Giancarlo La Vella e Andrea De Angelis – Sanremo
Le onde dello splendido mare ligure si fondono con quelle di Radio Vaticana per dare voce al primo Festival di Musica Cristiana, Sanremo 2022. La capitale della musica italiana è protagonista di una staffetta tra il neonato evento, ideato dal direttore artistico, il cantautore Fabrizio Venturi, e lo storico appuntamento all’Ariston, giunto alla 72ma edizione. Prende dunque il via una tre giorni a Villa Santa Clotilde – Opera don Orione che vedrà 24 artisti in gara, aperta dalla Santa Messa celebrata da don Michele Madonna e dalla benedizione di monsignor Antonio Suetta, vescovo della Diocesi di Ventimiglia Sanremo. Venturi sottolinea quanto sia importante il dialogo tra generi musicali, perché, spiega, “la musica non ha confini”.
Quale progetto è alla base di questo Festival?
Un’emozione incontenibile, il progetto è Dio. Parlare a nostro Signore attraverso lo strumento più potente che abbiamo, quello della musica.
La musica deve aiutare a dialogare, a Sanremo e ovunque. Qual è la forza di questa forma d’arte?
La musica non la fermi, è come l’aria. Quando i messaggi sono espressi sotto questa forma, in chiave musicale, rimane per sempre. Nei secoli. Basta volgere lo sguardo indietro nel tempo, è l’espressione più antica dell’universo.
Ventiquattro artisti in gara, c’è qualche storia particolare da segnalare, senza fare i nomi?
Sì, tra di loro c’è un’artista che ha provocato Dio, a suo dire, per arrivare a lui. Lo desiderava, lo voleva. Ha fatto cose indicibili, il Signore ha ascoltato il suo grido. Quest’uomo era un tossicodipendente, adesso è una persona bellissima, scrive testi magnifici. Lo fa nella forma che preferisce, quella del rap.
Questo Festival dove vuole arrivare?
Secondo me è sia un punto di partenza che di arrivo. Volgiamo lo sguardo ai prossimi anni, ma già ora siamo riusciti a mettere al centro la musica cristiana. Sono state scritte canzoni per gli sportivi, gli animali e per mille altri destinatari, non mi dite che Dio è meno importante…
L’obiettivo è di far dialogare la musica cristiana con gli altri generi?
Certamente! La musica è musica, non ha confini. L’importante è che abbia un linguaggio consono al voler dire, che trasmetta un messaggio. Per me non c’è quella bella o quella brutta, ma c’è quella fatta bene e quella di cui invece non si può dire altrettanto. La musica cristiana è una Lode al Signore, in questo periodo di pandemia la parola amore dove la destini? A tutti! Ora più che mai è necessario capire che c’è questa fune dal cielo che può sostenermi. La mano di Dio.
Il Festival nasce nella città della musica, Sanremo…
Assolutamente, Sanremo è la capitale della musica! Vivere la prima edizione qui, in questa ideale staffetta con l’Ariston, è la cosa più bella che possa esistere.