Il volume del proprefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e responsabile dell’organizzazione dell’Anno Santo, edito dalla Libreria Editrice Vaticana è un’antologia di testi di teologi, scrittori e artisti sul tema della speranza, da Agostino a Papa Francesco, da Rilke a Pessoa. “Domandarsi se i cristiani sanno cos’è la speranza e come viverla è una domanda non solo lecita, ma necessaria nel contesto attuale di profonda crisi religiosa”, scrive l’autore
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“La speranza appartiene a ogni persona, nessuno escluso. Chi potrebbe illudersi di vivere senza speranza? Ma cosa si nasconde dietro il nome? Cos’è realmente la speranza? Cosa significa sperare?” A questa domanda cerca di rispondere l’arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione – sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo e responsabile dell’organizzazione del prossimo Giubileo, nel volume “Sperare per tutti. Parole umane sulla speranza”, pubblicato oggi 25 giugno dalla Libreria Editrice Vaticana.
Un’antologia di speranza
“Ne abbiamo tutti bisogno ma, se interrogati su cosa sia, facciamo fatica a spiegarlo. La speranza è spesso indefinita e indefinibile, ma sappiamo che senza di essa non potremmo vivere. Iniziamo a capirne qualcosa se pensiamo che siamo pellegrini in questa vita, e non viandanti senza meta. E che essa, per il cristiano, è in stretta connessione con la fede e la carità: la loro attuazione rende credibile il credente”, si legge nel comunicato di presentazione del libro, che offre come un’antologia di testi scelti sul tema della speranza. Da Sant’Agostino a Papa Francesco, passando per insigni teologi, poeti come Rilke e Pessoa, scrittori come Ernst Block e Ignazio Silone, artisti pop come Pink e Levante, ma anche Charles Péguy, Francesco Alberoni, Esiodo, in “una polifonia di prospettive” che, secondo monsignor Fisichella, diventa “il segno tangibile di uomini e donne che hanno sperato desiderando un presente diverso e un futuro migliore”.
In preparazione al Giubileo 2025
L’obiettivo è quello di guidare il lettore “nel meditare l’atto umano e cristiano di sperare. Non solo affidandosi alla Parola di Dio, ma raccogliendo anche l’eco di verità che tanti autori hanno disseminato nelle loro opere letterarie”. Il libro di monsignor Fisichella ha come proposito anche quello di preparare l’imminente Anno Santo. “Non è senza sorpresa che è stato accolto il motto per il prossimo Giubileo ordinario del 2025: Pellegrini di speranza”, scrive il presule nella prefazione “Teniamo viva la speranza. Una riflessione tra scrittura e storia”. “In due termini”, continua, “si condensa un programma di annuncio e testimonianza che i cristiani sono chiamati a fare proprio nella circostanza dell’Anno Santo. Ne saranno in grado? Anche in questo caso, l’interrogativo non è retorico. Domandarsi se i cristiani sanno cos’è la speranza e come viverla è una domanda non solo lecita, ma necessaria nel contesto attuale di profonda crisi religiosa. Immettersi in un Giubileo della speranza con l’obiettivo di dare corpo e concretezza alla seconda virtù teologale è una sfida non da poco, e sarà interessante verificarne i risultati”.