Scuole Green: per i giovani l’ambiente è cura di sé e degli altri

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Giada Aquilino – Città del Vaticano

Quando la “spinta” verso un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale e a ciò che ci circonda “arriva in maniera così forte dagli studenti”, le scuole hanno “il dovere di rispondere”. Maria Grazia Lancellotti è la dirigente scolastica del Liceo Statale Orazio di Roma, istituto a indirizzo classico e linguistico della zona Talenti – Nomentano che, con il liceo Socrate e l’istituto comprensivo Fontana della capitale, è capofila della Rete delle Scuole Green di tutta Italia. Si tratta di una realtà nata nel dicembre 2019 e che ad oggi ingloba più di 800 scuole su tutto il territorio nazionale: l’obiettivo è quello di dedicare percorsi ad hoc al riciclo, alla riduzione dell’uso della plastica, alla raccolta differenziata, alla preferenza per i prodotti biodegradabili, in una parola all’ambiente inteso – spiega la docente, che coordina la Rete assieme ai colleghi Carlo Firmani e Lucia Presilla – “nel suo insieme”, come “benessere esterno e al contempo benessere anche interiore”.

Il 2015, anno cruciale

Maria Grazia Lancellotti racconta della “chiamata” degli oltre 1.300 liceali dell’Orazio alla cura della casa comune. La Rete è nata “sull’onda dei Fridays for Future, perché – afferma – abbiamo cominciato a vedere che i nostri ragazzi avevano una grandissima voglia di partecipazione a quegli eventi. Le suggestioni ci erano arrivate già da prima, dal 2015, che è stato un anno cardine, con la pubblicazione della Laudato si’ di Papa Francesco, documento precursore di tutti quelli che sono stati i temi sulla sostenibilità presentati poi nell’agenda 2030 dell’Onu”.

La “svolta”, riflette la professoressa Lancellotti, è arrivata proprio “col movimento di Greta Thunberg e con la richiesta diretta da parte dei ragazzi” della necessità di “una pedagogia attenta a questi temi: diciamo che sono stati più i ragazzi 

a insegnare a noi di quanto noi non abbiamo insegnato loro, nel capire che i tempi erano davvero ormai scritti e non c’era più modo di aspettare, bisognava cominciare”.

Non solo plastic free

Come Rete e come scuola, aggiunge, “è importante che si mettano in atto dei comportamenti virtuosi. Il primo fra tutti è il plastic free, quindi si avviano processi per la riduzione della produzione e dell’utilizzo di materiali plastici e non riciclabili, si porta avanti un’attenzione sulla raccolta differenziata e sul riciclo: non solo sul riciclo dei materiali più comuni ma anche, per esempio nel nostro caso, sul riciclo dei cellulari esausti, che poi mediante un’associazione vengono riutilizzati attraverso i componenti ancora funzionanti”. Nelle aule, sono stati collocati “i contenitori per la raccolta differenziata, che i ragazzi devono successivamente portare nei corridoi dove ce ne sono degli altri più grandi”. Per chi abita nelle zone limitrofe, “si cerca inoltre di disincentivare l’utilizzo del proprio mezzo inquinante, quindi ci sono per esempio delle rastrelliere negli spazi aperti” dedicate alle bici e si organizzano pure delle “attività legate alla conoscenza e incontri con esperti su diversi argomenti”.

“E c’è una sperimentazione particolare con gli orti di scuola, per la coltivazione di ortaggi: una iniziativa che stava andando bene l’anno scorso, poi c’è stato il lockdown che ne ha rallentato i tempi, però è ripresa con maggiore impulso” nelle ultime settimane.

Le misure anti Covid

La pandemia in corso ha senza dubbio modificato le nostre abitudini. Il lockdown, riferisce la preside, “ci ha un po’ paralizzati, fermati e ci ha costretto a re-immaginare le nostre azioni. Purtroppo tutto ciò sul piano della sicurezza e dell’igiene va a cozzare con quelle che erano molte delle buone pratiche, perché adesso dobbiamo porci ad esempio il problema dello smaltimento delle mascherine usate, che ormai rientrano nell’usa e getta quotidiano. 

Anche per ciò che riguarda i detersivi, noi ed altre scuole avevamo privilegiato l’acquisto di quelli totalmente biodegradabili e sostenibili e adesso cerchiamo di trovare delle associazioni e dei venditori che ci diano dei materiali più adatti all’emergenza in corso”. Ripensata e riorganizzata inoltre la struttura scolastica “nel rispetto del distanziamento”. “Col rientro a scuola” prima della pausa estiva, si è pensato alle lezioni all’aperto: “una prima esperienza per poi approfondire la possibilità dell’uso degli spazi esterni”.

L’educazione ambientale

Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ nota come l’educazione ambientale sia andata allargando i propri obiettivi, includendo oggi anche una critica di certi miti della modernità, dall’individualismo al progresso indefinito, dal consumismo al mercato senza regole, e ricuperando i diversi livelli dell’equilibrio ecologico: «quello interiore con sé stessi, quello solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello spirituale con Dio» (210). La professoressa Lancellotti nota come “i ragazzi siano profondamente colpiti e anche destabilizzati da quello che è successo” negli ultimi mesi riguardo alla pandemia e negli ultimi anni rispetto ai cambiamenti climatici e ai danni provocati dall’uomo alla Terra: i giovani “sono secondo me alla ricerca e hanno bisogno di punti di riferimento più profondi che non siano solo quelli esterni, perché abbiamo visto che avere tanto in questo momento non salva. A salvare sono i comportamenti solidali, cioè il rispetto per l’altro, il sapere che la cura di sé è cura anche dell’altro, perché il rispetto della regola è la salvezza altrui. Questo è, a mio parere, un messaggio potentissimo che i ragazzi stanno vivendo in maniera molto forte. Non so nell’immediato, ma spero che negli anni tutto ciò li porti ad avere un rapporto diverso, speriamo insomma di uscirne migliori. Penso che proprio attraverso un impegno della scuola si possa sottolineare che la sfida ambientale è qualcosa che riguarda tutti, che non c’è tempo per aspettare, che ciascuno di noi deve fare la propria parte, che dai nostri piccoli comportamenti dipende il risultato per tutti”.

Lavoriamo insieme

Nell’enciclica del 2015 il Pontefice fa riferimento ad una “cittadinanza ecologica”, ad un cammino verso nuovi stili di vita (211). Oggi, evidenzia la professoressa Lancellotti, “una consapevolezza c’è: tocca a noi, che abbiamo il compito di educare i ragazzi e soprattutto di farne dei cittadini attivi e solidali, essere molto bravi a dar loro degli strumenti che non siano effimeri”, affinché le “competenze legate alla sostenibilità non siano episodiche ma facciano parte del percorso educativo: adesso ci sono gli spunti, abbiamo gli strumenti, non abbiamo più alibi”. E la risposta degli studenti, in fondo, è già arrivata: di fronte all’erba che nei mesi di chiusura per la pandemia è cresciuta alta nelle aiuole dell’istituto, hanno chiesto – riferisce la preside – “di fare qualcosa insieme, di pulire la scuola insieme”: “mi colpisce molto, perché non è una protesta, è un ‘lavoriamo insieme’ per la scuola, che è di tutti e per la quale tutti dobbiamo dare il nostro contributo”.