Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
Iraq 2014-2017: la furia degli estremisti isalmici dell’Isis si abbatte sulla culla del cristianesimo nella Piana di Ninive.Uccide, saccheggia, violenta e rapisce lasciando dietro di sè solo distruzione materiale, spirituale e culturale. Perchè col patrimonio di vite umane a rischio ci sono anche una cultura e una fede millenarie.
Un manoscritto prezioso
Emblematica a questo proposito è la vicenda di un Libro sacro. Parliamo di Sidra, scritto in lingua aramaica tra il XIV – XV secolo e contenente preghiere liturgiche da recitare fra la festa della Pasqua e quella della Santa Croce. Sidra appartiene alla Chiesa siriaco‐cristiana della città santa irachena di Qaraqosh, nella Piana di Ninive, che il Papa visiterà tra meno di un mese al suo arrivo in Iraq. E proprio nelle mani di Francesco oggi è arrivato questo “manoscritto profugo” con tutta la sua storia, grazie ad una delegazione della Focsiv – Federazione degli Organismi cristiani Servizio Internazionale Volontario – che ha partecipato, insieme al Ministero dei Beni culturali italiano, al suo salvataggio e al relativo restauro durato circa 10 mesi. Ora, come ha detto al Papa la presidente FOCSIV, Ivana Borsotto, “siamo felici di restituirlo simbolicamente nelle mani di Sua Santità perché torni a casa sua, nella sua Chiesa di Santa Maria Immacolata, in quella terra martoriata, come segno di pace, di fratellanza”.
Dalla distruzione ad una nuova vita
Individuato ad Erbil nel gennaio 2017 dai giornalisti Laura Aprati e Marco Bova, spiega la FOCSIV, il Libro Sacro è stato successivamente consegnato dall’arcivescovo di Mosul, monsignor Yohanna Butros Mouché, nelle mani dei volontari FOCSIV, e fatto arrivare in 40 giorni in Italia. Qui, con un delicato lavoro gratuito dell’Istituto centrale per la patologia degli archivi e del libro (ICPAL) del MIBACT, è stato inquadrato storicamente e restaurato in alcune sue peculiarità, come l’antica rilegatura e l’inchiostro molto particolare usato per le miniature. Sidra era in condizioni di conservazione molto critiche: dalla struttura del volume molto compromessa, alla pessima condizione dei pigmenti delle miniature e degli inchiostri della scrittura, dalla fragilità delle carte alle fratture scomposte delle assi lignee della legatura. Ci sono voluti esami linguistici e una comparazione con alcuni volumi siriaci della stessa epoca conservati presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. L’intervento di restauro vero e proprio, durato 10 mesi di lavoro, ha fornito l’occasione per trovare soluzioni adatte – spiega ancora la FOCSIV – alla grande quantità di problemi che raramente convivono in un’unica opera. L’unico elemento originale del Libro, che è stato indispensabile sostituire, è stato il filo di cucitura dei fascicoli, oggi conservato nel contenitore di protezione ove questo è riposto.
Cultura è vita
Recuperare il Libro Sacro – ha spiega la presidente FOCSIV Borsotto al termine dell’udienza con il Papa – è parte di un lavoro più ampio di ricostruzione sociale e di rivivificazione cultirale di un territorio spaccato e provato dalla guerra, come quello del Kurdistan iracheno e dell’Iraq. “Crediamo – ha aggiunto – che nel riportare i profughi del Kurdistan a casa nelle loro città di origine, sia necessario far ritrovare anche le radici culturali comuni, quelle che nei secoli hanno intessuto una storia di tolleranza e di pacifica convivenza in questa area. Ciò consente di ricreare le condizioni per condurre la popolazione ad una coesa e pacifica nuova vita collettiva e di comunità”