Debora Donnini – Città del Vaticano
“Ama chi dice all’altro: ‘Tu non puoi morire’”. In questa frase del filosofo e scrittore francese Gabriel Marcel, si racchiude tutta la sfida e l’intensità del libro “Sapore di famiglia”. La riporta nella Prefazione al libro, il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, che definisce la lettura del testo come “un grande aiuto per tutti”: dai giovani alle coppie mature. Per declinare il proprio amore con parametri diversi dalla “passione travolgente” e accettare invece la posta in gioco che è sottesa in tutto il libro e che risponde all’anelito più profondo dell’essere umano: quella del “per sempre”.
Gli autori del testo, pubblicato dalle Edizioni San Paolo nell’Anno “Famiglia Amoris laetitia”, sono i coniugi Emma Ciccarelli e Pier Marco Trulli, impegnati nell’associazionismo e nel sociale, che, sposati da quasi 30 anni, hanno quattro figli. Oggi Emma è vice presidente del Forum delle Associazioni Familiari e membro dell’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia mentre Pier Marco è manager in un gruppo bancario. Entrambi provengono e vivono intensamente l’esperienza cristiana e il loro lavoro vuol essere una testimonianza vissuta che ripercorre le tappe principale della loro vita fin da quando si conobbero.
Il “per sempre” nella cultura del provvisorio
Un testo che si dipana lunga la loro storia concreta e che è, dunque, una sfida a riscoprire la bellezza della famiglia, “a raggiungere traguardi insieme”, al diffondere quel “sapore di famiglia” che dà il titolo al libro. Quel sapore che, dice Emma Ciccarelli nell’intervista a Vatican News, è qualcosa di gustoso” perché la famiglia quando sta bene, è capace di “irradiare su tutta la comunità sociale il suo sapore”.
“La ricetta del ‘per sempre’, come sappiamo non esiste, ma ci sono alcuni aspetti importanti della vita di coppia”, scrivono i coniugi Trulli. Sono, ad esempio, il sapersi accogliere senza voler modificare l’altro, rispettarsi, riscoprire ogni giorno la novità dell’altro ma anche l’esperienza di fede e di rete di famiglie.
Una sfida non da poco quella del “per sempre”, in un mondo dove il pensiero più diffuso appare essere quello della cultura del provvisorio e dello scarto, specie di fronte a incomprensioni e difficoltà. Proprio di fronte a questa realtà, Emma Ciccarelli ricorda che ognuno nel profondo di sé stesso ha questo desiderio del “per sempre”: banalizzare e voler vivere alla giornata, è più una fuga, una paura, una forma di protezione dalle delusioni che l’altro può dare. Nel libro “ne parliamo facendo riferimento alla nostra vita, anche alle paure che avevamo quando ci siamo sposati perché è una grande responsabilità riuscire a portare avanti per tutta la vita una relazione d’amore”, afferma. L’esempio che viene offerto è quello di una piantina: per far crescere la vita di coppia bisogna prendersene cura, alimentarla, rinforzarla perché “la minaccia è sempre dietro la porta”. Nella vita di tanti amici – sottolinea – si è visto che quando ci sono difficoltà, litigi, il primo consiglio che viene dato è di lasciar perdere. “Chi te lo fa fare” e “Meglio soli che male accompagnati”, le frasi ricorrenti. Ma, segnala Emma Ciccarelli, “questa è la via più semplice”, non quella che porta alla felicità anche se “andare controcorrente non è facile”: è più faticoso anche se più appagante.
Rete di famiglie
Torna quindi sull’importanza anche di essere sostenuti da una rete di famiglie, come hanno sperimentato loro avendo fatto esperienza di comunità familiari. Un aiuto fondamentale per affrontare, ad esempio, le difficoltà educative, condividendo le paure, perché da soli è difficile farcela, come lei stessa ha visto come consulente familiare. Quando la famiglia è sola, infatti, non riesce a vedere prospettive, e a guardare oltre il proprio problema e c’è bisogno di trovare qualcuno disposto ad ascoltarti e a consigliarti. Centrale la condivisione fra coniugi di un’esperienza di fede in modo da poter pregare insieme e nei momenti bui poter affidare nelle mani del Signore i problemi come le malattie dei genitori, la gestione dei figli, le problematiche di salute.
Guardando con concretezza alla realtà italiana, segnata da una drammatica denatalità e parallelamente da un ambiente, sotto diverse angolazioni, non d’aiuto alla famiglia, la Ciccarelli sottolinea l’importanza di dare testimonianza della bellezza del “per sempre” ai giovani. Si dice, dunque, fiduciosa ma serve un cambio di passo soprattutto nella comunità degli adulti.
La santità della porta accanto
L’ultimo paragrafo dell’ultimo capitolo si intitola: “La famiglia, santità della porta accanto”. In proposito la Ciccarelli racconta di aver conosciuto tantissime famiglie che si dedicano a un figlio o a un coniuge con disabilità, a chi si prende cura degli anziani: l’amore fa scatenare tanti “atti di generosità” che non arrivano a essere sotto le luci della ribalta. L’auspicio, quindi, è che questo libro sia uno strumento che aiuti a stemperare le paure del futuro, di una relazione per tutta la vita proprio a partire dall’esperienza di Emma e Pier Marco fatta di gioie e difficoltà, sempre guardando avanti, e soprattutto, in fondo, di gratitudine per i doni e il sapore che proprio quel “per sempre” ha regalato loro.