Chiesa Cattolica – Italiana

Sinodalità: non un concetto, ma esperienza di ascolto e inclusione

Non un luogo in cui esprimere opinioni personali, ma dove ascoltare, discernere e camminare insieme verso la riva dove ci aspetta il Signore. Questo in sintesi è il Sinodo sulla sinodalità secondo quanto emerso durante il briefing di aggiornamento questo pomeriggio nella Sala Stampa della Santa Sede al termine della mattinata dedicata al lavoro dei Circoli Minori

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Gesù, Chiesa, famiglia, sinodalità, ascolto, comunione, poveri, giovani, comunità, amore. Sono solo alcune delle parole più ricorrenti in queste prime giornate di lavori al Sinodo sulla sinodalità, giunto alla fine dell’esame della prima sezione dell’Instrumentum Laboris. In queste prime giornate, ha riferito il presidente della Commissione per l’Informazione, Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, durante il briefing odierno di aggiornamento, i partecipanti hanno espresso gratitudine al Papa per la bellezza di questo momento in cui stanno sperimentando la poliedricità della Chiesa Cattolica.

Le relazioni dei Circoli Minori

Dopo la terza congregazione generale tenutasi ieri pomeriggio, questa mattina si è svolta la terza sessione dei Circoli Minori con la finalizzazione dei resoconti dei lavori svolti in questi gruppi di lavoro composti da circa 10-12 persone, inclusi i delegati fraterni che però non partecipano alla votazione. Queste relazioni, approvate da ciascun circolo a grande maggioranza, sono state consegnate alla Segreteria Generale del Sinodo che le assume per restituirle all’assemblea quando si discuterà il documento di sintesi.

I temi delle relazioni

Tra i temi emersi nelle relazioni di ogni circolo: la formazione ad ogni livello, dei sacerdoti, nei seminari, nelle famiglie; la corresponsabilità tra tutti i battezzati; la modalità attraverso cui la gerarchia possa porsi all’interno della comunione; dai partecipanti è stato chiesto di approfondire il termine sinodalità da un punto di vista lessicale nelle varie lingue. Il problema evidenziato non è solo la sburocratizzazione delle strutture ecclesiali, ma la necessità di dedicare energie per ripensare forme nuove e nuovi luoghi di partecipazione nella comunione e nella storia millenaria della Chiesa.

Il presidente della Commissione per l’Informazione, Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione

Giovani e realtà digitale

È stato messo in luce il bisogno di coinvolgere i giovani, ad esempio considerando la  realtà digitale, di passare dal concetto di potere a quello di servizio, evitando ogni forma di clericalismo. Ci si è anche interrogati sul ruolo dei laici e delle donne all’interno della comunione ecclesiale e su come la Chiesa possa porsi al servizio dei poveri e dei migranti. I lavori sinodali hanno anche messo a tema il rapporto tra i due polmoni della Chiesa, quello di Oriente e quello di Occidente.

Francesco, pastore che guida il Sinodo

Il Papa, ha riferito Ruffini, è stato presente anche alla congregazione generale di ieri pomeriggio ed è generalmente tra i primi ad arrivare in aula. Francesco ha espresso particolare gratitudine per come gli operatori dell’informazione stanno spiegando l’acontecimiento, ovvero l’evento, del Sinodo.

Al briefing sono intervenuti il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, presidente del Simposio delle Conferenza Episcopali dell’Africa e del Madagascar (Secam); suor Leticia Salazar, ODN, testimone di tutto il processo sinodale proveniente dalla diocesi di San Bernardino negli Stati Uniti e come di consueto Sheila Leocádia Pires, segretaria della Commissione per l’Informazione del Sinodo.

In ricerca della volontà di Dio per la Chiesa oggi

Il porporato africano alla sua quarta esperienza sinodale ha ricordato la diversità di questo Sinodo rispetto ai precedenti: “in questa occasione viene data grande importanza alla ricerca della volontà di Dio nel presente momento storico della vita della Chiesa. Nessuno è venuto con un’agenda da imporre. Siamo fratelli e sorelle in ascolto della volontà di Dio per la sua Chiesa e ciò che uscirà da questo Sinodo darà buoni frutti e sarà accolto come volontà di Dio”. Occorre porsi in ascolto dello Spirito: l’obbiettivo di questo cammino fino al 2024 è di cercare le risposte migliori a determinati problemi e il risultato, grazie alla preghiera e al confronto, sarà “qualcosa di vicino a quella che noi possiamo considerare essere la volontà di Dio”.

