Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
“Quando viaggio, la porto. E dentro, cosa c’è? C’è il rasoio, c’è il breviario, c’è l’agenda, c’è un libro da leggere – ne ho portato uno su Santa Teresina di cui io sono devoto”. Papa Francesco ha pronunciato queste parole riferendosi alla propria borsa nera e rispondendo, nel 2013, ad una domanda durante la conferenza stampa nel volo di ritorno da Rio de Janeiro. La predilezione per la giovanissima Santa Carmelitana accompagna anche altri momenti del Pontificato. Durate una intervista, la giornalista della rivista Paris Match porge questa domanda al Papa: “Perché lei, che è argentino, ha una tale devozione verso una delle nostre sante più popolari, Teresa di Lisieux?”. Papa Francesco risponde: “È una delle sante che più ci parla della grazia di Dio e di come Dio si prenda cura di noi, ci prenda per mano e ci permetta di scalare agilmente la montagna della vita se solo ci abbandoniamo totalmente a lui, ci lasciamo ‘trasportare’ da lui”. La piccola Teresa aveva compreso, nella sua vita, che è l’amore, l’amore riconciliatore di Gesù, a muovere le membra della sua Chiesa. Questo mi insegna Teresa di Lisieux. Mi piacciono anche le sue parole contro lo ‘spirito di curiosità’ e le chiacchiere. A lei, che si è lasciata semplicemente sostenere e trasportare dalla mano del Signore, chiedo spesso di prendere nelle sue mani un problema che ho di fronte, una questione che non so come andrà a finire, un viaggio che devo affrontare. E le chiedo, se accetta di custodirlo e di farsene carico, di inviarmi come segno una rosa. Molte volte mi capita poi di riceverne una”…
Davanti alla statua di Santa Teresa
Nella vita di Papa Francesco la devozione per Teresa di Lisieux è una costante. Quando è arcivescovo di Buenos Aires, l’allora cardinale Bergoglio si reca a Roma per impegni legati al suo ministero. Ed è solito fermarsi per pregare nella piccola Chiesa di “Santa Maria Annunziata in Borgo”, a pochi passi dalla Basilica di San Pietro. I frati francescani dell’Immacolata, che hanno la custodia della Chiesa, cominciano a notare la presenza di questo sacerdote. Puntualmente, alle nove del mattino, si ferma a pregare con grande raccoglimento e devozione davanti alla statua di Santa Teresa di Gesù Bambino. Un giorno il frate addetto alla Sacrestia si avvicina per chiedere al devoto pellegrino chi fosse. La risposta è immediata: “Sono il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires”.
Una famiglia piena di fede
I suoi genitori, come li definiva Teresa di Lisieux, erano “degni più del cielo che della terra”. Sono stati proclamati Santi da Papa Francesco il 18 ottobre 2015. I coniugi Ludovico Martin e Maria Azelia Guérin, ha sottolineato il Pontefice durante l’omelia “hanno vissuto il servizio cristiano nella famiglia, costruendo giorno per giorno un ambiente pieno di fede e di amore”. “In questo clima sono germogliate le vocazioni delle figlie, tra cui santa Teresa di Gesù Bambino”.
Una donna, una giovane, una contemplativa
Thérèse Françoise Marie Martin nasce Alençon il 2 gennaio 1873 da una coppia di commercianti molto credenti, sposi e genitori esemplari. Entra nel Carmelo di Lisieux a soli 15 anni per uno speciale permesso di Papa Leone XIII. Il suo desiderio è quello di “salvare le anime” e, soprattutto, di “pregare in aiuto dei sacerdoti”. il nome assunto al momento della professione dei voti è suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo. Su suggerimento della superiora, inizia subito a tenere un diario. “Il 9 giugno, festa della Santissima Trinità, ho ricevuto la grazia – scrive nel 1895 – di capire più che mai quanto Gesù desideri essere amato”.
Dopo nove anni di vita religiosa, Teresa muore a soli 24 anni, il 30 settembre del 1897, a causa della tubercolosi. Muore pronunciando le semplici parole “Mio Dio, vi amo!” e guardando il Crocifisso che stringe nelle mani. Dopo la morte e la pubblicazione dei suoi scritti, diventa una delle sante più conosciute e amate. Nel 1923 viene beatificata da Papa Pio XI che la considera la “stella del suo Pontificato”. Il 17 maggio del 1925 viene proclamata santa. Nella celebrazione eucaristica Pio XI sottolinea che Teresa “avendo aggiunto al proprio nome quello del Bambino Gesù, ne espresse al vivo in sé stessa l’immagine; quindi si deve dire che chiunque venera Teresa, venera e loda il divino esempio”. Il 19 ottobre del 1997, nel centenario della sua morte, Santa Teresa di Lisieux viene proclamata dottore della Chiesa, Nell’omelia Giovanni Paolo II ricorda che “è una santa che resta giovane, nonostante il passare degli anni”. “Teresa di Lisieux non solo intuì e descrisse la profonda verità dell’Amore quale centro e cuore della Chiesa, ma la visse intensamente nella sua pur breve esistenza”.