Chiesa Cattolica – Italiana

Stati Uniti, Biden chiede sostegno al maxi piano di investimenti

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

Approvato dal Senato lo scorso mese, il maxi piano di investimenti in infrastrutture dell’amministrazione Biden giunge ora alla prova del Congresso, dove gode sì di un sostegno bipartisan, purché non sia affiancato da un ulteriore piano di sostegno alla classe media – la cui portata economica supera quella relativa alle infrastrutture – che la Casa Bianca sembra pronta a difendere ad ogni costo. Sono 3,5 i trilioni di dollari funzionali a far ripartire l’economia statunitense, messa alla dura prova dalla pandemia di Covid-19. Parte di questi verranno finanziati però con un aumento delle tasse ai cittadini più ricchi, un punto questo su cui i repubblicani mostrano la loro ferma opposizione. 

Biden chiede un sostegno comune 

La Casa Bianca non fa marcia indietro, anzi rilancia e chiede alle forze politiche di sostenere il maxi piano di investimenti, non solo la parte relativa alle infrastrutture. Il presidente Joe Biden nella giornata di ieri ha difeso entrambi i piani, sottolineando l’importanza dell’ampio voto favorevole ottenuto lo scorso mese al Senato. Sempre ad agosto, la Speaker democratica della Camera, Nancy Pelosi, aveva detto che non avrebbe accettato il piano sugli investimenti senza il pacchetto da 3,5 trilioni di dollari che affronta anche la lotta alla povertà, il cambiamento climatico, la spesa sanitaria e quella per l’educazione. In particolare il sostegno all’infanzia è tra le voci centrali del progetto di ripartenza, volto ad affrontare anche la questione demografica. 

Gli investimenti nelle infrastrutture

L’unità di intenti tra le forze politiche è assicurata, dunque, almeno per quanto riguarda i finanziamenti alle infrastrutture.  Previsti investimenti per 65 miliardi di dollari al fine di espandere la banda larga consentendo l’accesso ai 30 milioni di americani che vivono nelle cosiddette “aree bianche”. Sono 110 i miliardi destinati alla rete stradale e autostradale. L’amministrazione federale ha deciso di stanziare inoltre 40 miliardi per la ristrutturazione delle reti viarie e 16 miliardi per la realizzazione di maxi-progetti. Altri 39 miliardi saranno dedicati al trasporto pubblico, mentre ad Amtrak, il principale operatore ferroviario, saranno destinati 66 miliardi di dollari sia per l’alta velocità che per il potenziamento dei servizi. Allo sviluppo dell’auto elettrica saranno devoluti 7 miliardi per la creazione di mezzo milione di posti di ricarica. Sono infine 42 i miliardi di dollari destinati a porti ed aeroporti. 

Pandemia e ripartenza 

Quali, dunque, le ragioni di un piano così importante d’investimento? Un tentativo di ripartire dalla politica interna dopo la crisi afgana, così come una risposta alle emergenze legate alla pandemia? “Ci sono entrambi gli elementi, ma soprattutto il secondo: allo choc della pandemia, ne deve corrispondere uno contrario fatto appunto di investimenti”. Lo afferma, Francesco Bonini, rettore della Lumsa:

Ascolta l’intervista a Francesco Bonini

“Questa necessità, con le dovute proporzioni, vale anche per altri Stati, compresa l’Italia, e dunque pure per gli Stati Uniti alle prese con la necessità di reindirizzare le politiche interne. Si cominciano infatti a vedere le conseguenze – prosegue – di una lunga stagione in cui il ceto medio è stato messo duramente alla prova, ampliando le differenze. Occorre una sorta di riaccentramento, che può essere naturalmente favorito da un investimento di tale portata”. 

Il nodo delle tasse

In tempo di pandemia è pensabile un’unità d’intenti delle forze politiche, anche quando si parla di aumento delle tasse ai più ricchi? “Questo è un tema che polarizza la politica americana da decenni, si pensi al caso di Bush padre che non fu rieletto per aver agito in tal senso”, sottolinea Bonini. Secondo il rettore della Lumsa è dunque “difficile pensare ad un ripensamento del partito repubblicano”, anche se l’eccezionalità del momento potrebbe portare a “varie forme di negoziazione che mettano al centro la priorità di investimenti sia a favore del ceto medio che delle infrastrutture”. Anche perché “gli Stati Uniti hanno bisogno di restare competitivamente all’avanguardia, visto che – aggiunge – gli altri grandi blocchi regionali, a partire dall’Europa, in questo momento stanno investendo, sanno che devono investire”. 

La questione demografica

Nel piano è prevista anche una cifra importante per il cosiddetto sostegno all’infanzia. Quanto è centrale questo tema, pensando anche alla questione demografica? “Credo sia fondamentale farlo per la tenuta complessiva della società, dove sono sempre più le famiglie disgregate”, evidenzia il rettore della Lumsa, altrimenti “il rischio sono sacche di vera marginalizzazione e povertà”. 

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti