Chiesa Cattolica – Italiana

Sarà beato il cardinale Pironio, figura profetica della Chiesa latinoamericana

Il Papa ha riconosciuto il miracolo avvenuto per intercessione del porporato argentino che, come presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, realizzò le Giornate Mondiali della Gioventù nate dall’intuizione di Giovanni Paolo II. Si tratta dalla guarigione di un bambino di un anno e mezzo intossicato dalla inalazione di porporina. Riconosciute pure le virtù eroiche di un sacerdote rogazionista e di due fondatrici di Congregazioni religiose

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

In molti lo conoscevano come l’“amico di Dio”, come ebbe modo di definirlo l’allora arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio. Per tutti è stato colui che sostenne e poi realizzò le Giornate Mondiali della Gioventù, esaudendo un profondo desiderio di Giovanni Paolo II. Il cardinale argentino Edoardo Francisco Pironio diventerà Beato. Il Papa ha riconosciuto il miracolo attribuito alla sua intercessione durante l’udienza di oggi, 8 novembre, al cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, autorizzando la promulgazione dei Decreti sulle virtù eroiche di un sacerdote rogazionista, Giuseppe Marrazzo, e due fondatrici di Congregazioni religiose, Eliswa della Beata Vergine Maria Vakayil e Maria Francesca Foresti. Diventano quindi tutti e tre venerabili.

La fede appresa dalla mamma, la capacità di amare

Tra i partecipanti al Concilio Vaticano II come “esperto”, per lungo tempo insegnante, poi stretto collaboratore di Wojtyla che lo volle come presidente dell’allora Pontificio Consiglio per i Laici, Pironio, nato a Nueve de Julio (Argentina) nel 1920, ordinato sacerdote nel 1943, fu figura molto amata nella sua Argentina, nella Curia romana, nel mondo. Merito anche di quella che chi l’ha conosciuto definiva la capacità di far sentire amato chiunque incontrasse. Un frutto, probabilmente, di quella fede che – disse Giovanni Paolo II nell’omelia delle esequie – il futuro Beato aveva appreso “sulle ginocchia della madre”.  Una fede, dunque, “trasmessa in dialetto”, usando una tipica espressione di Papa Francesco.

Il ricordo dell’arcivescovo Bergoglio

Proprio Jorge Mario Bergoglio, allora provinciale dei gesuiti, conobbe di persona Pironio come vescovo ausiliare di Mar del Plata (1964-1972). L’arcivescovo di Buenos Aires prese parte pure al V Incontro nazionale dei sacerdoti organizzato dalla Conferenza episcopale argentina incentrato sulla testimonianza sacerdotale del porporato, nel decimo anniversario della sua scomparsa. E in una successiva intervista disse di Pironio: “Quando parlavi con lui ti dava sempre la sensazione che si sentisse il peggiore uomo del mondo, il peggior peccatore. Ti apriva un panorama di santità dalla sua profonda umiltà. Ti apriva orizzonti, sperimentavi che non chiudeva mai le porte a nessuno, anche la gente che lui sapeva che non lo aveva capito”. 

Il servizio in Curia

Con la “gente”, Pironio ebbe a che fare da sempre in Argentina come docente, rettore, vicario. Nel 1975 fu nominato pro-prefetto della Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari. L’anno dopo ricevette la porpora. Nel 1984 fu nominato presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, incarico che mantenne fino al 1996. Raccontò lui stesso, anni dopo, i suoi sentimenti nell’intraprendere quell’incarico: “In quel momento mi sembrava, come sembrava a molti, di essere stato retrocesso ad un incarico di serie B. Invece ho scoperto di essere stato promosso allo stato laicale. I laici infatti formano la maggioranza del popolo di Dio”. “In questo Pontificio Consiglio – diceva – ho potuto lavorare affinché i grandi movimenti ecclesiali, che sono un vero dono di Dio e una grazia dello Spirito Santo, possano armoniosamente inserirsi e si sentano accolti nella vita delle Chiese locali. Sono contento poi di finire lì il mio servizio alla Chiesa: un lavoro a contatto con i laici, proprio come quando ho iniziato il mio ministero, tanti anni fa”.

