Antonella Palermo – Città del Vaticano
Dopo la preghiera mariana, il Papa si unisce al dolore del popolo dello Sri Lanka, “che continua a subire gli effetti dell’instabilità politica ed economica”.
L’appello a non ignorare il grido dei poveri
Insieme ai Vescovi del Paese, rinnovo il mio appello alla pace e imploro coloro che hanno autorità di non ignorare il grido dei poveri e le necessità della gente.
Sono le parole di Papa Francesco, al termine della preghiera dell’Angelus, riferite a un’area geografica dove la crisi economica nel Paese sembra aver rovesciato il presidente Gotabaya Rajapaksa. Rajapaksa ha intenzione di dimettersi il 13 luglio, ha detto sabato lo speaker del parlamento del Paese, piegandosi alle forti pressioni dopo una violenta giornata di proteste in cui i manifestanti hanno preso d’assalto la residenza ufficiale del presidente e dato fuoco alla casa del primo ministro a Colombo. I manifestanti antigovernativi, in preda alla rabbia per i blackout elettrici, la carenza di beni di prima necessità e l’aumento dei prezzi, chiedono da tempo che Rajapaksa si dimetta, ma l’ufficiale militare in pensione ha resistito per mesi alle richieste, invocando i poteri di emergenza nel tentativo di mantenere il controllo.
Un Paese in presa alla violenza e al caos politico
La violenza e il caos politico che attanagliano la nazione insulare di 22 milioni di abitanti arrivano nel bel mezzo dei negoziati con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) su un piano di salvataggio e sulle proposte di ristrutturazione del debito sovrano, che potrebbero essere entrambi messi a repentaglio. La situazione è stata esacerbata dai profondi tagli alle tasse varati dal governo Rajapaksa subito dopo il suo insediamento nel 2019. Mesi dopo, la pandemia COVID-19 ha colpito. Questa ha spazzato via gran parte delle entrate dello Sri Lanka, in particolare quelle provenienti dalla lucrativa industria del turismo, mentre le rimesse dei cittadini che lavorano all’estero sono diminuite e sono state ulteriormente ridotte da un tasso di cambio inflessibile.
Una economia in ginocchio
Le agenzie di rating, preoccupate per le finanze del governo e per la sua incapacità di rimborsare l’ingente debito estero, hanno abbassato il rating del credito dello Sri Lanka a partire dal 2020, finendo per escludere il Paese dai mercati finanziari internazionali. Per tenere a galla l’economia, il governo si è appoggiato pesantemente alle riserve valutarie, erodendole di oltre il 70% in due anni. La crisi ha paralizzato lo Sri Lanka, un tempo considerato un modello di economia in via di sviluppo. La carenza di carburante ha provocato lunghe code alle stazioni di rifornimento e frequenti blackout, mentre gli ospedali sono rimasti a corto di medicinali. L’inflazione ha raggiunto il 54,6% il mese scorso e potrebbe salire al 70%, come ha dichiarato la banca centrale. L’India ha concesso prestiti per miliardi di dollari per contribuire al pagamento di forniture vitali. In totale, Nuova Delhi afferma di aver fornito aiuti per oltre 3,5 miliardi di dollari quest’anno.