Fabio Colagrande – Città del Vaticano
Il tempo dell’ascolto non è finito. Terminata la fase diocesana locale, dedicata alla consultazione del Popolo di Dio, il Sinodo sulla Sinodalità, cominciato un anno fa, aveva impegnato negli ultimi mesi soprattutto le Conferenze episcopali che avevano dovuto consegnare alla Segreteria generale le loro sintesi. Ora si guarda già alla fase degli incontri sinodali contentali, che si svolgeranno nei primi mesi del 2023. Snodo di raccordo cruciale, tra i due momenti, è stato l’incontro di fine settembre al Centro Giovanni XXIII Frascati, provincia di Roma, dove cinquanta esperti provenienti da tutto il mondo, adottando un metodo fatto di dialogo, ascolto e discernimento, hanno elaborato il documento che sarà al centro della tappa continentale.
Il testo, approvato dal XV Consiglio Ordinario del Sinodo dei Vescovi è stato consegnato al Papa e sarà pubblicato nelle prossime settimane. Francesco, il 2 ottobre scorso, aveva ricevuto in udienza privata i partecipanti all’incontro di Frascati. Tra questi, anche il teologo venezuelano Rafael Luciani, membro della Commissione teologica della Segreteria Generale del Sinodo.
Che tappa rappresenterà questo documento nel cammino sinodale?
Il documento sarà il frutto di questa fase diocesana che si è appena conclusa e darà il via a quella continentale. Tutte le Conferenze episcopali, come sappiamo, avevano inviato le loro sintesi della prima fase che contenevano le voci e le richieste dei battezzati di tutto il mondo. Questo documento è nato dall’ascolto di tutto questo materiale che è arrivato alla Segreteria del Sinodo e vuole servire come strumento di discernimento per la nuova tappa continentale.
Chi c’era a Frascati?
Eravamo esperti di tutte le commissioni del Sinodo e anche altri invitati, incaricati di compiere questo lavoro: discernere e scrivere un documento che tenesse conto dei contenuti di tutte le sintesi. È stato un momento molto importante perché per la prima volta nella storia della Chiesa – come ha sottolineato anche il cardinale Hollerich, relatore generale del Sinodo – è stato fatto un processo comune, di gruppo, per arrivare a un discernimento e poi alla pubblicazione di un un documento che servirà alla prossima fase. Non è stata solo una persona o due a scriverlo, ma si è trattato di un processo di ascolto, preghiera, discernimento e riflessione comune che ha portato all’elaborazione del documento finale.
Quante sintesi locali avete dovuto leggere e esaminare?
Centododici, su centoquattordici, conferenze episcopali avevano inviato i loro documenti, insieme all’Unione dei superiori religiosi e quella delle religiose che hanno fatto anche loro un bellissimo processo di consultazione a livello mondiale. Poi erano arrivate anche le sintesi dei movimenti di apostolato e delle associazioni laicali. Quindi sono stati davvero tanti i gruppi, gli uffici e anche le persone singole che avevano inviato il risultato del loro processo di ascolto.
Il Popolo di Dio verrà coinvolto anche nella fase continentale, non è finita la fase dell’ascolto?
No, e questo è molto importante perché nei sinodi tradizionali l’assemblea si riduceva ad un evento nel mese di ottobre, mentre oggi, grazie alla riforma attuata dal documento Episcopalis Communio, il Sinodo è un processo in cui ogni dinamica, da quella dell’ascolto a quella del discernimento, si ripete continuamente durante i due anni di lavoro, fino all’ultima assemblea che si svolgerà nell’ottobre del 2023. Quindi l’ascolto che caratterizza la fase diocesana continua e si approfondisce a livello continentale e poi a livello universale.
Il 2 ottobre, dopo l’incontro di Frascati, avete avuto un’udienza con Papa Francesco. Cosa vi ha detto?
È stato prima di tutto un incontro che ha rappresentato da parte sua un appoggio al nostro processo. Sappiamo che è stato proprio lui a volere questo nuovo percorso, proprio per promuovere questo nuovo modello di Chiesa sinodale. Questo nuovo incontro del Papa con le commissioni del Sinodo è stato anche per lui un’occasione di ascolto. Un momento per ribadire cosa significa questo momento ecclesiale che stiamo vivendo e come sia importante portare avanti una riflessione su un rinnovamento e anche una riforma delle istituzioni ecclesiali perché, in questo Terzo Millennio, si giunga davvero a un modello di Chiesa sinodale.
Il Papa vi ha, insomma, incoraggiato? Vi ha detto che siete sulla strada giusta?
Beh, ci ha incoraggiato ma anche sfidato. D’altronde è tipico di lui: Francesco ama sfidarci, aprire le porte per invitarci al rinnovamento.