Sinodo, a fine maggio sarà pronto l’instrumentum laboris

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In Sala Stampa vaticana è stato fatto il punto del percorso sinodale: restituito il clima di dialogo e ascolto che ha caratterizzato le tappe continentali. I Documenti Finali pervenuti alla Segreteria Generale, frutto del discernimento comunitario del Popolo di Dio, porteranno al testo guida che servirà ad approfondire, nel corso dell’assemblea di ottobre, tensioni e priorità emerse a livello locale

Antonella Palermo – Città del Vaticano

La diversità non impedisce l’unità. È il nucleo di quanto condiviso oggi 20 maggio nella conferenza stampa a conclusione della seconda tappa, quella continentale, del processo sinodale 2021-2024. In vista dell’Assemblea generale dell’autunno prossimo, l’Instrumentum laboris si prevede sarà pronto per fine maggio di quest’anno.

Becquart: per una Chiesa dialogica

L’idea di circolarità a tutti i livelli e la visione di una Chiesa dialogica sono stati i criteri che hanno guidato, e continueranno a guidare, l’ascolto delle Chiese particolari. Suor Natalie Becquart, sottosegretaria della Segreteria generale del Sinodo, ha fatto un rapido excursus delle tappe continentali ricordandone le peculiarità. In Libano, per esempio, l’esperienza sinodale si è incrociata con i racconti del trauma post terremoto in Siria e Turchia ed è diventata l’occasione per trarre i benefici di una prossimità che hanno infuso nuove energie e speranza. Il ritrovo ad Addis Abeba per i partecipanti alla tappa africana ha coinciso con la prima opportunità, per diversi di loro, di viaggiare fuori dal proprio Paese. Per chiunque le tappe continentali sono state momenti di scambio di doni: dalla sensibilità, tipicamente asiatica, per la cura interiore e per l’armonia con il creato al dialogo interreligioso vissuto soprattutto in Medio Oriente. Rimasta particolarmente impressa nella sua memoria, ha raccontato, è stata l’esperienza riportata da un laico di Abu Dhabi che vive in una parrocchia in cui sono rappresentate 99 nazionalità e 7 riti. 

Costello (Oceania): stiamo sperimentando una profonda unità

“Stiamo in realtà sperimentando una profonda unità che non solo non si fonda sull’uniformità, ma che anzi ci invita ad abbandonare qualsiasi ricerca di una rigida uniformità”, ha detto monsignor Timothy John Costelloe, arcivescovo di Perth e presidente della Conferenza episcopale australiana. Ha ricordato quanta varietà di culture abita l’Oceania e ha espresso l’auspicio che “non è mai bene che le persone operino ‘in una bolla’: dobbiamo entrare in questo viaggio sinodale con occhi, orecchie e cuori aperti”. Perché è comunque sempre dietro l’angolo il rischio di poter perdere l’opportunità che i due discepoli sulla strada di Emmaus invece non persero. Il presule spera che ora i documenti prodotti finora circolino ampiamente a tutti i livelli per dare corso ad un effettivo approfondimento.

Il Sinodo digitale, sorprendente novità

A illustrare i risultati dell’ascolto del Popolo di Dio presente nelle reti è stato monsignor Lucio Adrián Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione. Veri e propri missionari digitali ed evangelizzatori hanno voluto raggiungere tutte quelle persone che non partecipano alle istituzioni ecclesiali, ma che abitano le reti e che vogliono seguire questo cammino della Chiesa. Li definisce “influencer cattolici”, monsignor Ruiz, che da 250 delle fasi iniziali sono arrivati a circa un migliaio. È stata raggiunta una popolazione ampia, soprattutto di età compresa fra i 18 e 40 anni. Il 30% è di non credenti o lontani dalla Chiesa, tuttavia interessati a questo cammino. “Nella prima fase – riferisce il segretario – abbiamo ricevuto 150 mila questionari compilati, in 115 Paesi, in 7 lingue. Il potenziale di questi missionari digitali è di 20 milioni di followers. I giovani hanno trovato una dinamica, in termini di tempi, forme e metodologie, più consona a loro. I non credenti e i lontani dalla Chiesa hanno trovato un percorso di avvicinamento e dialogo che ha permesso loro di esprimersi e avvicinarsi in modo più libero”.

Conferenze ecumeniche

Padre Hyacinthe Destivelle, officiale del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei cristiani, ha posto infine l’accento sul cammino sinodale come percorso ecumenico. Ha spiegato che, con l’aiuto dell’Istituto di Studi Ecumenici dell’Angelicum e della Fondazione Pro Oriente di Vienna, sono state organizzate quattro conferenze internazionali nel 2022 e 2023, incentrate sulla comprensione e sulla pratica della sinodalità nelle quattro grandi tradizioni cristiane: ortodossi, ortodossi orientali, protestanti storici e nuove realtà ecclesiali. Più di cento teologi, storici e canonisti dalle diverse tradizioni cristiane e provenienti da vari continenti sono stati invitati a presentare l’esperienza sinodale delle loro Chiese, in particolare sui tre temi principali del sinodo in corso: comunione, partecipazione, e missione. Una sintesi di questi riassunti è stata inviata alla Segreteria del Sinodo e sarà a breve pubblicata insieme agli atti delle conferenze dalla Libreria Editrice Vaticana.