Un anno di eventi per ricordare la traslazione del corpo del grande padre della Chiesa dalla Sardegna, dove era stato portato anni dopo la morte in Africa, per volere del re longobardo Liutprando. Oggi, nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, l’esposizione delle spoglie mortali del santo, domani l’apertura solenne delle celebrazioni. Padre Baldoni: il vescovo di Ippona non è solo filosofo e teologo, ma uomo del cuore e dell’interiorità da riscoprire
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Letture dalle Confessioni, webinar, incontri letterari, mostre, liturgie, convegni, recital, concerti, eventi culturali: sono solo alcune delle iniziative pensate per celebrare il XIII centenario della traslazione del corpo di Sant’Agostino a Pavia che ricorre quest’anno. Le spoglie del grande padre della Chiesa si trovano nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro e oggi, 25 febbraio, vengono esposte alla venerazione dei fedeli al termine di una concelebrazione che ha inizio alle 18.30, a cui prendono parte monsignor Nicolas Lhernould, vescovo di Costantina e Ippona – diocesi, quest’ultima, che ebbe come pastore Sant’Agostino fra il IV e V secolo -, il vescovo di Pavia, monsignor Corrado Sanguineti, i vescovi agostiniani monsignor Luis Marín de San Martín, sottosegretario del Sinodo dei Vescovi, monsignor Domenico Berni e monsignor Giovanni Scanavino e il priore provinciale della Provincia Agostiniana d’Italia padre Giustino Casciano. Il centenario si apre il 26 febbraio, alle 11, con un solenne pontificale presieduto dal cardinale Angelo Bagnasco e la partecipazione dei vescovi delle diocesi attraversate dal corteo che scortò il corpo del santo da Genova – giunto dalla Sardegna dove era stato portato anni dopo la sepoltura in Africa – a Pavia. Nel pomeriggio, al Palazzo del Broletto, alle 17 viene, invece, inaugurata la mostra filatelica “Sant’Agostino a Pavia: milletrecento anni”. E ancora in San Pietro in Ciel d’Oro, il 28 febbraio, giorno in cui si celebra la memoria della traslazione, alle 18.30, si svolgerà una liturgia con la reposizione dell’urna con le ossa di Sant’Agostino nella cassetta argentea di età longobarda che un tempo le conservava.
La tomba di Sant’Agostino
Le spoglie di Sant’Agostino sono custodite in un reliquiario in vetro del XIX secolo, riposto dentro l’urna d’argento che originariamente le conteneva. Questa è collocata sotto un monumento marmoreo di epoca trecentesca, l’Arca di Sant’Agostino, ed è visibile attraverso una grata chiusa da quattro serrature differenti, le cui chiavi sono affidate al priore della comunità agostiniana di San Pietro in Ciel d’Oro, al vescovo e al sindaco di Pavia e al Capitolo della Cattedrale, a voler significare che il vescovo di Ippona è patrimonio di fede e cultura sia per le componenti ecclesiali che sociali della città. La tomba del vescovo di Ippona si trova nel presbiterio della basilica di San Pietro in Ciel d’Oro ed è una splendida opera d’arte di stile gotico, realizzata da maestri campionesi nel XIV secolo. Riccamente scolpita, racconta la vicenda umana del filosofo di Tagaste, la traslazione del corpo a Pavia, i miracoli che gli furono attribuiti. Bassorilievi, statue e svariate figure rappresentano, invece, fondamenti e simboli della fede cristiana, gli apostoli e ancora santi e personaggi che hanno avuto un legame con il padre della Chiesa. Nella parte centrale, attraverso arcate finemente decorate, si intravede Agostino sul letto di morte, volto alla vita eterna e all’incontro con Dio, al quale si apre la visione del paradiso.
Le reliquie del vescovo di Ippona dall’Africa all’Italia
Aurelio Agostino fu vescovo di Ippona, l’odierna Annaba in Algeria, per 34 anni e nella sua diocesi morì, all’età di 75 anni, il 28 agosto del 430. Il suo corpo venne traslato in Sardegna molto probabilmente quando il nord Africa venne conquistato dagli arabi, fra il VII secolo e gli inizi dell’VIII, perché si temeva che la sua tomba potesse essere profanata dai fedeli di Maometto. I resti mortali di Sant’Agostino sarebbero stati accolti a Cagliari. La cripta dell’antica chiesa in cui sarebbero stati venerati è inglobata nell’attuale Palazzo Accardo. Secondo la tradizione lo spazio vuoto dietro l’altare, verosimilmente un loculo, sarebbe il luogo in cui era stato riposto il corpo del grande padre della Chiesa, venduto poi a prezzo d’oro dai saraceni nell’VIII secolo al re longobardo Liutprando che lo volle custodire nella capitale del suo regno, Pavia. Scrive Beda il Venerabile: “Liutprando, venuto a sapere che i saraceni, oltre ad aver spopolato la Sardegna, avevano anche profanato quei luoghi dove in passato, a motivo dell’invasione barbarica, erano state traslate e custodite in modo degno le ossa di Sant’Agostino, diede disposizione che, pagando un’ingente somma, le si andasse a recuperare; le fece quindi trasferire a Pavia, dove fece costruire un sepolcro degno dell’onore dovuto a tanto padre”. Non si conosce la data esatta della traslazione, ma sulla base di alcune fonti si è scelto di identificarla nell’anno 723, quanto al giorno, con lo stesso criterio, è stato deciso di farne memoria il 28 febbraio. Liutprando, sovrano cattolico, avrebbe riscattato le spoglie di Agostino su consiglio del vescovo della diocesi di Pavia, Pietro, suo parente, anzitutto per sottrarle alle incursioni degli arabi e in secondo luogo per dare lustro alla capitale del suo regno che si sarebbe così fregiata della presenza di una eminente figura della cristianità. C’è chi presume che il presule volesse dar fama alla sua diocesi con le reliquie del più grande fra i dottori della Chiesa d’Occidente, accolte nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, come quella posseduta da Roma, che nella Basilica di San Pietro da secoli custodiva le reliquie del principe degli apostoli.
