Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Un pontificato breve, ma che ha inciso profondamente nella storia della Chiesa e nell’assetto della Città Eterna. In soli 5 anni, eletto il 24 aprile del 1585, Papa Sisto V ha inciso in modo significativo all’interno delle Istituzioni ecclesiastiche, nelle relazioni politiche internazionali, nella riorganizzazione sociale ed economica dello Stato Pontificio, in ambito liturgico e urbanistico – edilizio. Nato esattamente 500 anni fa, il 13 dicembre 1521, a Grottammare da una famiglia di Montalto delle Marche, Felice Peretti è al centro da mesi di una serie di iniziative commemorative – giornate di studio, concerti, mostre, pubblicazioni, video e persino un fumetto – che, all’interno e al di fuori del territerio piceno, mirano a sottolineare il valore ancora tangibile di tanti suoi interventi.
Il Papa ‘tosto’ e Roma
A Roma Sisto V, non a caso definito da Giuseppe Gioaccino Belli il “Papa tosto”, con la collaborazione dell’architetto Domenico Fontana fece completare la Cupola di San Pietro, demolire e ricostruire il Palazzo Lateranense, le cui porte proprio oggi aprono al pubblico e, per unire simbolicamente i quattro angoli della città, fece erigere altrettanti obelischi: in piazza San Pietro, in piazza dell’Esquilino, in piazza San Giovanni in Laterano e in piazza del Popolo.
Le riforme e la lotta al brigantaggio
A Papa Peretti si devono inoltre l’ampliamento della Biblioteca Apostolica Vaticana attraverso la costruzione del Salone Sistino e la Loggia delle Benedizioni della Basilica di san Giovanni in Laterano. Il riassetto urbanistico, centrale nel programma sistino, aveva nelle intenzioni del Pontefice una doppia valenza politica e pastorale: l’intento era infatti quello di valorizzare al massimo il centro della cristianità. Entrato giovanissimo nei frati minori conventuali, ad un mese dall’elezione al Soglio Pontificio, Peretti proclamò il Giubileo straordinario; successivamente riorganizzò con determinazione la curia romana fissando a 70 il limite massimo di cardinali, mai superato fino a Giovanni XXIII. Con determinazione contrastò il brigantaggio e curò una nuova edizione della Vulgata.
Le Marche e Sisto V
Forte l’attaccamento di Sisto V alla sua terra d’origine. Le località di Grottammare, Montalto delle Marche e Fermo conservano ancora negli edifici e nelle opere segni visibili della presenza del Pontefice in un sorprendente cammino di arte, fede e ingegno lungo borghi tra paesaggi collinari e cittadine di mare.
Sisto V e Pericle Fazzini
Proprio oggi si svolge il taglio del nastro della mostra “Sisto V e Pericle Fazzini, gloria e memoria” ideata da Vittorio Sgarbi e Daniela Tisi e allestita fino a giugno 2021 presso Palazzo Paradisi a Montalto delle Marche. L’esposizione racconta il Papa cinquecentesco e uno dei maggiori scultori contemporanei accomunati nella città natale. Proprio per Montalto Fazzini ha creato il monumento dedicato a Sisto V: “L’ultima opera marchigiana realizzata da Fazzini, di invenzione aerea, concepita da un artista – scrive Vittorio Sgarbi – che ha voluto rappresentare l’anima del Papa più che la sua opera e quindi appartiene ad un momento e ad un’epoca, parliamo del 1986, in cui la grande stagione di Fazzini era al suo culmine”.
Forte nel monumento il dualismo spirito- materia, componente costante della produzione dello scultore, autore della Resurrezione, la grande scultura commissionata da papa Paolo VI per l’Aula Nervi in Vaticano.
Il Reliquiario
Appendice alla mostra è una sezione più strettamente legata a Sisto V: esposte per la prima volta dopo il sisma del 2016-17 parti significative delle collezioni del Polo Museale Città di Sisto V e del Museo Sistino Vescovile di Montalto Marche. Monete, testoni, piastre, scudi, baiocchi e medaglie coniate dalla zecca che Sisto V istituì a Montalto durante il suo pontificato si offrono allo sguardo del visitatore insieme al più noto ritratto del Pontefice, ai medaglieri, alla Pianeta del Papa e al sontuoso abito del Magistrato, perfettamente conservato. Corona la rassegna il Reliquiario di Sisto V donato dal Pontefice a Montalto, un capolavoro di oreficeria con le figure realizzate in smalto en ronde bosse, probabile lavoro di un orafo parigino attivo per la casa reale tra fine XIV e inizio XV secolo.