Marina Tomarro – Città del Vaticano
È ricordata come la Pasqua di sangue quella del 2019 in Sri Lanka. Ad essere presi di mira dai kamikaze furono tutti obiettivi di facile bersaglio e simbolicamente importanti, in un momento in cui le azioni terroristiche sembravano solamente il ricordo di un conflitto ormai finito: gli alberghi, come luoghi primari di raccordo con il mondo della realtà isolana, che stava recuperando investimenti e turismo, e le chiese, perché espressione di una minoranza pacifica e integrata, quella cristiana, pari all’otto per cento della popolazione, ma associata dalla propaganda del terrorismo agli interessi dell’Occidente.
Il dolore della Chiesa per le vittime
Anche Papa Francesco, nella benedizione Urbi et Orbi di quella Pasqua, ricordò le vittime del tremendo atto terroristico. E quella catena di attentati, la peggiore aggressione terroristica della storia del Paese, indipendente dal 1948, ha suscitato non soltanto dolore, rabbia e terrore, ma anche tanti interrogativi sulle ragioni e sui protagonisti. Domande rimaste ancora oggi senza una risposta sicura. La Chiesa locale ha chiesto più volte un rapido accertamento della verità, chiamando in causa anche le responsabilità e le negligenze delle autorità srilankesi del precedente governo. Il cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, ha esortato alcuni giorni fa il governo a fornire una copia del Rapporto finale dell’indagine della Commissione presidenziale sugli attacchi terroristici di quella Pasqua, un giorno che avrebbe dovuto essere di gioia non di morte e dolore. “Se non otterremo giustizia dalla Commissione o dal governo, – ha detto il porporato – dovremo prendere provvedimenti”.
Iniziate le ricostruzioni degli edifici distrutti
Il Rapporto finale della Commissione presidenziale, nominata dall’ex presidente, Maithripala Sirisena, nel 2019, un documento di 472 pagine e 215 allegati, è stato consegnato al presidente Gotabaya Rajapaksa il 1° febbraio scorso e, secondo quanto riferito dal ministro dei Mass Media e dell’Informazione, Keheliya Rambukwella, sarà presto discusso in sede governativa. Intanto si è cercato di ricostruire le abitazioni distrutte dalle esplosioni, con interventi presso le banche, allo scopo di ottenere una dilazione nel pagamento dei mutui e l’assistenza sanitaria alle persone rimaste ferite durante gli attentati.