Chiesa Cattolica – Italiana

Strage terroristica in Niger: colpiti due villaggi

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Fra il Sahara e il Sahel, in un mondo senza confini. Almeno per i jihadisti che imperversano e che questa volta hanno colpito due villaggi in Niger nella regione sud-occidentale di Tillabéri, un imbuto di deserto tra il Mali e il Burkina Faso. Si tratta del remoto villaggio di Tchombangou e di quello di Zaroumdareye. In pieno giorno hanno visto arrivare la violenza su un centinaio di moto: uomini armati – provenienti dal Mali – hanno ucciso decine e decine di persone rincorrendole nelle loro case. E pensare che proprio per motivi di sicurezza le moto in quella regione sono vietate. Hanno seminato quel terrore che da anni accompagna i traffici di esseri umani, di armi, di droga tra il Mali, il Niger e il Burkina Faso. Nel 2019 hanno contato circa 4.000 morti proprio per atti di terrorismo, secondo una stima dell’Onu. La violenza è diffusa quanto l’instabilità politica e le povere condizioni di vita: i feriti sono stati portati in due ospedali: a Ouallam e nella capitale Niamey, entrambi a 120 chilometri di distanza.

In piena fase elettorale 

Proprio in questi giorni il Niger ha iniziato il conteggio dei voti dopo il primo turno delle presidenziali tenutosi domenica 27 dicembre, che potrebbe portare nel Paese la prima transizione pacifica del potere dalla sua indipendenza dalla Francia, nel 1960. Quasi 7,5 milioni di nigerini hanno votato per scegliere il successore del presidente Mahamadou Issoufou, che ha consegnato le dimissioni dopo due mandati quinquennali alla guida del Paese, di circa 23 milioni di abitanti. I risultati sono attesi entro cinque giorni e potrebbero essere necessarie due settimane per la loro ufficializzazione da parte della Corte costituzionale. Poi si svolgerà il secondo turno.

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