchiali. Ce ne sono circa 500, tra malati, famiglie, bambini, disabili, persone che hanno perso la casa e ogni avere. È stata una benedizione grande poter parlare con lui. Ci ha dato coraggio e sostegno nella preghiera. Gli abbiamo chiesto di fare un appello per la pace e gli abbiamo anche detto che offriamo le nostre sofferenze per la fine della guerra, per la pace, per i bisogni della Chiesa e anche per i lavori del Sinodo in corso. I nostri parrocchiani sono stati molto contenti, sanno che il Papa lavora per la pace e per il bene della comunità cristiana in Gaza ”.
Come vivete queste ore così drammatiche?
La situazione è molto difficile, ma ci sosteniamo l’uno con l’altro. C’è condivisione in tutte le cose. La gente accetta questa situazione e chiede al Signore che finisca presto.
La gente non perde la speranza e continua a pregare per la pace in questo momento?
Sì, con fede, con grande fede. Noi impariamo da loro. Ogni giorno abbiamo due Messe. Inoltre preghiamo sempre il rosario con i bambini e con le loro famiglie. Ieri sera abbiamo partecipato alla Santa Messa domenicale con il battesimo di un bambino: la mamma ha avuto paura che potesse accadere qualcosa di brutto e ha chiesto di battezzare il figlio. È stato un momento di resurrezione spirituale e di rinascita per tutti noi.
Qual’è la situazione in queste ore?
Ieri sera abbiamo vissuto un momento molto difficile con bombardamenti che si sono protratti per tutta la notte. Non abbiamo dormito neanche 5 minuti , fino a questa mattina.
E nella mattinata di oggi sono proseguiti i bombardamenti?
Solo fino alle otto, ora la situazione è più tranquilla. Ogni tanto passa qualche aereo da guerra, ma non è niente rispetto a ieri sera.
C’è un appello che lei si sente di levare attraverso i nostri microfoni a nome dei parrocchiani di Gaza?
Noi vogliamo la pace perché la guerra non fa bene a nessuno Vogliamo che finisca questa guerra durissima. Tante persone hanno perso i loro cari, le loro case e tutto ciò che hanno. Chiediamo giustizia: giustizia e pace. Anche il popolo palestinese ha diritto a vivere. Chiediamo di non castigare la popolazione a causa di un gruppo fanatico. E poi chiediamo che preghiate per noi.