Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Non volgere lo sguardo dall’altra parte vuol dire anche offrire strumenti semplici e pratici, quali una guida, a chi è in difficoltà. Oggi, presentando il manuale di quest’anno, Sant’Egidio ha illustrato alcuni dati sulle diverse forme di povertà – da quella economica alla relazionale, dalla povertà abitativa a quella sanitaria – emerse durante la pandemia ancora in corso. In Italia le persone bisognose sono un milione in più rispetto al recente passato e tra loro ci sono anche i cosiddetti “nuovi poveri”, individui che mai avrebbero pensato di dover ricorrere a dormitori o mense. La Comunità ha reso note le cifre della solidarietà messa in campo in tutta Italia, con particolare attenzione alla città di Roma, dove sono quasi un migliaio le persone a cui è stato trovato un letto e molte di più quelle bisognose di pacchi alimentari la cui richiesta, di fatto, è più che raddoppiata negli ultimi due anni.
Cos’è la Guida di Sant’Egidio
Pensato per chi dorme sotto le stelle, d’estate come d’inverno, e per coloro che non hanno da mangiare un pasto caldo, ma anche per chi non sa dove lavarsi, il volume fornisce in quasi trecento pagine tutti gli indirizzi utili per chi vive in strada, che in tempo di pandemia spesso sono cambiati viste le restrizioni più o meno messo in atto per evitare il contagio. Preziosi, oltre ai numeri di emergenza, i riferimenti di ambulatori medici, servizi medici itineranti, ambulatori pubblici, day hospital malattie infettive, case della salute e ospedali. Segnalati anche i centri di ascolto, di orientamento e di aiuto, compresi quelli parrocchiali, senza dimenticare i centri anti usura ed i servizi sociali e anagrafici. Il tutto con orari di apertura e contatti.
Un milione di poveri in più
“Il coronavirus ha avuto conseguenze economiche. Si calcola che dal tempo pre-covid a oggi un milione di italiani in più siano in condizioni di povertà assoluta. Parliamo di circa due milioni di famiglie, per un totale di oltre cinque milioni di persone, tra cui 1,3 milioni di minori. I nuovi poveri del Covid sono famiglie con figli minori e redditi insufficienti per i bisogni primari”. Lo ha affermato il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, nell’odierna conferenza stampa. “Questo perché – spiega – con le chiusure dovute all’emergenza sanitaria tanti hanno perso il lavoro e molti sono passati da una condizione di precariato a una condizione di estremo precariato”.
I pranzi di Natale
Era nell’aria, ma ora la notizia è ufficiale: tornano in presenza i “Pranzi di Natale”, promossi come ogni anno dalla Comunità di Sant’Egidio, ma sospesi lo scorso anno a causa delle restrizioni legate alla pandemia. “Una buona notizia – ha commentato Marco Impagliazzo – che implica comunque massima attenzione al distanziamento e a tutti gli accorgimenti anti contagio. Purtroppo non potranno essere i numeri del pre-Covid, ma – ha aggiunto – ci saranno anche tanti pacchi dono che accompagneranno il Natale. A Roma vogliamo raggiungere 20mila perosne e in Italia potremmo arrivare a 80mila”.
Come aiutare
“A Natale, ma non solo è importante volgere lo sguardo verso i poveri. Lanciamo un appello a tutti, perché è possibile dare una mano”. Conclude così l’intervista a Radio Vaticana – Vatican News Massimiliano Signifredi, della Comunità di Sant’Egidio, che esordisce parlando invece del manuale come di “una Guida Michelin per i poveri, perché le informazioni sono tante e utili, sono indicazioni che – precisa – cambiano di anno in anno, specie in tempo di pandemia”.
Stiamo parlando, Massimiliano, davvero di un punto di riferimento importante per chi vive in strada e per i cosiddetti nuovi poveri. Perché è uno strumento così prezioso per tante persone?
La Guida “DOVE mangiare, dormire, lavarsi”, che viene pubblicata ogni anno dalla Comunità di Sant’Egidio, è stata definita la Guida Michelin dei poveri perché in poche pagine condensa tante informazioni utili per persone che devono garantire il necessario a loro stessi. Anche quest’anno ci sono informazioni sulle mense, sui dormitori, sui luoghi dove lavarsi. Sono indicati centri di ascolto, anche parrocchiali. Possiamo dire che la Comunità di cui faccio parte realizza un’opera di tessitura di tutti quelli che sono gli indirizzi utili per le persone in necessità. Indicazioni che cambiano ogni anno, basti pensare che dall’inizio della pandemia abbiamo aperto nuovi posti letto. A Roma, ad esempio, la Chiesa del Buon Pastore a via della Lungara è stata aperta lo scorso inverno per l’emergenza freddo, ma non ha mai chiuso. Non ci sono periodi dell’anno dove la condizione di povertà estrema, rappresentata dall’assenza di una casa dove dormire, è accettabile. Ogni giorno è un’emergenza.
Il Papa ci chiede, spesso, di non abituarci. Combattere l’abitudine, dunque, vuol dire anche non abituarsi al dramma della pandemia, alla povertà, alla condizione di bisogno di tanti fratelli e sorelle. In che modo, durante questi due anni di pandemia, avete notato dei cambiamenti tra le persone che si rivolgono a voi, tra quelle che incontrate nelle strade?
La povertà è molto cresciuta in questi due anni. Sia nel primo periodo che ora, con una sorta di long Covid: le conseguenze sono nel carovita, nell’inflazione, nell’aumento dei prezzi dell’energia. La povertà cresce, ma le risposte spesso mancano. Occorre fermare l’inerzia, le ferite non sono ancora rimarginate. Le persone bussano alle nostre porte, è più che raddoppiato il numero di pasti e pacchi alimentari che noi distribuiamo nei nostri centri – a Roma erano tre, ora sono ventotto – e nel corso delle cene itineranti. Non bisogna abbassare la guardia, farsi vincere dalla cultura dell’indifferenza di cui il Papa parla spesso. Le povertà sono tante, non solo quella economica. Penso a quella relazionale, con la solitudine che diventa un’aggravante. C’è una povertà abitativa a cui si deve rispondere. Sant’Egidio ha aperto dalla pandemia 70 posti in più per persone che non avevano casa, e solo a Roma sono 900 le persone che l’hanno trovata anche grazie a tante Congregazioni religiose che ci offrono la possibilità di ospitare gratuitamente delle persone.
La Guida può essere uno strumento anche per mettere in moto la solidarietà di chi, magari, ha l’idea, più o meno remota, di dare una mano, ma non sa come farlo? Può diventare uno sprone anche per queste persone?
La Guida è utilizzata già molto da chi si occupa delle persone povere, dai volontari e da chi lavora nei servizi sociali. Non dobbiamo essere indifferenti davanti ai poveri, ma aiutare: lanciamo un appello a tutti i cittadini di accorgersi di loro, di fermarsi e segnalare. Inoltre, come ogni anno, abbiamo attivato il numero solidale 45586 che permette di donare 2 euro con un sms e 5 o 10 euro con una chiamata da rete fissa. Si tratta di un piccolo gesto, ma importante per non lasciare da soli, a Natale, i poveri.