Sicilia, a Valledolmo Messa di ringraziamento per la fine della siccità

Vatican News

Ieri sera, nella località in provincia di Palermo, il vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante ha presieduto la celebrazione per l’arrivo della pioggia dopo la preghiera con il Crocifisso rivolto al cielo: il mutamento climatico sta desertificando tante aree del nostro pianeta, “è più che mai urgente ottimizzare il consumo dell’acqua, dono prezioso per tutte le creature”

Alessandra Zaffiro – Palermo

In tanti lo scorso 16 febbraio avevano pregato nella parrocchia Maria SS. Assunta a Valledolmo, in provincia di Palermo, davanti al Crocifisso rivolto al cielo perché finisse la siccità. Una comunità unita nella fede, stretta nella speranza dopo tanti giorni di sole e temperature miti fuori stagione.  

Nel paese a vocazione agricola, così vincolato agli agenti atmosferici, quando si verificavano periodi prolungati di siccità o di piogge troppo abbondanti, secondo un’usanza molto antica, c’era la tradizione di spostare il Crocifisso presente nella chiesa Madre di Valledolmo, portarlo in processione in segno penitenziale senza fiori né banda, ed esporlo ai piedi dell’Altare Maggiore per la preghiera, finché non terminasse il lungo periodo di siccità o si attenuassero le forti precipitazioni. 

Monsignor Marciante durante la Messa nella chiesa di Valledolmo

Durante la processione venivano recitate alcune preghiere di intercessione, tra queste veniva pronunciato un ritornello ancora oggi in uso, che inizia così: “E decimilia voti ludamu lu Crucifissu e lodamulu tutti l’uri ‘n cruci muriu pi nostru amuri. Jittamuni a li so pedi ca la grazia nni cuncedi…” (“Diecimila volte lodiamo il Crocifisso e lodiamolo in ogni momento, in croce è morto per amor nostro. Inginocchiamoci ai suoi piedi, che la grazia ci conceda…”). Una volta ricevuta la “grazia”, si celebrava una Messa di ringraziamento e il Crocifisso veniva riposto.

“Oggi siamo qui, davanti al Crocifisso per ringraziarlo del dono della pioggia”, ha detto ieri sera durante l’omelia il vescovo di Cefalù, monsignor Giuseppe Marciante, che nella parrocchia di Valledolmo – tra molti fedeli, fra i quali diversi agricoltori – ha concelebrato con il parroco don Sandro Orlando la Messa in segno di gratitudine per la pioggia caduta negli ultimi giorni.

Monsignor Marciante: vicinanza agli agricoltori

“Il Vangelo – ha detto il presule – ci riporta l’episodio dei 10 lebbrosi guariti da Gesù, ma dei quali solo uno tornò a ringraziare: un samaritano. Grazie a costui, scopriamo il valore della gratuità di Dio e della vita. Tutto ciò che abbiamo è un dono che non dipende dai nostri meriti: Dio fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Di fronte all’avanzare della siccità, il credente unisce alla preghiera l’impegno personale e concreto nell’affrontare l’emergenza.

La siccità – ha aggiunto monsignor Marciante – mette a dura prova in modo particolare il mondo dell’agricoltura. A causa del mutamento climatico che sta desertificando tante aree del nostro pianeta, oggi è  più che mai urgente ottimizzare il consumo dell’acqua, dono prezioso per tutte le creature. Esprimo la mia vicinanza agli agricoltori che manifestano il proprio disagio nel portare avanti la loro nobile attività”.

Il messaggio del vescovo di Cefalù per la Quaresima

“Credo che questa Quaresima ci chieda gesti concreti di vera conversione ecologica” si legge nel messaggio “In ascolto della terra riarsa”, pronunciato da monsignor Marciante lo scorso 12 febbraio, proponendo “a tutti i cristiani della Chiesa Cefaludense due impegni personali e comunitari: la Preghiera d’invocazione per la pioggia” e “il risparmio dell’acqua: nei giorni penitenziali della quaresima sia a livello personale e familiare sia a livello comunitario si presti attenzione affinché non ci siano sprechi di acqua”.

“Quando cerchiamo il Signore spesso chiediamo aiuto ad un fratello o ad un padre nella fede affinché condivida con noi l’invocazione e la ricerca – aggiunge il vescovo di Cefalù – Così anche la nostra terra che desidera e invoca acqua sta chiedendo aiuto ad ognuno di noi e alla nostra Chiesa. Diamo voce a questo gemito. Custodiamo questo desiderio e facciamoci carico di questo impegno di conversione ecologica”. 

“È nostro compito infatti – conclude monsignor Marciante – così come già ho avuto modo di scrivervi nella Lettera Pastorale “Partirono in fretta” «Creare nuovi stili di vita attraverso la formazione delle coscienze per una vera conversione ecologica». «Come cristiani noi sosteniamo la salvaguardia del Creato per affermare l’origine divina della natura, dell’ambiente, della terra e del cielo: vigilare sul benessere del Creato significa difendere la dignità e la vita dell’uomo».