Maria Chiara De Lorenzo
È con un tuffo nella fede a costo del sangue dei martiri coreani che comincia la seconda giornata del Congresso mondiale di SIGNIS – ancora nel 2014 Papa Francesco aveva beatificato 124 martiri durante il suo viaggio in Corea – fede che continua ad alimentare la vita di una Chiesa in crescita di fronte a una crescente secolarizzazione. Dopo l’introduzione di mons. Ok Hyun-jin, presidente della Commissione per le Comunicazioni Sociali della Conferenza episcopale coreana, il trailer con le immagini evocative di A Birth, del regista Park Heung-sik, presente in sala con l’attore protagonista Yoon Si-Yoon, racconta la storia di Andrea Kim Taegon – biopic che uscirà a novembre 2022, nel bicentenario della nascita del primo sacerdote cattolico e martire coreano, morto all’età di 25 anni. L’attore, scelto, oltre che per la sua popolarità, anche per la perfetta conoscenza del cinese e del francese, lingue parlate da Andrea Kim, ha dato la sua toccante testimonianza su cosa ha significato per lui interpretare questo ruolo. Da lì si è dato vita a un dialogo sull’evoluzione del cinema coreano – pensiamo alla Palma d’Oro a Cannes a Parasite, del regista coreano Bong Joon-ho – o a Minari, vincitore di numerosi premi internazionali. O ancora Broker, che ha ricevuto il premio ecumenico di SIGNIS a Cannes quest’anno.
I successi segreti e le strategie online della K-pop
Choi Won-joon, della KTOWN4U, piattaforma globale di e-commerce con oltre 6 mila fandom in 200 Paesi, ha spiegato le strategie degli idoli della K-pop, mentre la Chiesa è alla ricerca di nuove strade per la diffusione del Vangelo dell’era digitale. Si punta al processo più che al risultato: 1 milione di nuove canzoni al mese, contenuti che ti raggiungono a casa, che sono presenti nella vita quotidiana, che fanno parte del tuo vissuto, aggiornamenti continui. Gli idoli della K-Pop – aiutati dalle loro agenzie – hanno trovato una strategia: la chiave è la continua presenza nella vita quotidiana, in ogni particolare.
Fake news e “Tea Cup Diaries”
Il keynote speech di Dmitry Muratov si è concentrato sulle fakenews in tempo di guerra e di propaganda e i giornalisti, i lettori e gli spettatori. “La società ha il diritto di conoscere la verità? Come riconoscere le fake news?”, si chiede Muratov, allertando i partecipanti sui pericoli della propaganda, portando numerosi esempi a partire dall’attuale situazione dopo l’invasione dell’Ucraina. Seguono alcuni esempi di democrazia, verità e fiducia in pericolo, in Turchia come in Myanmar. Una suora, che per motivi di sicurezza rimane anonima, spiega come le fake news hanno infiammato conflitti specialmente tra le minoranze etniche, mescolandosi con discorsi di odio. Un’iniziativa portata avanti per promuovere il dialogo a partire dalle differenti religioni e culture è quella delle “Tea Cup Diaries”. “Credere all’amore di Dio”, afferma la religiosa, “rende i cristiani più resilienti e aiuta a superare l’agitazione e il conflitto provocati dalle fake news”.
Costruendo la pace digitale
Il pomeriggio continua con l’atteso International Youth Forum: introdotto dal prof. Chun dell’università di Sungkyunkwan, con un sondaggio sulla percezione del cristianesimo nella società coreana oggi e una conseguente analisi su come comunicare, come cristiani, nell’era dei media digitali. Si apre un ventaglio di voci fresche ed entustiastiche: è una rappresentanza dei giovani professionisti, con i quali SIGNIS da anni organizza programmi di formazione – dai corsi per video giornalisti, ai CommLab, alla più recente Fellowship sulla Laudato si’ in India alla vigilia della pandemia – e oggi sempre più impegnati anche alla guida dell’associazione. Lyka Lakindanum, dalle Filippine, con un focus sulla media education, parla dei leader della prossima generazione, e di come i giovani possono essere con la loro creatività, agenti di cambiamento. Dall’India, Stanely Hector, regista indipendente, condivide, con esperienze concrete, i principi che ispirano il suo impegno professionale: onestà, umiltà, lavoro duro, perdono. Emma Nekulu Mulwa, kenyota residente in Namibia, manda la sua testimonianza di impegno per i giovani, la conferenza episcopale della Namibia e nella gestione della comunicazione durante il Covid.
Orlando Sanchez, giornalista del Panama, propone una metodologia per gestire l’informazione, la pianificazione e il buon uso delle piattaforme digitali per la pratica della pace. Maria Victoria La Terza, comunicatrice italo venezuela, approfondisce il valore dello storytelling, a partire dall’importanza dell’ascolto con l’orecchio del cuore, come Papa Francesco ci invita a fare, e offrendo un caso studio: il programma Melting Spot, alla radio universitaria Radio Sapienza, interviste a giovani stranieri in Roma. Jessica Maia dal Brasile racconta di Radio Lio, programma radio prodotto da giovani membri di SIGNIS di 11 nazioni di America Latina e Caraibi in risposta all’invito del papa ai giovani a Rio di “fare chiasso (casino)” (Lio, in spagnolo). Infine, Jihye Jang e Sangsu Kim, due studenti coreani della Sogang University, spiegano come sono passati da semplici osservatori da attivi testimoni della fede anche sui media digitali: “Ciò che non dobbiamo dimenticare, affermano, è di non perdere Dio”.