Elvira Ragosta – Città del Vaticano
Sale la tensione nella capitale della Somalia, Mogadiscio, dove ieri si sono registrati scontri tra uomini armati e forze somale a margine di una manifestazione degli oppositori del presidente Mohamed Abdullahi Mohamed, detto Farmajo. Stamattina la situazione nella città appariva ancora confusa, con le principali vie d’accesso bloccate dalle forze armate. Il Paese vive una crisi politica da quasi un anno, non essendo stato possibile far svolgere le elezioni previste, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, per mancanza di consenso politico. Lo scorso 12 aprile, il Parlamento somalo ha approvato una legge che proroga il mandato del presidente, scaduto a febbraio, di due anni e prevede un’elezione a scrutinio universale diretto nel 2023. Decisione, questa, condannata dall’Unione africana. La crisi politica è frutto della diversità di vedute sul futuro politico del Paese, afferma a Vatican News Marco Di Liddo, analista del Centro studi internazionali (Cesi), tra il presidente Farmajo, sostenitore di un disegno centralista, e i presidenti e governatori degli Stati federali, che invece sono sostenitori di un disegno federalista o confederale”.