Roberta Barbi – Città del Vaticano
Sono le migrazioni la nuova sfida globale da affrontare: questo il pensiero espresso da monsignor Buti Tlhagale, arcivescovo di Johannesburg e responsabile della Pastorale per i Migranti e Rifugiati della Conferenza episcopale sudafricana, durante un’omelia davanti ai partecipanti riuniti in un workshop sul tema, come specificato dal sito dell’Episcopato locale.
Il lavoro pastorale come nuovo territorio missionario
Il presule ha parlato di “nuovo territorio missionario” per il tema pastorale dei Migranti e dei Rifugiati, notando come questa importante sfida si faccia più pressante di molte che comunque, ancora permangono, e ha fatto alcuni esempi sparsi: la comunità Rohingya che si muove tutta insieme, l’afflusso di migranti in un Paese piccolo come il Libano, i movimenti in Sudan, la situazione in Bielorussia e i movimenti di persone dal Sud America che cercano di entrare negli Stati Uniti. “Vivono e dormono all’aperto – ha aggiunto l’arcivescovo – è per questo che diciamo che i migranti e i rifugiati sono il nuovo territorio missionario dei nostri giorni”.
In Avvento accogliere i migranti come accogliamo Cristo
Oltre alle azioni concrete, il presule ricorda quanto sia importante e necessaria la preghiera in risposta alla situazione di migranti e rifugiati: “Che Dio Onnipotente ci dia la forza di volontà per fare loro del bene, la forza di vedere questa grande sfida – ha detto – stiamo per celebrare l’Avvento: speriamo che Cristo ci trovi desiderosi di accoglierlo e così, preghiamo affinché anche noi siamo desiderosi di accogliere i visitatori, i migranti e i rifugiati nella nostra comunità”. “Abbiamo bisogno di pregare Dio perché sia generoso nell’accrescere il nostro amore; un amore che non sia selettivo; un amore che accetti un altro essere umano – ha sottolineato – pregare che Dio rimuova gli ostacoli che ci impediscono di ricevere gli altri, per poter accettare chi ha bisogno e chiede semplicemente di essere riconosciuto come persona”.
In ogni parrocchia ci saranno incaricati all’accoglienza
Sul piano pratico dell’accoglienza a migranti e rifugiati, l’arcivescovo di Johannesburg ha detto che in ogni parrocchia ci dovranno essere figure di riferimento: “La nostra più grande missione sarà quella di avere in ogni parrocchia persone dedicate a questa nuova missione – ha osservato – perché i conflitti si verificano al livello delle singole comunità, non negli uffici amministrativi del governo di Pretoria e Città del Capo”. Il presule si riferisce alla necessità di porre in atto una decisione presa nel 2019 dalla Conferenza episcopale sudafricana, di nominare nelle parrocchie una persona di contatto per i migranti e i rifugiati, e di sviluppare una rete diocesana, metropolitana e nazionale, con programmi di formazione e addestramento per coloro che si impegnano nel ministero dei migranti e dei rifugiati.
L’importanza dell’ascolto
Al workshop in corso, tra i rappresentanti diocesani della pastorale, ha partecipato anche lo scalabriniano padre Eduardo Gabriel, che nel suo intervento ha ricordato alla platea il primo viaggio di Papa Francesco a Lampedusa, in Italia, in cui il Santo Padre ha dimostrato con azioni concrete quanto sia importante che i migranti e i rifugiati si sentano accolti e ascoltati, affinché si sia davvero in grado di aiutarli. Tra le sfide emerse ancora da affrontare sul tema dell’immigrazione, i partecipanti hanno evidenziato il problema della criminalità legata ad alcuni contesti migratori e la necessità di trovare un metodo efficace per l’acquisizione dei dati dei bambini senza documenti, apolidi, e che restano esclusi dal sistema scolastico.