Si è concluso con una riflessione del prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, questo pomeriggio, 13 novembre, il convegno “Non c’è amore più grande. Martirio e offerta della vita”. Il porporato ha evidenziato che il numero dei martiri cristiani non corrisponde a quelli beatificati o canonizzati e ha poi ricordato, Akash Bashir, il giovane pakistano che ha fermato un terrorista kamikaze rimanendo ucciso
12/11/2024
Le testimonianze di chi è morto con il perdono per i propri carnefici “sulle labbra”, al centro della seconda giornata del convegno “Non c’è amore più grande. Martirio e offerta …
Esempi che aiutano ad aprirsi agli altri
Lo sguardo si è allungato anche a cause riguardanti l’offerta della vita più recenti, come Albino Badinelli e Vincent Robert Capodanno o il missionario polacco morto Jan Czuba, ucciso dai ninja nella Repubblica Democratica del Congo dove operava, fino ad arrivare a Ignacio Echeverría De Imperial, giovane spagnolo ucciso a Londra il 3 giugno 2017 nell’attacco terroristico presso il London Bridge, la cui causa è “alle primissime battute”. “L’offerta della vita non può prescindere dalla perfezione della carità, che in questo caso però non è il risultato di una prolungata, pronta e gioiosa ripetizione di atti virtuosi, ma è un unico atto eroico che, per la sua radicalità, irrevocabilità e persistenza usque ad mortem, esprime pienamente l’opzione cristiana”, ha specificato monsignor Fabene. “Se l’atto eroico dell’offerta della vita si protrae negli anni, potrebbe alla fine rientrare nella fattispecie delle virtù eroiche”. Il segretario del Dicastero ha inoltre fatto cenno a una ricerca realizzata dal Censis sulla fede in Italia che rileva come “un’alta percentuale della popolazione fa ancora riferimento ai valori evangelici, ma in modo sempre più individualistico”. Ecco, ha sottolineato, “questi nostri fratelli e sorelle, che hanno fatto della loro vita un dono ci invitano a non concentrarci su noi stessi, ma ad aprirci agli altri”.