In occasione, domenica 19 novembre, della settima Giornata Mondiale dei poveri, Francesco celebrerà la messa e pranzerà con gli indigenti. Il pensiero concreto del Pontefice ai bisognosi e alle vittime della guerra in Terra Santa. Carlo Santoro della Comunità di Trastevere: “I poveri sono i primi che accolgono sempre l’invito del Papa a pregare per lui, perché ne sentono la vicinanza e la grande comprensione”
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Non bisogna mai distogliere lo sguardo dal povero, da chi vive in situazioni di disagio e di grave difficoltà e che invece chiede di essere guardato e riconosciuto nella sua dignità. Era questa l’indicazione del messaggio di Francesco per la Giornata Mondiale dei poveri, dal tema, ripreso dal libro di Tobia, “Non distogliere lo sguardo dal povero”, messaggio con il quale il Papa allargava lo sguardo anche a coloro, i bambini per primi, che vivono il dramma della guerra. Per questo attraverso l’Elemosineria Apostolica il Papa si è ricordato, in modo molto concreto, in occasione della Giornata, dei bisognosi e delle vittime della guerra in Terra Santa.
I poveri di Palazzo Migliori
Quella di domani sarà la settima edizione della Giornata Mondiale dei Poveri, voluta da Francesco, come ricordava un comunicato del Dicastero per l’Evangelizzazione “per sollecitare la Chiesa a “uscire” dalle proprie mura per incontrare la povertà nelle molteplici accezioni in cui essa si manifesta nel mondo di oggi”. La Giornata quest’anno vede una più diretta partecipazione del Dicastero per il Servizio della Carità che organizzerà il pranzo con i poveri che si terrà in Aula Paolo VI al quale, come ogni anno prenderanno parte i poveri ed indigenti Seduto in una lunga tavolata, che condivideranno il cibo con il Papa e con i volontari che li accompagnano e che fanno parte delle tante realtà caritative che li assistono ogni giorno. La Comunità di Sant’Egidio sarà presente accompagnando circa 120 ospiti, una ventina dei quali provengono da Palazzo Migliori, ricovero per i senzatetto voluto dal Papa a pochi metri dal Vaticano, la cui gestione è affidata alla Comunità di Trastevere. “Noi siamo privilegiati – spiega Carlo Santoro che della struttura è il responsabile – quelli di Palazzo Migliori sono poveri in gran parte provenienti da piazza San Pietro che per anni ci hanno dormito, e quindi sono un po’ privilegiati perché sono proprio i vicini di casa del Papa e quindi ne sentono già da prima la vicinanza”.
Francesco insegna che i poveri sono maestri
Santoro, sempre presente ai pranzi della Giornata, può raccontare quanto il sentimento dei poveri nei confronti di Francesco sia di grande gratitudine. “Forse i poveri sono i primi che accolgono sempre l’invito del Papa a pregare per lui, proprio perché sentono a loro volta la vicinanza del Papa, la grande comprensione. Ogni volta che parlano con lui, raccontano anche la loro storia o lo mettono a parte di altre storie spesso molto molto difficili, che hanno avuto a che fare col carcere o con problemi di dipendenza o di alcolismo”. Ogni Giornata è vissuta come una festa, “in cui il Papa riesce a toccare le corde e il cuore di tutti i poveri e anche di tutti noi che siamo presenti e che i poveri li aiutiamo durante l’anno”. La stragrande maggioranza degli ospiti al pranzo, non ha mai visto il Papa così da vicino, loro nutrono, quindi, molte aspettative da questo incontro perché lo “sentono molto vicino per tutte le cose che dice, perché si sentono protetti da Papa Francesco”. E grande è anche l’aspettativa dei volontari, di tutti coloro che accompagnano i poveri alla messa e al pranzo, “perché il Papa – spiega Santoro – ci insegna quanto i poveri ci siano maestri, quanto meritino la nostra amicizia, la nostra compagnia e il nostro accompagnamento, e poi quanto questa vicinanza, questa amicizia, liberi ognuno di noi, le nostre vite, dalla solitudine”. Nessuno può salvarsi da solo, ha più volte indicato il Papa, e “chi accompagna il povero e dal povero è accompagnato” lo capisce benissimo.
Si guardi ai poveri come ad un familiare
Tutte le persone che saranno in San Pietro, domani, così come accaduto a chi lo ha vissuto negli anni passati, non dimenticheranno la Giornata e la porteranno con loro tutto l’anno. Così come tutti dovrebbero fare, perché per tutti, prosegue Santoro, “il Papa ha sempre delle parole in cui spiega quanto la vicinanza ai poveri, ovviamente, non sia solamente quella di un giorno, di una festa come quella di domani. In realtà l’invito del Papa è ad essere amici dei poveri ogni giorno. Lui ci mostra quanto è necessario per i cristiani, e non solo, essere familiari dei poveri non solo in maniera saltuaria, e quanto sia anche bello, e necessario, per ciascuno di noi essere amici dei poveri e mischiarsi assieme a loro”. Francesco invita, dunque, le realtà tutte ad accogliere i poveri a partire da domani e nei giorni successivi. L’importante, aggiunge Santoro, pensando anche al tema della Giornata, è “non voltarsi dall’altra parte”, come dice il Papa, “perché questo vuol dire indifferenza”. Tutti, quindi, sono invitati “a guardare in faccia chi è povero a comprenderlo, a capirlo e senza pregiudizi, a capire perché è povero, perché sta per strada e come fare per farlo uscire da questa situazione”. soprattutto, è la conclusione, tutti dovrebbero immedesimarsi, e pensare: “ma se io stasera non avessi un letto, una casa, una famiglia, qualcuno che mi accompagna, come starei per strada?”. Bisogna immedesimarsi nel povero come se fosse un nostro familiare, è questa una sfida per i cristiani “a trovare delle soluzioni adeguate e anzitutto mostrare vicinanza e comprensione senza pregiudizi”.