Santa Sede e Cio ai leader del mondo: basta guerra, si scelga la fratellanza

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Lo riconosce anche il supremo organismo mondiale dello sport: c’è in corso sul pianeta una guerra a pezzi, come direbbe il Papa. “Una guerra mondiale combattuta in modo frammentato”, con più di 100 milioni di persone “costrette a fuggire dalle loro case”, con famiglie divise e “innumerevoli madri, padri, figli e figlie” che “vivono nella paura, senza poter praticare la propria fede, perseguire i propri sogni di una vita migliore o, addirittura, semplicemente praticare lo sport”.

Flagelli e solidarietà “potente”

Si apre con intensità l’appello a una voce intitolato “Seguire la via della pace” e sottoscritto dal Cio, il Comitato Olimpico Internazionale, per mano del suo presidente Thomas Bach, e da tre capi Dicasteri della Curia Romana, il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, il cardinale Kevin Farrell prefetto del Dicastero Laici, Famiglia e Vita e il cardinale Michael Czerny prefetto del Dicastero per lo Sviluppo Umano. Tema dell’appello – che segue l’udienza di Francesco al presidente del Cio di fine settembre scorso in occasione del Summit “Sport for All – è l’esortazione a ritrovare una concordia internazionale che la guerra in Ucraina e le altre crisi armate sparse sul globo hanno frantumato, assieme ad altri eventi a cominciare dalla pandemia.

“I flagelli della guerra, del cambiamento climatico e delle difficoltà economiche hanno portato dolore e sofferenza indicibili a milioni di persone in tutto il mondo”, si legge nel testo del comunicato. Una “tragedia umana” che quando il mondo “si sta ancora riprendendo da una pandemia globale che ci ha ricordato quanto tutti gli esseri umani possano essere vulnerabili”. Ma c’è un insegnamento che i firmatari mettono in luce, il “potente senso di solidarietà reciproca emerso dalla crisi sanitaria” sul quale può poggiare la risposta alle “numerose sfide che oggi minacciano l’umanità e il nostro pianeta”.

Lo sport, strumento inclusivo

Da qui l’appello ai leader mondiali “a cercare soluzioni giuste e pacifiche a tutte le controversie e i conflitti. Li invitiamo – chiedono i firmatari – a promuovere il dialogo, la comprensione e la fratellanza tra i popoli e a sostenere la dignità di ogni uomo, donna e bambino, specialmente dei poveri, degli emarginati e di coloro che soffrono a causa della violenza della guerra e dei conflitti armati”.

“Dio – conclude l’appello – vuole la pace e l’unità della nostra famiglia umana” e anche dallo sport arriva un insegnamento utile “per il bene di ogni nazione e di ogni popolo”. “I Giochi Olimpici e Paralimpici – si afferma nel testo dell’appello – sono un grande simbolo di questa unità, perché riuniscono individui e popoli in una sana competizione e incoraggiano il nostro mondo a vedere nella competizione atletica un’autentica via per la pace, fondata sulla disciplina personale e sull’impegno nel lavoro di squadra, alla ricerca dell’eccellenza”.