Il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, presidente del Simposio delle Conferenza Episcopali dell’Africa e del Madagascar (Secam)

La preghiera

Non c’è infatti sinodalità senza preghiera. “Come Chiesa – ha continuato – siamo sempre in discernimento e non c’è un punto di arrivo”. Il presidente del Secam, interpellato dai giornalisti, ha quindi spiegato che le relazioni dei circoli minori non saranno pubblicate per rispettare la “dinamica di sinodalità”: ci sarà una sintesi di tutte le relazioni. Considerarne una sola vorrebbe dire uscire dalla sinodalità.  “Non è la segreteria del Sinodo a decidere o a fare il Sinodo”, ha puntualizzato: c’è un’interazione tra i circoli minori e la segreteria generale. Inoltre l’autorità dei singoli partecipanti non è data dalla nomina pontificia, ma dal battesimo. A tal proposito il prefetto della Comunicazione Ruffini ha ricordato che i membri di nomina sono 52 su 364 membri complessivi.

Un nuovo modo di affrontare i problemi

Interpellato sulle questioni legate alle istanze Lgbt e su come queste verranno accolte dai vescovi africani, il cardinale Ambongo Besungu ha puntualizzato: “siamo qui per un Sinodo sulla sinodalità. Non vorrei uscire fuori dal tema. Sinodalità non vuol dire esprimere opinioni personale, ma camminare insieme verso la riva dove ci aspetta il Signore. Sulla questione Lgbt, il Signore stesso attraverso il discernimento collettivo ci indicherà la direzione”. Inoltre il presidente Secam ha esortato a ridimensionare aspettative esagerate da questo Sinodo, la cui particolarità è definire un nuovo modo di fare e di affrontare problemi da parte della Chiesa.

Sheila Leocádia Pires, segretaria della Commissione per l’Informazione del Sinodo

Non un concetto, ma un’esperienza

“La sinodalità non è un concetto, ma fare esperienza di essere ascoltati, inclusi”, ha detto da parte sua suor Leticia Salazar esprimendo profonda gratitudine per la possibilità di partecipare ad un evento in cui è coinvolta tutta la Chiesa universale. Si è poi soffermata sul tema delle migrazioni al centro del discernimento sinodale. “A 17 anni sono immigrata con la mia famiglia in California, e la Chiesa mi ha subito accolta”

Gli eventi fuori dall’aula

Al tema si è collegata anche Sheila Leocádia Pires  ricordando che la migrazione ha un impatto sulla struttura familiare ed è un tema molto ampio che ne abbraccia altri: cambiamento climatico, conflitti, guerre, etc. La segretaria della Commissione per l’Informazione del Sinodo ha quindi ricordato eventi legati ai lavori: giovedì prossimo tutti i partecipanti sono invitati ad un pellegrinaggio alle Catacombe di Santa Domitilla e San Sebastiano; nella Basilica Vaticana sono previsti eventi di preghiera come il rosario anche all’interno dei giardini vaticani e l’adorazione eucaristica. Anche in aula la preghiera ha ruolo fondamentale: tra gli interventi infatti ci si raccoglie sempre in orazione e silenzio per approfondire e riflettere sui contenuti ascoltati.

Lunedì si riparte

Questo pomeriggio e nella giornata di domani non sono previsti lavori. Si tornerà in aula lunedì mattina subito dopo la messa nella basilica di San Pietro con la quarta congregazione generale che, trasmessa in streaming,  affronterà un nuovo punto dell’Instrumentum Laboris sul tema “Una comunione che si irradia. Come essere più pienamente segno e strumento di unione con Dio e di unità del genere umano?”. Successivamente si svolgeranno l’elezione dei membri della commissione per la relazione di sintesi e della commissione per l’informazione.

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti