Oltre 100 rappresentanti delle Comunità di 25 Paesi africani hanno reso omaggio alle vittime dell’eccidio nazifascista. I partecipanti, a cui si è unita anche una delegazione di rifugiati ucraini, hanno lanciato un appello per la pace e contro ogni forma di violenza. Nelson Moda, dal Mozambico: “Volevamo dimostrare che siamo tutti sorelle e fratelli senza frontiere, in Africa anche in Europa”
Beatrice D’Ascenzi – Città del Vaticano
Onorare le vittime del passato per non dimenticare quelle del presente. Per questo oltre 100 rappresentanti delle Comunità di Sant’Egidio, tutti provenienti da 25 Paesi africani, oggi, 12 maggio, hanno reso omaggio alle Fosse Ardeatine, a Roma, i caduti della seconda guerra mondiale. Insieme ad una delegazione di rifugiati ucraini, hanno deposto fiori sulle tombe ospitate nel memoriale e sostato in silenzio per ricordare i morti di tutte le guerre. Un’azione fortemente simbolica, compiuta in uno dei luoghi simbolo del secondo conflitto mondiale in Italia, che rappresenta un appello per la pace e contro ogni forma di violenza.
L’importanza del ricordo
“Volevamo dimostrare che siamo tutti sorelle e fratelli senza frontiere, sia in Africa che in Europa. Violenza, guerra,antisemitismo e odio preoccupano tutti allo stesso modo”, racconta a Vatican News Nelson Moda, il responsabile delle Comunità di Sant’Egidio del Mozambico. Si tratta di un atto nato dalla volontà di mostrare una dimensione collettiva, spiega ancora, “avevamo l’opportunità di stare qui in questi giorni, in un convegno Pan-africano, con tanti Paesi dell’Africa insieme e non potevamo tornare senza commemorare questa tragica storia italiana, avvenuta nella capitale, dove 335 persone vennero uccise perché lottavano per la libertà. Volevamo ricordare questi nostri fratelli, uomini e donne, figli dello stesso padre. Non potevamo tornare senza presentare il nostro omaggio.”
Un cammino cristiano verso la pace
“Per noi – prosegue Mota – è stata un’opportunità per affermare il nostro desiderio di un mondo globale fatto di uomini e donne che vivono insieme come figli e figlie dello stesso padre”. Per questo i rappresentanti africani della Comunità di Sant’ Egidio hanno deciso di lanciare questo messaggio, perché, come descrive Nelson Moda, “una società senza memoria è condannata a ripetere la storia del passato”. A 80 anni dalla fine della seconda guerra mondiale la violenza non è stata vinta, “continuano episodi brutali, noi africani pensavamo che l’Europa fosse un continente di pace, ma la guerra in Ucraina ci dimostra che la pace è fragile e che deve essere un compito di tutti noi lavorare per mantenerla viva. Perché chi uccide un uomo è come se uccidesse Dio”. Ogni guerra ci tocca e nessuna deve essere considerata il conflitto di qualcun altro, conclude Moda. “La guerra in Ucraina è una tragedia anche per noi africani e lo scontro in Afghanistan è una guerra anche per gli europei, perché siamo la stessa famiglia umana”.