“Sono in te tutte le mie fonti”, in un libro il viaggio di Carmen Hernández in Terra Santa

Vatican News

Un volume edito da Chirico ricostruisce con ricchezza di contenuti il pellegrinaggio compiuto dalla coiniziatrice del Cammino Neocatecumenale nella terra di Gesù quando aveva 33 anni e i frutti che portò successivamente. Don Voltaggio: “Carmen raccontava che lì le si aprirono le Scritture”

Debora Donnini – Città del Vaticano

Era il 13 agosto del 1963 quando Carmen Hernández, che allora aveva 33 anni, approda in Medio Oriente con 30 dollari, una tenda, un fornellino. Inizia così, con la sua amica Carmen Cooling, un itinerario di quasi un anno, che inciderà profondamente la sua vita. Il suo pellegrinaggio in Terra Santa viene raccontato, con materiale per lo più inedito, nel libro “Sono in te tutte le mie fonti”, edito da Chirico e firmato da don Francesco Giosuè Voltaggio, biblista e rettore del seminario Redemptoris Mater di Galilea, e da don Paolo Alfieri, sacerdote missionario del Cammino Neocatecumenale in Sudan e Sud Sudan Proprio al ritorno da questa esperienza Carmen conoscerà Kiko Argüello e insieme daranno vita all’esperienza del Cammino Neocatecumenale. Per la serva di Dio Carmen Hernández è in corso la fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione nella diocesi di Madrid. Don Francesco Giosuè Voltaggio ricostruisce questo percorso nell’intervista a Radio Vaticana – Vatican News.

Copertina del libro “Sono in te tutte le mie fonti”

Cosa accadde in quegli anni, perché fu così importante per Carmen Hernandez questo viaggio?

Il pellegrinaggio in Terra Santa della serva di Dio Carmen Hernández ebbe un’importanza decisiva per la sua vita e missione futura. Ne parlava come il “tempo dell’amore della sua giovinezza”, ebbe un’importanza specie per il Cammino Neocatecumenale di cui sarebbe poi stata coiniziatrice, però fu un pellegrinaggio importante per la sua stessa vita perché avvenne in un momento di notte oscura e di tempesta: due anni prima, infatti, il consiglio generale dell’Istituto in cui era entrata, le Missionarie di Cristo Gesù, l’aveva richiamata a Barcellona da Londra, dove era stata inviata per perfezionare lo studio dell’inglese e prepararsi a partire per la missione in India, che era stato il sogno di tutta la sua vita. A Barcellona, Carmen sperimentò un periodo di kènosis, di umiliazione più profonda e alla fine fu espulsa dall’Istituto. Pensò così di partire in missione per la Bolivia, ma prima volle intraprendere uno storico e avventuroso pellegrinaggio in Terra Santa, che marcò un momento fondamentale della sua vita, consentendole di tornare alle fonti, proprio mentre il Concilio Vaticano II stava invitando la Chiesa tutta a fare ciò, come dimostra anche il viaggio in Terra Santa di San Paolo VI nel 1964, primo Papa della storia dopo San Pietro a mettere piede in Terra Santa. E Carmen lo accolse a Nazareth quando venne. Fu proprio in Terra Santa che, come Carmen diceva sempre, le si aprirono le Scritture ed ebbe delle ispirazioni fondamentali per la sua futura missione. Carmen non poteva immaginare quanto tale viaggio sarebbe stato decisivo per la sua vita e ciò che le sarebbe accaduto, meno di un anno dopo, come risposta a tutte le sue preghiere: il 15 luglio del 1964, appena tornata, sente parlare di colui che conoscerà solo alcune settimane dopo e con cui condividerà l’esperienza tra i più poveri nelle baracche di Palomeras, alla periferia di Madrid, e il cui incontro rivoluzionerà la sua vita, cioè Kiko Argüello.

Quale fu sinteticamente il percorso e le tappe più significative?

Con la sua amica Carmel Cooling, si recarono in pellegrinaggio in totale precarietà, come diceva Carmen, pensando di rimanere solo due mesi, mentre vi rimarranno quasi un anno. Si imbarcarono a Barcellona, passando per Marsiglia, in una nave turca, con trenta dollari, una piccola tenda da campo, un fornello e la Bibbia. Dio concesse loro la grazia di fare un pellegrinaggio impressionante: dal Libano – sbarcarono a Beirut – attraversarono in autostop, e alcuni tratti a piedi, tutta la Siria fino ad arrivare a Damasco e poi in Giordania, ad Amman. In seguito attraversarono il Giordano e arrivarono a Gerusalemme, a quel tempo divisa tra Giordania e Israele, e poi in Israele, giungendo fino al Neghev e all’estremo sud, a Eilat sul Mar Rosso. Tornerà dalla Terra Santa quasi un anno dopo, dopo aver visitato tutti i luoghi santi – alcuni più volte – sostandovi in preghiera tante ore dopo aver fatto delle esperienze uniche, che racconta nei dettagli.

