Il riconoscimento è stato consegnato durante la XIII edizione del Festival della dottrina sociale in corso a Verona a sei aziende del mondo profit e no-profit che si sono distinte in opere concrete che hanno messo al centro del loro lavoro la persona e la comunità
Michele Raviart – Verona
Recuperare il materiale di scarto per farne oggetti di design. Riciclare gli smartphone gettati via dal mondo ricco per portarli a nuova vita. Studiare le piante in modo sperimentale per innovare la medicina naturale, ma anche rigenerare tessuti urbani decadenti trasformandoli in parchi e opportunità di lavoro, fino alla gestione ottimale di un ospedale no profit e alla costruzione di una scuola in Burundi con le imprese locali. Sono queste le sei storie premiate venerdì 24 novembre con il premio “imprenditori per il bene comune”, istituito da Cattolica Assicurazioni e consegnato durante la prima giornata della XIII edizione del Festival della Dottrina sociale di Verona. Un riconoscimento assegnato ogni anno e che questa volta è andato a sei imprenditori che si sono distinto per aver orientato la propria azienda in “opere concrete che coniugano mercato e persona, sviluppo economico e sostenibilità ambientale, profitto e solidarietà”.
Martucci di Alisea: ridare valore alla materia
“Uno scarto è tale solo se non riacquisisce valore e noi siamo riusciti a darne”, ha affermato Susanna Martucci, fondatrice trenta anni fa di Alisea, azienda veneta di design celebre per la creazione dell’unica matita al mondo realizzata con grafite riciclata. “Pioniera della sostenibilità”, è stata definita nelle motivazioni al premio, “che ridà valore a materie che ne sono apparentemente prive”, coniugando “sostenibilità ambientale e sostenibilità umana”, grazie alla collaborazione con le persone disabili assistite dalla cooperativa Agape – La Fraglia.
Piccinini del Sacro Cuore Don Calabria: l’attenzione al malato
Nel cortile dell’ospedale del Sacro Cuore di Negrar, nel veronese, c’è un albero con le radici rivolte verso l’alto. È il simbolo dell’Opera del santo veronese don Giovanni Calabria, fondatore della struttura, che oggi è un punto d’eccellenza della sanità no-profit cattolica e uno dei centri di riferimento europeo per la cura dei tumori. “La medicina è fatta dai medici e dagli infermieri, non dagli amministratori”, ha affermato il Ceo dell’ospedale Mario Piccinini al momento del ritiro del premio, assegnato per l’“innovazione, organizzazione, tecnologie, competenze diffuse e formazione continua”, quali strumenti “non finalizzati alla mera cura della malattia ma a porre la Persona al centro di una relazione di cura e di amore”.
Mercati di Aboca: il recupero del legame tra uomo e natura
Massimo Mercati, amministratore delegato di Aboca, azienda di prodotti naturali per la salute, legge spesso l’enciclica di Papa Francesco Laudato Sì’ e la considera una guida per il suo lavoro. Una ricerca continua nel settore della biotecnologia avanzata sulle piante per scoprire sistemi complessi che ancora non conosciamo. “Un contributo al recupero del legame tra l’uomo e la natura”, secondo la motivazione del premio ritirato da Roberto Remedia, esperto per la misurazione dell’impatto economico, sociale e ambientale di Aboca che fa dell’impresa “un’opera vivente che promuove e custodisce una rete di relazioni ricche di significato con mercato, ambiente e comunità”.
Giunta di Fondazione Messina: ridare speranza alla comunità
Come afferma Papa Francesco, cambiamento climatico e disuguaglianze sociali sono due facce della stessa medaglia. Ed è sul legame tra questi due aspetti che si è concentrato il lavoro di Gaetano Giunta della Fondazione Messina, nata e operante nella città sicilliana dopo le stragi di mafia del ’92 e che si propone di implementare modelli di sviluppo matematici all’economia, rigenerando aziende e trasformando distretti industriali abbandonati in parchi. Un premio che è il riconoscimento “al coraggio di cambiare paradigmi economici e sociali spesso ingiusti e malavitosi, con modelli partecipati, sostenibili, equi. In questo cammino che ridà speranza e futuro è l’intera comunità a rinascere e diventare protagonista”.
Petrillo di Enjoy Ricondizionati: rendere accessibile la tecnologia a tutti
Il più giovane dei premiati è stato Stefano Petrillo, che con la sua Enjoy Ricondizionati si occupa di economia circolare di device elettronici. Soprattutto smartphone che nuovi per essere prodotti costano 310 chili di materie prime (compresa l’acqua) e ricondizionati solo sette. Durante la pandemia i suoi device sono stati venduti alle famiglie che non potevano permettersi i prodotti nuovi aumentati di prezzo. La sua azienda, infatti, “rende accessibili le tecnologie alle fasce più povere della popolazione” e, grazie alle sue collaborazioni “apre un mondo di opportunità ad ex carcerati e immigrati che divengono artigiani digitali”.
Cimberio: rendere il mondo migliore per le nuove generazioni
Il premio a Roberto Cimberio “è il premio all’imprenditore che sa riconoscere ed investire su ciò che vale davvero, aprendo strade nuove. È il riconoscimento all’uomo libero che crede nelle persone, che opera per lasciare un mondo migliore alle future generazioni, che trasforma l’impresa in un motore di sviluppo per un intero distretto”. A capo dell’azienda di famiglia, piemontese, ma che lavora in tutto il mondo e specializzata in valvole e sistemi di regolazione per tubature e acquedotti, Cimberio ha contribuito alla creazione del distretto industriale della rubinetteria nella Val di Cusio, che dà lavoro a 12 mila persone. La sua storia personale cambia quando, dopo la diagnosi di una grave malattia decide di correre una maratona e di raccogliere fondi per costruire una scuola in Burundi alla cui costruzione hanno lavorato le imprese locali.