Luca Collodi – Città del Vaticano
A spoglio ancora in corso negli Stati Uniti per le elezioni di ‘midterm’, i Repubblicani avanzano alla Camera (199 contro 172 seggi), mentre il Senato resta in bilico con, al momento, i Repubblicani in vantaggio di un seggio (47 a 46). Per il Senato, Wisconsin e Alaska dovrebbero andare ai Repubblicani mentre l’Arizona ai democratici, mentre la Georgia, per una legge locale che regola il voto, andrà al ballottaggio entro i primi di dicembre dal momento che nessun candidato ha superato il 50% dei consensi.
La situazione alla Camera e al Senato
Non c’è stata l’ondata ‘rossa’ favorevole ai repubblicani, come indicavano i sondaggi della vigilia, tuttavia l’attuale presidente Biden rischia di non avere più la maggioranza al Congresso. Attualmente, infatti, entrambi i rami del Congresso sono a maggioranza democratica. I Repubblicani sono ora in vantaggio alla Camera, mentre al Senato l’esito finale sarà deciso a dicembre, quando si voterà, molto probabilmente, il ballottaggio in Georgia, dove un ex campione afroamericano di Football, Hershel Walker, repubblicano, sfida il reverendo Raphael Warnock, democratico, diventato due anni fa il primo senatore afroamericano eletto in Georgia.
Le parole di Trump e Biden
I cittadini americani hanno rinnovato metà del Congresso. Si vota per l’intera Camera dei Rappresentanti ma solo un terzo del Senato, oltre ai governatori di 36 dei 50 Stati Usa. Il voto viene considerato un “banco di prova” per il presidente in carica che, come successo in passato, potrebbe trovarsi a governare nei due anni che restano del suo mandato in un Parlamento controllato dall’opposizione repubblicana. Biden, ha invitato gli elettori democratici ad andare a votare in massa “per difendere la democrazia”, mentre Trump ha dichiarato di voler fare “un grande annuncio il 15 novembre prossimo”.
I risvolti economici
Intanto gli indici della borsa di Wall Street sono in rialzo. Secondo molti analisti, il mercato potrebbe approvare un Congresso diviso o a maggioranza repubblicana, uno stallo che nella storia della borsa americana garantisce guadagni sugli indici che potrebbero così evitare provvedimenti finanziari non graditi ai giochi di borsa.