Specola Vaticana, al via il 4 giugno la diciottesima Scuola estiva

Vatican News

Sono 24 gli studenti, di 20 diverse nazionalità, che, scelti fra circa 200 laureandi e dottorandi in astronomia, prenderanno parte ai corsi di astronomia e astrofisica organizzati a Castel Gandolfo, quest’anno sul tema “Imparando l’Universo: strumenti dalla scienza dei grandi dati per le indagini astronomiche”. Dal 1986 oltre 400 esperti hanno studiato nella sede dell’Osservatorio vaticano dove a tenere i corsi estivi sono docenti di tutto il mondo

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Provengono da venti nazioni diverse – tra cui Argentina, Colombia, Bangladesh, India, Cina, Kazakhstan, Libano, Olanda e Sudafrica – i ventiquattro studenti che frequenteranno dal 4 al 30 giugno la Scuola estiva di astronomia e astrofisica della Specola Vaticana, nei giardini pontifici di Castel Gandolfo, alle porte di Roma. L’edizione 2023 dei corsi nella sede dell’osservatorio vaticano, la 18.ma, segna il ritorno al regolare programma biennale di scuole estive della Specola, dopo una pausa di alcuni anni causata dalla pandemia di Covid. Il tema di quest’anno è “Imparando l’Universo: strumenti dalla scienza dei grandi dati per le indagini astronomiche”. Gli iscritti parteciperanno alle lezioni, lavoreranno ai progetti legati alla loro ricerca, viaggeranno e incontreranno, in una udienza, Papa Francesco.

Il programma della 18.ma scuola estiva 

Co-direttori del gruppo dei professori della scuola, che comprende alcuni degli esperti mondiali nell’applicazione dei principi dell’apprendimento automatico agli studi astrofisici, sono la professoressa Viviana Acquaviva, della “City University” di New York e del “Flatiron Institute”, e il professor Željko Ivezić, dell’Università di Washington e dell’Osservatorio Vera C. Rubin. In un comunicato della Specola Vaticana, don Alessandro Omizzolo, astronomo presso la struttura di Castel Gandolfo e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF)/Osservatorio di Padova, che ricopre il ruolo di decano della Scuola, spiega che “con l’aumento delle dimensioni dei telescopi e la maggiore sensibilità dei loro rilevatori, la quantità di dati astronomici che gli scienziati devono comprendere è cresciuta in modo impressionante”. Le grandi indagini astronomiche hanno già misurato miliardi di sorgenti celesti e quelle future, come la “Legacy Survey of Space and Time” del nuovo Osservatorio Rubin, produrranno molti più dati, si legge ancora nel comunicato che illustra il programma della scuola estiva. A Castel Gandolfo si esplorerà la scienza alla base delle ultime indagini astronomiche, saranno presentati i concetti di “Big Data” e “Machine Learning” e si fornirà un’esperienza pratica di analisi dei dati che consentirà agli studenti di utilizzarli per i propri progetti astronomici.

La selezione dei candidati ai corsi

Gli studenti universitari e post-universitari che prenderanno parte alla 18.ma Scuola estiva di astronomia e astrofisica della Specola Vaticana sono stati scelti tra circa duecento candidati. I criteri principali di selezione sono stati la loro potenzialità di carriera accademica e la motivazione, con una selezione limitata in modo che nessuna nazione avesse più di due rappresentanti. La scuola della Specola Vaticana è aperta a laureandi e dottorandi in astronomia di livello avanzato provenienti da tutto il mondo e molti dei quali già astronomi professionisti. La maggior parte dei selezionati proviene da Paesi in via di sviluppo; l’ammissione non tiene conto delle necessità economiche, poiché la quota di registrazione è gratuita, e un ulteriore sostegno finanziario per il viaggio e l’alloggio è fornito da benefattori attraverso la Fondazione della Specola stessa.

Una comunità accademica internazionale

Oltre ai professori Acquaviva e Ivezić, faranno parte del corpo docente Dalya Baron (Università di Tel Aviv e Osservatori Carnegie), Marc Huertas-Company (Instituto de Astrofísica de Canarias / Observatoire de Paris) e Francisco Antonio Villaescusa Navarro (Flatiron Institute / Princeton University). A loro si aggiungeranno altri esperti come docenti ospiti. Entusiasta dell’iniziativa il professor Ivezić, che ritiene la scuola estiva una “meravigliosa opportunità di incontrare un gruppo così eccezionale di giovani colleghi motivati provenienti da tutto il mondo”. Dello stesso parere la professoressa Acquaviva. “L’importanza di trovare le proprie conoscenze e la propria comunità è un aspetto della vita accademica che non può essere sopravvalutato” afferma, aggiungendo che i partecipanti ai corsi continueranno a interagire come comunità di sostegno anche dopo la fine della scuola. Dalla prima scuola estiva del 1986, in cui è stata docente anche Vera Rubin, che ha dato il nome all’osservatorio in costruzione in Cile, sono più di 400 gli studenti che hanno approfondito le loro conoscenze a Castel Gandolfo.