Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
Sarà il cardinale Christoph Schönborn, O.P., arcivescovo di Vienna, l’inviato speciale del Papa alle celebrazioni dei 1.100 anni del martirio di Santa Ludmila, prima Santa boema e nonna del Principe San Venceslao. Tanti gli eventi commemorativi in tutta la Repubblica Ceca ma il fulcro sarà il 18 settembre 2021, la città di Tetin, vicino Praga, luogo del martirio della Santa.
Nata in una famiglia nobile intorno all’859 in Lusazia, una regione storica situata nell’Europa Centrale e oggi corrispondente ai territori di Polonia, Germania e Repubblica Ceca, Ludmila andò in sposa ancora adolescente, al duca di Boemia, Borisvoj. Battezzata con suo marito da San Metodio, apostolo degli slavi del IX secolo e proclamato patrono dell’Europa Orientale da San Giovanni Paolo II, divenne presto una figura di primo piano nell’educazione cristiana e nella diffusione del cristianesimo nella regione. Rimasta presto vedova, due dei suoi sei figli Spytihněv e Vratislav, continuarono l’attività politica consolidando il ruolo del Paese nel mondo cristiano con la costruzione di chiese tuttora presenti cha Budeč (la chiesa romanica rotonda di San Pietro e Paolo) e a Praga (Basilica di San Giorgio).
Ludmila donò tutti i suoi beni ai poveri e dopo la morte del primogenito Vratislao, nel 916, i nobili affidarono la reggenza del ducato alla moglie Drahomira e l’educazione del primogenito nipotino Venceslao alla nonna cristiana. Ma in preda alla gelosia la reggente accusò Ludmila di mirare al governo del ducato influenzando Venceslao e la costrinse a ritirarsi nel castello di Tetin. Là poi nella notte del 15 settembre del 920 venne fatta strangolare su probabile ordine proprio di Drahomira. Venceslao, appena divenuto maggiorenne ed a sua volta duca, fece traslare le reliquie della nonna, venerate e dispensatrici di miracoli, da Tetin nella Basilica del castello ducale a Praga. Ludmila è considerata la prima martire cristiana della Boemia simbolo del cristianesimo in terra cecoslovacca e nello stesso tempo l’espressione dell’unità boema nell’ambito dell’impero austro-ungarico, soprattutto nella seconda metà dello scorso secolo.