Nuovo incontro del progetto curato da Athletica Vaticana “Quando lo sport ti fa più nobile”: il 24 maggio la direttrice dei Musei Vaticani ospiterà Silvia Bennardo e Claudia Gennaro, giocatrici della Nazionale italiana pallavolo sorde, vice-campione olimpica e mondiale e campione europea
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La formula si ripete per un confronto che mette in dialogo sport, storie di vita e valori. Uno stile di confronto originale che avevano inaugurato un paio di mesi fa il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, e il campione olimpico Filippo Tortu. Poi lo stesso porporato si era intrattenuto alla Gregoriana con l’allenatore della As Roma, José Mourinho.
Musei Vaticani, “arena” di sport
Questa volta sarà Barbara Jatta ad aprire le porte dei Musei Vaticani che dirige da molti anni a due campionesse del volley, la padovana 31.enne Silvia Bennardo e la romana 32.enne Claudia Gennaro, giocatrici della Nazionale italiana pallavolo sorde, vice-campione olimpica e mondiale e campione europea. Il dialogo, moderato da Chiara Porro, ambasciatore di Australia presso la Santa Sede, vedrà il sostegno in veste di interprete per il linguaggio dei segni di suor Veronica Donetello, responsabile del Servizio Nazionale della Conferenza episcopale italiana per la Pastorale delle persone con disabilità.
“Quando lo sport ti fa più nobile” è l’espressione di Papa Francesco (“Il Natale che vorrei” – intervista trasmessa da Canale 5 il 18 dicembre 2022) che fa da filo-conduttore al progetto di Athletica Vaticana per uno sport che sia anche autentica espressione di cultura e opportunità di crescita sociale. A rendere possibile l’iniziativa sono il Dicastero per la Comunicazione e il Dicastero per la Cultura e l’Educazione, al quale il Papa nella Costituzione Apostolica “Praedicate Evangelium” ha affidato lo sport.
Bennardo: la pallavolo, maestra di vita
Silvia Bennardo, laureata in Informatica, ha scoperto la passione per la pallavolo all’età di 13 anni, su suggerimento dei genitori, per provare a cercare strade di inclusione superando le problematiche causate dalla sordità. Indossa la maglia azzurra dal 2017 con cui ha ottenuto numerosi successi. “All’inizio – ammette – il volley non mi convinceva come sport: lo ammetto. A lungo andare me ne sono innamorata. La pallavolo richiede un allenamento fisico e tecnico ma anche un grande lavoro mentale. Mi sta insegnando tanto, oltre che in campo, anche nella vita”.
Gennaro: vivo due culture diverse
Claudia Gennaro ha conosciuto la sordità precocemente, già all’età di 8 mesi è stata costretta a ricorrere alle protesi acustiche e a un percorso di logopedia. Ha iniziato a giocare a pallavolo a 10 anni e non ha più smesso, tanto da considerare questo sport parte di se stessa, che nel 2006 l’ha portata a esordire nella nazionale e a conseguire diversi allori di categoria. “La mia lingua madre – dice – è la lingua dei segni che ho acquisito naturalmente dalla mia famiglia. Mia madre e mio padre tenevano molto, però, anche all’apprendimento dell’italiano. Sono una donna bilingue: sono sorda ma riesco a esprimermi vocalmente e faccio da interprete sorda. Vivo due culture completamente diverse: quella sorda e quella udente”.
La FSSI, un movimento di 3 mila persone
La Federazione sport sordi Italia (FSSI), riconosciuta dal Comitato italiano paralimpico, è composta da 44 discipline organizzate attraverso campionati regionali e nazionali e competizioni internazionali: Europei, Mondiali e Deaflympics (le Olimpiade per atlete e atleti sordi, disputate per la prima volta nel 1924 a Parigi). Il movimento coinvolge oltre 3 mila persone – tra atlete e atleti, tecnici, dirigenti, assistenti – tesserate in circa 70 società sportive. Fanno parte della Federazione atlete e atleti con una “sordità importante” (un deficit di almeno 55 decibel nell’orecchio migliore nelle frequenze di 500, 1000 e 2000 Hz). La Federazione, oltre ad assicurare il supporto sportivo, ha obiettivi fortemente inclusivi. Tra le finalità c’è l’inclusione delle persone sorde anche attraverso lo sport, superando ostacoli di emarginazione e offrendo opportunità di inserirsi, a pieno titolo, nella vita sociale.