L’idea delle Gmg

Nella veste di capo Dicastero mise a punto l’idea del Papa di un grande raduno che avrebbe coinvolto ragazzi e ragazze da tutto il mondo. Una piccola idea sviluppatasi nel tempo fino a divenire uno dei più grandi eventi della Chiesa cattolica: la Giornata Mondiale della Gioventù. L’inizio del servizio in Curia corrispose per Pironio anche alla scoperta di un tumore alla prostata che lo condusse, con non poche sofferenze, alla morte a Roma il 5 febbraio 1998. La salma fu trasferita in Argentina, nel santuario mariano di Luján, nello stesso luogo in cui ricevette il Battesimo e l’ordinazione episcopale. Il decreto sull’eroicità delle virtù è stato promulgato il 18 febbraio 2022.

Il miracolo

Quanto al miracolo attribuito alla sua intercessione, si tratta della guarigione miracolosa di un bambino di un anno a mezzo, Juan Manuel, intossicato dalla inalazione della polvere di porporina usata dalla madre per dei lavori di restauro. Il bambino l’aveva involontariamente aspirata e ingerita, cosa che gli aveva causato una ARDS (Acute Respiratory Distress Syndrome). Fu portato d’urgenza in ospedale in condizioni “gravi”, presto trasferito in Terapia intensiva. Per i medici era prossimo alla morte.

Era il 2 dicembre 2006 e quel giorno si svolgeva la cosiddetta “Marcia della Speranza”, iniziativa ideata da Pironio. Per l’occasione il parroco aveva distribuito un opuscolo con il testamento spirituale del cardinale. I genitori del piccolo, da quel momento, cominciarono a chiederne l’intercessione, recitando la preghiera riportata nell’opuscolo. La madre aveva invitato anche altre persone ad unirsi alla richiesta. Due giorni dopo già si rilevarono i primi miglioramenti. Cinque giorni dopo il bambino era reattivo, lucido, con respirazione spontanea. Il 13 dicembre fu dimesso dall’ospedale. È stato ravvisato “il nesso causale tra l’invocazione e la guarigione rapida completa e duratura, non spiegabile scientificamente”.

La testimonianza dei tre nuovi Venerabili

Insieme a Pironio, come detto, il Papa ha riconosciuto le virtù eroiche del Servo di Dio Giuseppe Marrazzo, professo della Congregazione dei Rogazionisti. Pugliese, proveniente da una famiglia contadina, di lui si ricorda in particolare l’apostolato a Messina dove si dedicò in modo speciale alle confessioni seguendo il modello del cappuccino croato San Leopoldo Mandić.

La Serva di Dio Eliswa della Beata Vergine Maria (al secolo, Eliswa Vakayil), nata nel 1831 in Kerala (India), in una famiglia benestante di proprietari terrieri molto credenti. Da vedova scelse una vita di preghiera e solitudine, si dedicò alla cura dei poveri, visse in una semplice capanna. Nel 1862 insieme al carmelitano scalzo italiano padre Leopoldo Beccaro diede vita alla prima Congregazione locale del Kerala, le Suore Carmelitane Teresiane, dedite alla formazione delle ragazze povere ed orfane e all’assistenza di abbandonati e bisognosi. Con la sua attività, madre Eliswa contribuì alla promozione umana e intellettuale delle donne nel complesso contesto sociale e religioso dell’India a cavallo del XIX e XX secolo.

Maria Francesca Foresti è stata la fondatrice della Congregazione delle Suore Francescane Adoratrici. Nata nel 1898 a Bologna, fondò diversi movimenti e confraternite. Tentativi che non sempre andarono a buon fine. Nel 1919, condivise con Padre Pio l’idea di dedicarsi alla vita contemplativa, coltivando una particolare devozione per l’Eucarestia. Si dedicò all’educazione dei giovani tramite l’insegnamento del Catechismo, educando a una vita di obbedienza nel rispetto della libertà di ciascuno. La salute malferma, a causa di problemi cardiaci, la portò alla morte a 55 anni.

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