Nella terza giornata di lavori all’Asemblea continentale in corso a Suva, nelle isole Fiji, la sottosegretaria del Sinodo dei Vescovi ha parlato di come “Diventare una Chiesa più sinodale”: la comunità ecclesiale ha aspetti che perdurano nel tempo e nello spazio, ma si adegua restando sempre fedele alle sue origini. Occorre mettere in pratica il Concilio Vaticano II
Sr Bernadette Mary Reis e Tiziana Campisi – Città del Vaticano
La sinodalità, la cura dell’oceano e la formazione per la missione: di queste sfide pastorali ha discusso oggi a Suva, capitale delle isole Fiji, l’Assemblea sinodale continentale dell’Oceania. Nel terzo giorno dei lavori, aprendo la sessione mattutina, monsignor Peter Chong Loy, arcivescovo di Suva, ha detto che i temi sono stati segnalati dalle quattro conferenze dei vescovi dell’Oceania – che insieme costituiscono una Federazione – come argomenti importanti su cui riflettere insieme.
La sinodalità si impara insieme
Sule tema della sinodalità, suor Nathalie Becquart ha tenuto una relazione su come “Diventare una Chiesa più sinodale” e ha spiegato che la sinodalità può essere paragonata a una persona che matura col tempo, ma che rimane tale nella sua identità. La religiosa ha aggiunto che la sinodalità si impara solo facendola insieme e che essa riguarda l’identità della Chiesa. Pertanto, per questo si può dire che tema dell’attuale sinodo è proprio l’identità della Chiesa. “Voi siete in prima linea nella sinodalità” ha detto suor Nathalie ai vescovi presenti all’assemblea usando poi una metafora per far capire che la sinodalità è una visione dinamica, e non statica, della Chiesa nella storia, proprio come il mare che è uno spazio mutevole e in movimento, anche quando è tranquillo, e quindi le persone corrono dei rischi quando lo attraversano, per questo occorre capire come mantenere l’equilibrio per sopravvivere. Suor Nathalie ha aggiunto che la Chiesa ha aspetti che perdurano nel tempo e nello spazio, ma che si adegua con la guida dello Spirito Santo, restando, però, sempre fedele alle sue origini. E così come esiste una “centralità dell’esperienza” dell’essere discepoli di Cristo, così ogni cristiano battezzato è chiamato a vivere il proprio incontro con Cristo.
Abbracciare lo stile sinodale di Gesù
La sinodalità “è il modo di essere Chiesa oggi”, ha evidenziato suor Nathalie, richiamando al Concilio Vaticano II e chiarendo che la “Chiesa risponde alla chiamata di Dio” in ogni tempo e luogo e che in questo senso vive un’esperienza del mistero pasquale, mentre la sofferenza e l’affrontare difficoltà sono un aspetto della sinodalità. “Diventare una Chiesa sinodale significa abbracciare lo stile sinodale di Gesù – ha proseguito la religiosa – soprattutto in questa strada verso Emmaus”. E tornando all’immagine dell’oceano suor Nathalie ha precisato che l’ascolto dell’oceano e la risposta ai suoi movimenti sono essenziali per ogni skipper. “La sinodalità manifesta il carattere pellegrino della Chiesa – ha continuato suor Nathalie -. L’immagine del Popolo di Dio raccolto tra le nazioni esprime il suo carattere sociale, storico e missionario, che corrisponde alla condizione e alla vocazione di ogni persona umana come mediatore”.
Mettere in pratica l’ecclesiologia del Concilio Vaticano II
L’invito alla Chiesa di oggi è di adottare la sinodalità come modo per impegnarsi nel mondo, ha rimarcato, poi, suor Nathalie affermando che “la sinodalità è il Concilio Vaticano II in una parola”, come diceva un teologo australiano. “Quello che stiamo facendo – ha proseguito – non è altro che abbracciare l’ecclesiologia del Concilio Vaticano II, metterla in pratica e continuare la ricezione in corso del Concilio Vaticano II”. Il fulcro della sinodalità, come espresso dal Concilio Vaticano II, si trova nella “nostra comune chiamata come battezzati”. La Chiesa ha infatti compreso che lo Spirito Santo non parla solo “alla gerarchia, ma a tutti i battezzati e a tutte le persone di buona volontà”. Ma non si tratta, ora, di “sopprimere la gerarchia”, la sinodalità è “trovare un nuovo modo di articolare, collegialità e sinodalità”; articolare il principio gerarchico costitutivo della Chiesa, che c’è fin dall’inizio, con il principio sinodale che è il primo. “Siamo una comunità, tutti insieme, come un corpo, e lo stiamo reimparando – ha rilevato suor Nathalie – e non è affatto facile. Ci sono tante sfide da affrontare, ma sappiamo che Gesù Cristo è con noi e ci chiama a fare questo viaggio”.