Papa Francesco, nell’udienza con il cardinale Semeraro, ha approvato i Decreti sulle virtù eroiche di cinque donne – tre religiose e due laiche – e un sacerdote salesiano, missionario in Ecuador
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
La Chiesa ha sei nuovi venerabili. Papa Francesco, nell’udienza di stamani al cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, ha autorizzato la promulgazione dei Decreti che riconoscono le virtù eroiche di un sacerdote, tre religiose e due laiche. Sono i servi di Dio Carlo Crespi Croci, salesiano; Maria Caterina Flanagan, brigidina; Leonilde di San Giovanni Battista, della Congregazione delle Suore Missionarie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria; Maria do Monte Pereira, della Congregazione delle Suore Ospedaliere del Sacro Cuore; Teresa Enríquez de Alvarado, madre di famiglia; Maria Domenica Lazzeri, fedele laica.
Una madre generosa e attenta al prossimo
Teresa Enríquez de Alvaredo, vissuta in Spagna fra il XV e XVI secolo, viene educata da piccola ad una vita di fede. Dama di compagnia di Isabella di Castiglia, per volere della famiglia sposa un ministro della sovrana. Diviene madre di quattro figli, ma nel 1503 rimane vedova. Quella fede salda che possiede e l’amore per Gesù Eucaristia la portano a distaccarsi dallo sfarzo della corte spagnola per dedicarsi alla preghiera e alle attività caritative. Si ritira a Torrijos, nei pressi di Toledo, e qui conduce una vita austera e si spende per gli ultimi. Fa da madre e da educatrice a ragazzi rimasti orfani a causa della peste e della carestia, si occupa di ragazze e donne di strada, si prende cura dei malati, si impegna per ravvivare il culto del Santissimo Sacramento. Gestisce anche le ricchezze di famiglia con intelligenza e prudenza, destinandole per lo più ad opere di carità e all’edificazione di luoghi di culto, e contribuisce alla nascita di varie confraternite, di un monastero e quattro conventi. Muore il 4 marzo 1529 e in tempi recenti la sua figura è emersa nei Congressi Eucaristici.
La spiritualità di don Bosco tra le popolazioni dell’Ecuador
Missionario in Ecuador, don Carlo Crespi Croci, sacerdote salesiano, era originario di Legnano, dove nasce nel 1891. Dopo gli studi e l’ordinazione presbiterale, nel 1923 parte per Cuenca dove per 59 anni porta avanti iniziative finalizzate all’evangelizzazione, alla formazione e alla promozione umana e cristiana. Diventa molto noto sia per le sue qualità di evangelizzatore – unite ad una genuina testimonianza cristiana – sia per la sua fama di scienziato, soprattutto nel campo della botanica e dell’archeologia. Capisaldi della sua vita spirituale e missionaria sono l’Eucarestia e Maria Ausiliatrice, il suo modello San Giovanni Bosco che cerca di imitare propagando la fede specialmente tra i giovani. Negli ultimi anni di vita si dedica al ministero delle confessioni, giungendo a trascorrere nel confessionale anche 17 ore al giorno. Si spegne all’età di 90 anni.
Una religiosa in dialogo con i luterani
È londinese Maria Caterina Flanagan religiosa dell’Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida. Nasce alla fine dell’800 e ha 19 anni quando si trasferisce a Roma dove Maria Elisabeth Hesselblad – proclamata santa da Papa Francesco nel 2016 – aveva ricostituito l’Ordine di Santa Brigida. Pronunciati i voti viene inviata in diverse case. In Svezia si dedica soprattutto ai rapporti con i luterani stringendo proficue amicizie. In Inghilterra organizza un centro di accoglienza e riesce ad inserirsi in un ambiente difficile grazie al suo stile generoso e disponibile. Donna energica e gioviale, animata da grande fervore e sempre pronta alla carità verso i sofferenti e i bisognosi, nel 1935 le viene diagnosticato un cancro. Muore sei anni dopo a Stoccolma fra atroci sofferenze ma edificando tutti con il suo esempio.
Una vita spesa nell’insegnamento e per i poveri
Leonilde di San Giovanni Battista, di Lisignago, in provincia di Trento, è ancora adolescente quando nel 1906 comincia il noviziato nell’Istituto dei Sacri Cuori di Gesù e Maria a Pola. Donna di grande fede, cerca l’unione con Dio attraverso la preghiera, sempre desiderosa di compiere fedelmente la volontà di Dio. Nel corso della sua esistenza, sperimenta le fatiche del cammino del suo Istituto e numerose sofferenze fisiche, ma nutre sempre fiducia nel Signore e sopporta le prove con pazienza conservando la pace interiore. È la generosità che la contraddistingue nel campo dell’educazione, tanto da diventare punto di riferimento sia per gli studenti che per le loro famiglie, ma pure i poveri e persone in difficoltà, spirituali e materiali, beneficiano del suo aiuto e sostegno. Durante la Seconda Guerra Mondiale si priva anche del necessario per donarlo agli indigenti. Muore il 12 dicembre 1945.
I segni delle stimmate in una giovane contadina
Proviene dalla provincia di Trento pure Maria Domenica Lazzeri, laica, nata e vissuta a Capriana nell’800. La sua è una famiglia religiosa che le insegna le verità della fede e il lavoro semplice del mulino e dei campi. Si presta fin da bambina per i poveri e i sofferenti e curando insieme alla madre gli ammalati di un’epidemia grave e infettiva, contrae il morbo. Comincia a soffrire d’inappetenza, ha difficoltà respiratorie, febbre e tremiti, fino alle convulsioni poi le viene diagnosticata una grave anoressia. Nel gennaio 1835 riceve le stigmate alle mani, ai piedi e nel lato destro del costato, un mese dopo si manifesta anche la corona di spine al capo, grondante, ogni venerdì, di vivo sangue. Vive tali fenomeni straordinari come luogo di preghiera e offerta, ma con tantissimo dolore ed evitando in ogni modo la visibilità. Vive una speciale appartenenza al Signore e alla sua Croce testimoniandone l’amore. La sua vita terrena si conclude il 4 aprile 1848, all’età di 33 anni.
Tra i malati di Madera
Anche lei vissuta fra il XIX e XX secolo, María do Monte Pereira, portoghese, dell’Isola di Madera, sceglie la Congregazione delle Suore Ospedaliere del Sacro Cuore di Gesù per dedicarsi ai malati. Svolge il suo servizio e apostolato in diverse comunità dove viene stimata dalle consorelle e sperimenta fenomeni singolari che vive nel nascondimento e con umiltà. Esortata dal suo direttore spirituale, trascrive le sue esperienze interiori. Donna dalla grande forza morale, la caratterizza una notevole capacità di autocontrollo che le deriva dalla straordinaria intimità con Dio, ed è con l’aiuto della grazia che riesce ad affrontare situazioni difficili, segnate dalle precarie condizioni di salute. Si spegne all’età di 66 anni il 18 dicembre 1963.