Chiesa Cattolica – Italiana

Sudan, i missionari salesiani si stringono intorno alla popolazione

Nel Paese africano, dichiarata sospesa la tregua mai rispettata tra le forze in conflitto. I religiosi rimangono in una situazione di pericolo accanto a parrocchiani e collaboratori e hanno attivato un servizio di assistenza alle famiglie che chiedono protezione e assistenza per cibo e ricoveri temporanei

Vatican News

La battaglia a Khartoum, capitale del Sudan, si è intensificata e negli scontri, con bombardamenti aerei e artiglieria pesante in mezzo ai quartieri residenziale, si sono registrati 18 morti e 106 feriti tra i civili, secondo un comunicato del comitato dei medici. Un dirigente del programma alimentare mondiale (PAM) ha denunciato inoltre che miliziani del pronto intervento si sono impossessati, con la forza militare, di 20 mila tonnellate di aiuti umanitari destinati alla popolazione della città di Al-Ubayyid. In questo contesto di pericolo e precarietà i missionari salesiani hanno deciso di rimanere accanto alla popolazione nella capitale e a El-Obeid. Dopo quasi 50 giorni dallo scoppio della guerra tra forze armate sudanesi (SAF) e le forze di supporto rapido (RSF) restano a Khartum e a El-Obeid per condividere la nuova difficile quotidianità insieme con i parrocchiani e con i collaboratori, per alimentare la speranza di pace.

“Quando sono scoppiate le prime bombe, sabato 15 aprile, la struttura dei missionari salesiani a Khartum si è trovata a metà strada fra le linee dei due fronti”, riporta la nota pervenuta all’Agenzia Fides. Un ordigno è caduto nei laboratori della scuola di formazione professionale San Giuseppe, per fortuna in un momento in cui gli allievi erano altrove”, ha riferito il direttore della struttura, don Jacob Thelekkadan. Messi in salvo i ragazzi, i religiosi hanno subito attivato un servizio di assistenza alle famiglie che il giorno stesso hanno iniziato a chiedere protezione e assistenza per cibo e, in qualche caso, un ricovero temporaneo. Tutti in Sudan auspicano un cessate il fuoco durevole che consenta di rimpiazzare le riserve alimentari, di riconnettere le reti idriche e di energia, di consentire i corridoi umanitari che preservino la popolazione dallo scontro armato fra i due eserciti.

L’arcivescovo di Khartoum, Michael Didi Agdum Mangoria, ha invitato alla preghiera “affinché il buon senso possa prevalere da entrambe le parti”. Il Sudan ha tre presenze salesiane con oltre trent’anni di vita. Il Centro di Formazione Professionale San Giuseppe nella zona industriale di Khartoum, con oltre 500 studenti. La parrocchia ‘San Giuseppe’, a circa 27 chilometri a sud di Khartoum, con oltre 6 mila fedeli. Il Centro di Formazione Professionale “Don Bosco” di El Obeid, a circa 500 chilometri da Khartoum, con più di 400 studenti.

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