Ad esempio come quando andò a pescare, di notte, con i pescatori nel lago di Galilea, quando pregò per ore alla roccia del Primato di Pietro. Tutti i luoghi che visitò furono da lei vissuti in relazione agli eventi della storia della salvezza…

Esattamente. Sono tanti gli episodi e gli aneddoti memorabili… Uno di quelli che mi hanno più colpito, anche in riferimento alla tempesta interiore che stava vivendo Carmen e a tante altre che avrebbe dovuto vivere, è quello del 5 febbraio 1964: le due compagne vanno a pescare di notte in barca con alcuni pescatori, gettano le reti in mezzo al lago, in un giorno di pioggia, e mentre tornano a Tiberiade sono spettatori di una tempesta sul lago. Alla fine della giornata, Carmen scrive sul suo diario in latino una parte del dialogo fra Gesù e Pietro sulle rive del lago: “Pietro, mi ami? Mi ami più di questi?”. “Tu sai tutto, tu sai che ti amo”.

Foto tratta dal libro “Sono in te tutte le mie fonti”

Durante questo pellegrinaggio, tra l’altro, Carmen Hernández ha fatto anche umili lavori come la donna delle pulizie. Ebbe anche però un incarico prestigioso, in base ai suoi studi scientifici, in un importante centro di ricerca di Haifa, il Technion….

Sì, è stato un pellegrinaggio anche molto “incarnato” perché, ad esempio, lavorò come donna delle pulizie al Consolato spagnolo e nelle case degli ebrei. Carmen, pur provenendo da una famiglia ricca, si incarnò nella vita concreta e quotidiana del luogo in cui si trovava: conobbe la realtà degli ebrei, con le loro feste e tradizioni – un amore che poi ha trasmesso con Kiko in tutta la sua missione di catechista – conoscendole dal vivo e non solo sui libri ma anche ci fu il contatto con gli arabi, specialmente con gli arabi cristiani. Dio le concesse anche, come laureata in Chimica, di approfondire i suoi studi, ma come lei dice “con un sentire più profondo e più teologico”. Collaborò, infatti, presso il Technion, il famoso Istituto di tecnologia di Haifa, a un progetto internazionale di ricerca sulle radiazioni solari, con due professori ebrei del Dipartimento N. Robinson e D. Rechnitzer. Questo impiego, che le permetterà di prolungare il suo soggiorno in Terra Santa perché le diede modo di pagarsi il soggiorno, sarà di grande ispirazione per lei dal punto di vista teologico e catechetico: la ricerca sulla luce e le radiazioni solari le daranno tante intuizioni catechetiche.

Nella prefazione, don Rino Rossi sottolinea che questo pellegrinaggio di Carmen si lega fortemente al Concilio Vaticano II e poi alla conseguente riscoperta del catecumenato e alla nascita del Cammino Neocatecumenale. In quale modo?

In molti modi. Carmen aveva studiato teologia, aveva studiato il rinnovamento del Concilio Vaticano II. Si lega anche alla loro vita, alla vita degli iniziatori del Cammino Neocatecumenale: anzitutto la crisi esistenziale di Kiko Argüello che lo porterà tra i baraccati di Palomeras Altas a Madrid, e poi il travaglio della vocazione di Carmen che la condurrà all’incontro esistenziale con la Parola di Dio in Terra Santa e con il rinnovamento liturgico, che aveva studiato specialmente con padre Pedro Farnés, e la riscoperta del Mistero Pasquale, che è fondamentale per legare questa storia al Concilio Vaticano II che ha voluto riscoprire il catecumenato e attuarlo nuovamente nella Chiesa. Questo legame, poi, è essenziale per cogliere il dono del Cammino Neocatecumenale a tutta la Chiesa: ben cinque Papi – da San Paolo VI fino a Papa Francesco – hanno riconosciuto questo carisma come un dono di Dio per la Chiesa. In questo senso, il pellegrinaggio in Terra Santa di Carmen è stato di grande importanza perché è andata alle radici dell’iniziazione cristiana e del catecumenato, che si trovano già nelle Scritture.

Carmen Hernández è sua madrina di Battesimo. Quali ricordi porti nel cuore?

Tanti ricordi: il suo amore per la donna, come matrice della vita, ma anche per il Papa, per i vescovi, i presbiteri, la famiglia, ma soprattutto per la verginità e il celibato. Ascoltava continuamente Radio Vaticana e tutti i discorsi del Papa. Si esprimeva con grande libertà, parresia e coraggio. Papa Francesco l’ha chiamata quando stava male, rivolgendosi a lei con grande simpatia e affetto. Era un punto di riferimento, una donna capace di dire la verità, capace di grande affetto: si ricordava dei compleanni, dei dettagli, della relazione con le persone, specialmente le più perdute e lontane.

Foto tratta dal libro “Sono in te tutte le mie fonti”