Il pastore, il mistico, l’uomo del cuore e dell’interiorità ancora da scoprire
Padre Antonio Baldoni, priore della comunità agostiniana della basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, spiega a Vatican News che tutte queste iniziative vogliono far conoscere di più Sant’Agostino alla gente, non solo a qualche addetto, per questo le proposte del XIII centenario della traslazione a Pavia delle sue reliquie sono variegate e includono incontri culturali, celebrazioni religiose, letture dalle Confessioni aperte a tutti, eventi musicali. Agostino è studiato molto anche dal punto di vista filosofico, ci è noto il suo pensiero ma lo si conosce meno come uomo di Dio, come padre della Chiesa, “quindi come colui che ci insegna i contenuti della nostra fede”, considera il priore della comunità agostiniana di San Pietro in Ciel d’Oro. Agostino va riscoperto come pastore, mistico, come colui che ha saputo testimoniare un grandissimo amore nei confronti di Dio, aggiunge Baldoni. “Agostino è soprattutto l’innamorato di Dio più che un intellettuale. L’hanno sviscerato in tutti i modi gli studiosi, ma manca la devozione a Sant’Agostino”. Persino a Pavia non tutti sanno che nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro ci sono le sue reliquie, osserva il religioso.
C’è un movimento culturale che si sviluppato, soprattutto dopo il “pellegrinaggio” di Benedetto XVI il 22 aprile del 2007, desideroso di “venerare le spoglie mortali di Sant’Agostino, per esprimere sia l’omaggio di tutta la Chiesa cattolica ad uno dei suoi ‘padri’ più grandi”, sia la sua “personale devozione e riconoscenza verso colui che tanta parte ha avuto” nella sua vita di teologo e di pastore, ma “prima ancora di uomo e di sacerdote”. Il vescovo di Ippona è stato per lo più proposto come un grande intellettuale e filosofo, meno come uomo perdutamente innamorato di Dio, che per Dio ha cambiato totalmente la sua vita, si è convertito radicalmente, nota padre Baldoni. Invece “Agostino è l’uomo del cuore, dell’interiorità”. Molti gruppi vengono nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro per vedere l’Arca di Sant’Agostino e in questi ultimi anni è cresciuto l’interesse per il vescovo di Ippona, ma, sottolinea padre Baldoni, c’è ancora da fare perché la città di Pavia si renda conto della perla preziosa, del tesoro di fede e spiritualità che custodisce. “A quanti vengono ad ammirare l’Arca di Sant’Agostino dico sempre che nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro non c’è solo un capolavoro d’arte – conclude il priore della comunità agostiniana – c’è anche un capolavoro della grazia di Dio, un uomo santo, un innamorato di Dio e anche un dottore della Chiesa”.
Alcuni eventi del XIII centenario agostiniano
Il ricco programma di appuntamenti per i 1300 anni dalla traslazione a Pavia delle reliquie del vescovo di Ippona è stato pensato dal Comitato Pavia Città di Sant’Agostino – fondato nel 2007 dal comune, dalla diocesi e dall’Ordine di Sant’Agostino, all’indomani della visita pastorale di Benedetto XVI -, allo scopo di valorizzare la figura del vescovo di Ippona “così moderna a distanza di tanti secoli, così capace di parlare in modo diretto all’uomo contemporaneo”. L’obiettivo è anche favorire una più larga conoscenza dei suoi scritti; “recuperare il dialogo culturale tra il suo pensiero e la città di Pavia”. Tra gli eventi più significativi del centenario si segnalano, dal 18 marzo al 25 aprile, la “Staffetta sul percorso delle spoglie del Santo da Cagliari a Pavia”, a cura dell’Associazione il Cammino di Sant’Agostino. Dal 23 al 25 aprile, nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, si terrà invece la festa dei laici agostiniani d’Italia; il 24 aprile, la festa della conversione di Sant’Agostino, con una Messa alle 18.30 e alle 21 il recital “I passi di Dio”, scritto dal priore della comunità agostiniana della basilica; il 26 aprile, il “Dibattito sull’attualità di Sant’Agostino” con il filosofo Massimo Cacciari e lo storico Franco Cardini previsto alle 17 nella Sala dell’Annunciata. Dal 23 ottobre al 13 novembre, è in progeamma l’“Itinerario speciale in Africa ‘Sui passi e sui luoghi di Agostino’”, una staffetta di tre settimane da Ippona a Cartagine; il 13 e 14 novembre, il convegno internazionale “Sant’Agostino d’Ippona a Pavia da 13 secoli: reliquie, eredità culturale e spirituale, attualità” che si svolgerà a Pavia e a Milano; il 13 novembre la festa della nascita di Sant’Agostino, nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro.