Michele Raviart – Città del Vaticano
Il governo spagnolo darà il via libera domani all’indulto per nove leader indipendentisti catalani, imprigionati dopo il tentativo di secessione del 2017. Ad annunciarlo è stato il premier Pedro Sanchez, durante una cerimonia al teatro Liceu di Barcellona. Una proposta, ha affermato, fatta “con spirito di concordia” e “con il cuore”.
In nove escono dal carcere, ma in milioni saranno insieme
“Se c’è un momento per unirsi è questo”, ha detto. “Siamo dove siamo. Dobbiamo avviare un cammino per recuperare la convivenza. Con questo atto faremo uscire dal carcere nove persone, ma simbolicamente mettiamo insieme milioni e milioni di persone”, ha aggiunto Sanchez, secondo cui l’attuale situazione è frutto “di calcoli sbagliati di tutti”.
Un provvedimento che non vale per chi è fuggito all’estero
L’indulto riguarda nove persone, condannate nell’ottobre 2019 a pene tra i nove e i 13 anni per sedizione e altri crimini legati al referendum vietato per la secessione di quattro anni fa e per la successiva dichiarazione di indipendenza. Tra questi Oriol Junqueras, leader della sinistra repubblicana della Catalogna, ma non quelli fuggiti all’estero come l’ex capo del governo catalano Puigdemont.
Le critiche alla decisione del governo
Al di fuori del teatro, situato sulla Rambla della città, alcune centinaia di persone hanno protestato per questa decisione, considerando le misure di grazia del governo insufficienti e chiedendo invece l’amnistia anche per tutti gli attivisti catalani condannati. Alcuni studenti hanno interrotto il premier al grido di “indipendenza”, mentre l’attuale presidente del governo catalano Pere Aragones ha parlato di “primo passo” e di “soluzione incompleta”, chiedendo anche lui un amnistia totale e di un referendum sul futuro della Regione. Critico anche il leader del Partito popolare all’opposizione che ha accusato di “disarmare sistematicamente lo Stato”, e che i novi liberati “minacciano di essere recidivi”.