Dal 21 al 23 marzo, i segretari generali degli episcopati latinoamericani si riuniscono per la fase continentale del processo sinodale, che si sta svolgendo a Bogotá, nella sede del Celam. L’obiettivo è leggere e discernere collegialmente il documento conclusivo. Il coordinatore: “La Chiesa è chiamata ad avere una prassi di ascolto, di accoglienza, di comprensione, di rispetto anche con prospettive diverse, e da lì tessere orizzonti”
Johan Pacheco – Inviato a Bogotà
“La fase continentale del Sinodo che abbiamo potuto vivere ha un sigillo di incoraggiamento al discernimento. Al discernimento di ciò che Dio ci sta dicendo in ogni realtà”. Lo afferma Mauricio López Oropeza, coordinatore della fase continentale del Sinodo in America Latina e nei Caraibi, che si svolge questa settimana a Bogotá (Colombia) presso la sede del Celam. La fase continentale in America Latina è iniziata con quattro incontri regionali, con la partecipazione dei rappresentanti delle Chiese locali dei Caraibi e dell’America Latina. Si concluderà giovedì prossimo 23 marzo, dopo una riunione dei redattori del documento finale, seguita dalla lettura e dal discernimento da parte dei vescovi dal 21 al 23 marzo.
Impostare un processo
In un’intervista con Vatican News – Radio Vaticana, López elogia il lavoro di redazione del documento continentale che sarà inviato nei prossimi giorni alla Segreteria generale del Sinodo: “È un approccio vicino a ogni realtà continentale e regionale”, spiega. “Ci sono state sette assemblee per capire e comprendere la loro realtà, la dimensione di dove vedono la sinodalità, non un elemento imposto da Roma con una struttura omogenea, ma piuttosto un modo per camminare con loro”. L’idea di fondo era quella di “impostare un processo che avesse in comune il fatto di partire dalla sintesi universale, il documento per la tappa continentale, che era il punto di partenza per tutti per fare un’esperienza, una conversazione spirituale, di discernimento”.
“La Chiesa – afferma López – è chiamata ad avere una prassi di ascolto, di accoglienza, di comprensione, di rispetto anche con prospettive diverse, e da lì tessere orizzonti”.
Discernere la voce di Dio nel kairos ecclesiale
Mauricio López ha presentato il suo primo libro durante la fase finale della fase continentale, dal titolo “Discernere la voce di Dio in questo kairos ecclesiale: chiavi sinodali dalla territorialità amazzonica”. Un volume, edito da Editorial Celam, in cui condivide le sue esperienze pastorali e missionarie in Amazzonia, con un prezioso contributo al Sinodo della sinodalità. “Questo processo ci ha permesso di incontrare fratelli e sorelle in cammino – spiega – . Sono loro ad aver dato forma a questo lavoro. Credo che più che un contributo sia una retribuzione, un libro che non è mai stato pensato come tale e che è stato piuttosto un bisogno di riportare un’intera esperienza, fatta di incontri, avventure e disavventure, di ricerche con al centro il Signore Gesù”.
Nel suo libro il coordinatore della fase continentale in America Latina offre delle ‘chiavi sinodali’: discernimento, territorialità e sinodalità: “Il discernimento come modo di essere nella Chiesa, credo che la conversazione spirituale che abbiamo vissuto in questa fase del Sinodo abbia segnato il modo di dire delle persone… La territorialità, perché riflette anche quei volti concreti con le loro particolarità che sono anche parte della diversità della Chiesa”. E infine, “la sinodalità non come concetto lontano, etereo, senza senso, ma come un cammino quotidiano, a partire dalla comunità, dalle esperienze parrocchiali, da tutto ciò che costruisce la nostra Chiesa”.
Condividere esperienze
“Nel Sinodo sulla Sinodalità – afferma il coordinatore della fase continentale in America Latina – l’invito che ci è stato rivolto è quello di condividere un’esperienza. L’America Latina ha una grande esperienza da offrire, non pretende di essere più o meno, ma un’esperienza che vuole mettersi al servizio del bel mosaico che è la Chiesa nella sua diversità”. La tappa continentale è dunque un invito ad “un ascolto ampio, attivo, onesto e genuino e anche ad aiutare il nostro amato Papa Francesco, perché tutti questi processi sono anche perché possa continuare a fare questo bellissimo e complesso servizio di guidare la nostra amata Chiesa”.