L’iniziativa del Governo Sunak, definita Stop the Boats, è stata bocciata anche dalle organizzazioni umanitarie e dalle Nazioni Unite. William Neal, responsabile del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati del Regno Unito: “Come individui e come Chiesa dobbiamo essere al fianco di coloro che fuggono dalle persecuzioni”
Linda Bordoni e Andrea De Angelis – Città del Vaticano
La Gran Bretagna ha definito i dettagli di una nuova legge che impedisce l’ingresso dei richiedenti asilo che arrivano su piccole imbarcazioni attraverso la Manica. Il premier britannico Rishi Sunak ha reso questa una delle cinque priorità del suo Governo, ma la campagna definita “Stop the Boats” è stata immediatamente considerata disumana dalle organizzazioni umanitarie ed anche le Nazioni Unite hanno affermato che si tratta di una chiara violazione del diritto internazionale.
Cosa prevede la norma
La nuova legge sulla migrazione illegale impedirà a chiunque giunga in Gran Bretagna in questo modo di chiedere asilo e porterà la persona migrante ad essere espulsa nel Paese d’origine o in Paesi terzi cosiddetti “sicuri”. Secondo i dati del governo del Regno Unito, circa 45mila persone hanno attraversato la Manica su piccole imbarcazioni nel 2022, con un aumento del 60% rispetto al 2021. La proposta del Governo Sunak arriva mentre l’Europa prosegue nel tentativo di trovare una soluzione per arginare l’arrivo di migranti nel continente, nonostante l’appello delle organizzazioni umanitarie per la creazione di rotte sicure e accessibili, si pensi ai corridoi umanitari, che eviterebbero tragedie, come quella della scorsa settimana in Italia, quando almeno 73 persone, tra cui numerosi bambini, provenienti da Afghanistan, Somalia e Siria sono morti in un naufragio a Cutro, in Calabria.
L’accordo tra Londra e Parigi
Il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico hanno annunciato un nuovo centro di detenzione per migranti nel nord della Francia, nell’ambito delle nuove iniziative per far fronte al fenomeno degli attraversamenti irregolari della Manica. “Noi – ha detto Sunak nella conferenza stampa congiunta al termine del vertice – annunciamo un nuovo centro di detenzione nel nord della Francia, un nuovo centro di comando che riunirà per la prima volta le nostre squadre e 500 nuovi agenti che pattuglieranno le spiagge francesi”. Fra le altre iniziative del dispositivo, nuovi droni e tecnologie di sorveglianza “per aumentare i livello di intercettazione” ha aggiunto Sunak. Sollecitato dai giornalisti, il premier britannico ha definito la nuova legge del suo Paese “dura, ma giusta”, ribadendo che la questione migratoria è “un problema che riguarda tutti”.
Unhcr: questo è un “divieto d’asilo”
Il progetto di legge sui migranti proposto dal governo del Regno Unito guidato dal premier Rishi Sunak si tradurrebbe in un “divieto di asilo” de facto, ha affermato questa settimana l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. Se adottato, il nuovo disegno di legge negherebbe il diritto di chiedere protezione di rifugiati, alle persone che arrivano irregolarmente nel Regno Unito, come coloro che rischiano la vita per attraversare la Manica su piccole imbarcazioni. “Questa sarebbe una chiara violazione della Convenzione sui rifugiati e minerebbe una tradizione umanitaria di lunga data di cui il popolo britannico è giustamente orgoglioso”, ha dichiarato l’UNHCR guidata dall’Alto Commissario Filippo Grandi. Il Regno Unito è uno dei firmatari originali della Convenzione sui rifugiati del 1951, che riconosce che i rifugiati potrebbero dover entrare in un paese di asilo in modo irregolare.
Sfollati con la forza
William Neal, responsabile del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati del Regno Unito, spiega a Radio Vaticana – Vatican News che la nuova misura del Governo Sunak punisce di fatto i rifugiati, che si ritroverebbero così ad essere sfollati con la forza. “In sostanza – sottolinea – si tratta di un’ulteriore misura del governo britannico che cerca di dissuadere le persone dall’arrivare nel Regno Unito attraverso la Manica con piccole imbarcazioni”, aggiungendo che le autorità stanno escogitando modi per processare ed espellere rapidamente coloro che arrivano dal mare “nel tentativo di dissuadere le persone dal compiere la traversata”.
Il piano Ruanda
Le persone migranti, compresi i rifugiati, rischiano così di essere arrestate. “I loro diritti, nei primi 28 giorni di detenzione, saranno – prosegue Neal – relativamente limitati per impedire che facciano richiesta di asilo mentre sono detenuti”. Secondo il responsabile del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati del Regno Unito, probabilmente “il Ministero degli Interni cercherà di trasferire queste persone o nel loro Paese d’origine o in quello che definiscono un Paese terzo ‘sicuro’, anche se non è ancora stato reso noto quali siano questi Stati, a parte il piano dello scorso anno per il Ruanda, che è bloccato nei tribunali del Regno Unito da molti mesi”. Il piano, annunciato ad aprile e dichiarato legittimo nel dicembre 2022, prevede che le persone che arrivano nel Regno Unito senza un visto o un altro permesso di ingresso nel Paese vengano inviate in Ruanda per far sì che la loro richiesta di asilo venga esaminata e decisa nello Stato africano.
Non punire chi fugge
“Ovviamente – osserva Neal – le persone migranti prendono decisioni terribilmente difficili, che mettono a rischio le loro vite per cercare rifugio, consapevoli che sia molto rischioso attraversare la Manica, così come il Meditteraneo. Non possiamo dimenticare che per chi è perseguitato non c’è soluzione: se la tua casa è in fiamme, la scelta tra fuggire o rimanere è una non scelta”. La soluzione dunque è far sì che uomini, donne e bambini “possano viaggiare in sicurezza verso un Paese in cui trovare rifugio, per stabilirsi”. Diventa allora fondamentale comprendere come “la questione è annosa e durerà ancora a lungo, richiede cooperazione tra gli Stati e non può sicuramente essere risolta punendo le persone che sono costrette ad abbandonare la propria casa”.
L’importante ruolo della Chiesa
Papa Francesco ha più volte chiesto di accogliere questi fratelli e sorelle, proteggendoli ed integrandoli e la Chiesa in Europa ritorna puntualmente sulla questione dell’accoglienza. Quella del Papa “è una voce assolutamente importante e – sottolinea Neal – più le nostre comunità parlano a nome di chi fugge, più portiamo e costruiamo solidarietà”, perché dinanzi a quelle che sembrano “forze ostili, non accoglienti”, ecco emergere “quelle comunità di protezione e integrazione, di sostegno e solidarietà con le persone che migrano, esse esistono e sono là fuori”. Questa legge nel Regno Unito, e altre politiche simili in via di definizione in tutta Europa, ci chiamano allora “come individui e come Chiesa ad essere al fianco di coloro che fuggono dalle persecuzioni e che stanno emigrando”.