Striscia di Gaza sotto assedio. Attacchi israeliani nella notte

Vatican News

Le forze israeliane continuano l’assedio alla Striscia di Gaza in attesa dell’attacco totale alla regione. Intanto cresce il bilancio delle vittime, mentre la diplomazia lavora per una tregua e per salvare gli ostaggi

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

L’esercito israeliano opera soprattutto di notte per colpire la Striscia di Gaza, già totalmente isolata dal punto di vista energetico. L’unica centrale elettrica ha terminato ieri di funzionare per mancanza di carburante e tutta la regione è al buio. 50 morti e 280 feriti, questo il bilancio delle vittime della notte appena trascorsa. Nella città di Gaza macerie ovunque. Il bilancio totale delle vittime è sempre più drammatico: 1300 i morti da parte israeliana causati dal raid di Hamas, 1200 quelli da parte palestinese in seguito alla controffensiva israeliana. Il governo del premier Benjamin Netanyahu cerca di aggregare le forze politiche dopo il micidiale attacco del movimento di Hamas di sabato scorso. Si tratta di un esecutivo di unità nazionale che dovrà portare a compimento l’avanzata militare contro la Striscia di Gaza.

Preoccupazione per gli ostaggi

Il presidente americano, Joe Biden, esorta Israele a rispettare il diritto di guerra nell’assedio alla regione. E Israele e Hamas di fatto sembra stiano mettendo a punto le strategie dei prossimi giorni. Il movimento fondamentalista islamico, di fronte all’imminente attacco israeliano, minaccia di uccidere uno per uno gli ostaggi nelle sue mani, circa 150. E in proposito i media israeliani smentiscono la liberazione di tre ostaggi annunciata da Hamas, mentre una canadese sarebbe stata brutalmente uccisa vicino al confine con la Striscia. La notizia è stata data dalla comunità ebraica di Ottawa.

Blinken in Israele

La diplomazia internazionale, intanto, è al lavoro per evitare un conflitto che sarebbe catastrofico. Domani visita in Israele del segretario di Stato americano, Anthony Blinken, che incontrerà anche il presidente Abu Mazen, altra anima, in Cisgiordania, della complicata realtà palestinese. Anche Egitto e Turchia tentano la mediazione, soprattutto per provare ad arrivare ad una tregua e salvare gli ostaggi.