Chiesa Cattolica – Italiana

Sandri: anche i vescovi della Siria uniti in preghiera il 25 marzo

Gabriella Ceraso – Città del Vaticano 

Si sono conclusi ieri a Damasco in Siria i tre giorni di lavori della conferenza dal titolo “Chiesa, Casa della Carità – Sinodalità e coordinamento”, organizzati dalla Congregazioni per le Chiese orientali con la partecipazione dei rappresentanti di tutte le circoscrizioni cattoliche della Siria, insieme ai delegati delle Agenzie della Roaco, alcuni rappresentanti dei Dicasteri della Curia Romana, con il coordinamento della nunziatura apostolica a Damasco. In tutto circa 250 i presenti.

La voce delle Caritas e delle Agenzie presenti in Siria

Negli ultimi due giorni l’attenzione si è spostata sull’ascolto degli interventi di Caritas Siria, Caritas Internationalis e di diverse Agenzie in particolare dell’Onu impegnate nel Paese, sul ruolo dell’azione caritativa della Chiesa che dà voce a chi non ha voce, cooperando e mettendosi in ascolto della realtà locale. A portare il loro saluto mercoledì 17 marzo anche il ministro della Cooperazione, che ha messo in evidenza l’importanza di una assistenza inclusiva che cerchi di raggiungere anche le persone bisognose in aree non direttamente sotto controllo governativo,. Analogo il saluto del direttore della Mezzaluna Rossa che ha sottolineato come non ci siano differenze di trattamento tra cristiani e musulmani, ma si attui un lavoro comune per tutti tenendo conto che i cristiani sono qui dalle origini e costituiscono l’essenza del Paese. Un saluto da parte del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e del degretario per i Rapporti con gli Stati monsignor Paul Richard Gallagher,è stato portato da monsignor Marco Formica, officiale della Sezione per i Rapporti con gli Stati, che ha spiegato all’assemblea il lavoro diplomatico della Santa Sede e la grande attenzione che si è sempre mantenuta sulla Siria in questi anni, come pure la promozione di una fraternità tra cristiani e musulmani come indicati dal Documento sulla Fratellanza umana sottoscritto ad Abu Dhabi da Francesco nel 2019. 

Ai lavori del 17 marzo invece, oltre al segretario della Roaco, monsignor Kuriakose Cherupuzhatthottathil, e ai delegati di diverse agenzie anche europee presenti in Siria, la parola è andata al cardinale prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali Leonardo Sandri, con un intervento tecnico sulle raccomandazioni derivanti dal Diritto Comune e dalla esigenza di una retta amministrazione delle circoscrizioni ecclesiastiche anche al fine di garantire la credibilità dell’interlocutore all’atto di presentare progetti di aiuto o sviluppo.

Il cardinale Sandri tra alcuni dei partecipanti alla Conferenza di Damasco

Progetti e proposte dalla Chiesa e dai laici

Infine è stata la volta di alcune testimonianze provenienti dalla Chiesa in Siria per rendere tutti consapevoli di come sia possibile vivere la vocazione di essere comunità cristiana nel Paese. Da parte di un giovane di Aleppo, anche la presentazione di una piattaforma interattiva di registrazione “Hope Center” dei progetti di aiuto, con la possibilità di allegare la documentazione e la rendicontazione, ma soprattutto di mettere in contatto diretto donatori e beneficiari: è stato espresso grande apprezzamento per una realizzazione informatica esclusivamente curata da giovani siriani, che le Agenzie della ROACO e lo stesso Dicastero Orientale potrebbero prendere a modello per estendere un analogo sistema di collegamento ed informazione. 

Si è dato dunque spazio ad un momento in cui i partecipanti potessero elaborare delle proposte, anzitutto per individuare le priorità, tra le quali certamente quella dei ragazzi e della situazione lavorativa, oltre che delle abitazioni per le giovani famiglie in particolare. Nel pomeriggio, prima della celebrazione liturgica, si è proseguito nelle attività di sintesi e proposta. Va ricordato che la Congregazione per le Chiese Orientali, come annunciato dal cardinale Prefetto al termine del suo intervento della mattina, ha messo a disposizione a nome di Papa Francesco una somma iniziale di 100 mila dollari per finanziare alcuni progetti che vengano elaborati in modo sinodale tra le Chiese al termine della Conferenza. Come pure è stato espresso l’auspicio che si crei un organismo analogo al Segretariato di Solidarietà attivo in Terra Santa per il coordinamento dell’azione caritativa delle Chiese in Siria.

Il cardinale Sandri a Damasco

Sandri: edifichiamo insieme la Chiesa casa della carità

La giornata e la Conferenza si sono concluse con la celebrazione della Divina Liturgia presieduta dal patriarca Youssef Absi nella Cattedrale greco-melkita di Damasco: l’omelia, a causa della partenza anticipata della Delegazione della Santa Sede con il cardinale Sandri dovuta al maltempo, è stata letta dal nunzio apostolico il cardinale Zenari. Al centro, la pagina del Vangelo della Trasfigurazione: sul Monte Tabor come a Damasco in questi giorni – ha scritto il cardinale Sandri, si è fatta esperienza della vicinanza e della prossimità di Dio quando siamo nel dubbio e nel buio delle “nubi” ; e poi si è sperimentata l’importanza dell’ascolto reciproco. Ora – la conclusione – “si tratta di fare tesoro di quanto sperimentato in questi giorni, perché abbiamo sentito la Chiesa come casa della carità. Ora spetta a ciascuno di noi continuare ad accoglierla come dono di Dio al suo popolo e contribuire ad edificarla, stringendoci a Cristo Pietra viva. Lo possiamo e lo dobbiamo fare insieme, come popolo che cammina lungo le strade della storia, insieme a tutti i nostri fratelli e sorelle nella fede e nell’umanità”.

25 marzo: in preghiera anche la Siria

Non è mancato, nell’omelia del cardinale Sandri, il richiamo anche al prossimo 25 marzo e all’atto di consacrazione che il Papa farà alla Madonna della Russia e dell’Ucraina. Che la guerra si fermi, come avvenne, almeno per i colpi più duri, nel lontano settembre 2013, quando Francesco pregò per la pace in Siria. “Così speriamo accada il prossimo 25 marzo, quando tutti i Vescovi insieme al Papa, e invito anche i vescovi della Siria a farlo, consacreranno l’Ucraina e la Russia al Cuore Immacolato di Maria. Diceva Papa Francesco: ‘Possiamo uscire da questa spirale di dolore e di morte? Possiamo imparare di nuovo a camminare e percorrere le vie della pace? Invocando l’aiuto di Dio, sotto lo sguardo della Madre di Dio, voglio rispondere: Sì, è possibile per tutti!’ “.

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