Adélaïde Patrignani – Città del Vaticano
I preparativi per il Sinodo sulla sinodalità che si terrà a Roma nell’ottobre 2023,sono già iniziati. Il cammino sinodale sarà aperto solennemente in Vaticano, alla presenza del Papa il 9 e 10 ottobre prossimi, ma la riflessione su alcuni aspetti essenziali è già in corso. La spiritualità è uno dei temi basilari. Lo ricordava Papa Francesco il 30 aprile scorso, ricevendo in udienza una delegazione dell’Azione Cattolica italiana: “Dobbiamo essere precisi, quando parliamo di sinodalità, di cammino sinodale, di esperienza sinodale. Non è un parlamento (…) La sinodalità non è la sola discussione dei problemi, di diverse cose che ci sono nella società (…) Non può esistere sinodalità senza lo Spirito, e non esiste lo Spirito senza la preghiera”.
Suor Nathalie, qual è lo scopo di organizzare una giornata di studio e di riflessione sulla spiritualità della sinodalità? Esiste una sola spiritualità, o possiamo parlare di diverse spiritualità?
Ecco, questo è un aspetto da approfondire. L’idea era di partire dall’esperienza delle diverse spiritualità, visto che ci sono molte famiglie spirituali nella Chiesa, di analizzare il modo in cui ciascuna di queste famiglie spirituali viva il discernimento in comune, questa ricerca di comunione per la missione che è la sinodalità, e partendo da lì trovare i tratti comuni. E’ stata una giornata esplorativa: infatti, di fondamentale e veramente certo c’è che non esiste sinodalità senza spiritualità perché la sinodalità pone al suo centro il fatto di camminare insieme con Cristo e di ascoltare lo Spirito Santo. Questa dimensione spirituale è quindi davvero una dimensione essenziale della sinodalità che dobbiamo continuare ad approfondire.
Esiste una commissione sulla spiritualità? E quale sarà il ruolo della spiritualità nel camino sinodale verso l’assemblea del 2023?
Per preparare il prossimo Sinodo sono state messe in campo quattro commissioni: una per la teologia, una per la metodologia, una appunto per la spiritualità – che è in via di costituzione e la giornata del 1 luglio aveva proprio lo scopo di avviarne i lavori – e poi ci sarà anche la commissione sulla comunicazione. Tutto questo è volto a sostenere l’intero cammino sinodale, l’intero processo ai diversi livelli, affinché sia vissuto e proposto come un percorso spirituale. Il ruolo della commissione rappresenta certo l’asse centrale della sinodalità – che è la spiritualità – perché non può esserci sinodo senza cammino spirituale. E’ veramente un cammino di ascolto dello Spirito Santo.
Qual è il rapporto tra le congregazioni storiche fondate nel corso del XIX secolo e i nuovi movimenti ecclesiali e laici? Come si integrano, e quale sarà il loro contributo al prossimo Sinodo?
Per tutto l’arco della Storia, l’azione dello Spirito Santo è stata creativa e la Chiesa è ricca di una grande diversità di esperienze, di comunità, alcune delle quali hanno secoli di vita. Poi, dopo il Concilio Vaticano II, c’è stato pure l’emergere – grazie al soffio dello Spirito Santo che fa nascere i carismi – di nuove comunità. Per quanto riguarda il Sinodo, tutto il popolo di Dio in tutta la sua diversità è invitato a partecipare. La consultazione avviene in particolare attraverso le diocesi, le conferenze episcopali ma anche le realtà di vita consacrata, i movimenti di laici e le nuove comunità riconosciute.