Paul Samasumo e Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
“Molto spesso, il lavoro di un vescovo è frainteso, specialmente dalla nostra gente. Molti vedono il vescovo come un grande uomo. Proprio come si vede un generale dell’esercito o un ministro… Credetemi, non sarete niente quando diventerete un vescovo. Guardate me. Vi sembro un uomo ricco? E sono vescovo dal 1975. Si potrebbe pensare che ormai, con una così lunga esperienza, quest’uomo abbia molti soldi, molte case o automobili. Invece Gesù ci ha detto che non è per questo che siamo qui”. È questo uno dei passaggi centrali dell’omelia pronunciata dal cardinale Gabriel Zubeir Wako, arcivescovo emerito di Khartoum, durante la cerimonia di ordinazione del nuovo vescovo di Rumbek, monsignor Christian Carlassare. “L’unica cosa che avrai da me – ha detto il porporato – è questa: Che il Signore ti benedica per aver accettato la sua chiamata”.
Il cardinale Wako: grazie per essere vescovo qui
“Un vescovo – ha spiegato il cardinale Wako rivolgendosi ai fedeli – ha bisogno di persone che lo aiutino. I vescovi hanno bisogno di sostegno, e questo sostegno siete voi. Sostenete i vostri vescovi in modo che loro sostengano i poveri tra di voi”. Rivolgendosi direttamente a monsignor Carlassare, il porporato ha infine affermato: “Hai scelto di essere un vescovo qui. Grazie”.
Accanto al popolo di Rumbek
La cerimonia di ordinazione, che sarebbe dovuta avvenire lo scorso anno, è stata posticipata a causa della lunga riabilitazione dopo l’aggressione subita dal missionario comboniano, nella sua residenza, nella notte tra il 25 e il 26 aprile 2021. Le prime parole di Carlassare dopo l’attentato nel 2021 sono state: “Perdono chi mi ha sparato”. In quell’occasione il missionario italiano ha anche esortato alla preghiera non per lui, ma per la gente di Rumbek: “un popolo – ha detto – che soffre più di me”. Padre Christian è il vescovo italiano più giovane al mondo, posto alla guida di una diocesi che fu quella anche di un altro missionario comboniano, padre Cesare Mazzolari, morto nel 2011 pochi giorni prima della dichiarazione di indipendenza del Sud Sudan. Da quel momento, la diocesi di Rumbek era rimasta sede vacante.