Marina Tomarro – Città del Vaticano
Attraversare in un mese l’Italia a bordo di una fiammante Harley-Davidson, partendo da Cervia e facendo tappa in varie località della penisola, da Lignano Sabbiadoro a Torino, da Livorno, a Pescara, fino a toccare la punta dello stivale, fino a Crotone e oltre lo stretto, per giungere fino a Catania,e poi tornare a Roma. È stata questa l’avventura della Route21 Chromosome on the Road, promossa dall’Associazione Diversa-Mente di Verona, e giunta alla sua settima edizione. Protagonisti, insieme ai motociclisti, anche sette ragazzi con la Sindrome di Down, che hanno viaggiato con loro.
Un viaggio pieno di incontri e nuove amicizie
“La Route nasce per una sorta di scommessa personale – racconta Gian Piero Papasodero, ideatore della Route21 e vicepresidente di Diversa-Mente – Volevo infatti far vivere a questi ragazzi una situazione che li portasse fuori dal loro ordinario e vedere come avrebbero reagito. Ho pensato alla mia grande passione per i viaggi in moto. Ho deciso di portarli con me. All’inizio sembrava una follia, e invece la sorpresa è stata che loro si sono integrati perfettamente con lo spirito di un viaggio così particolare, tanto che siamo giunti alla settima edizione”. Durante il percorso i ragazzi si alternano ogni cinque giorni e si gestiscono in maniera autonoma, dal loro bagaglio alle tappe a cui desiderano partecipare, in modo che possano davvero godersi questa esperienza come farebbero i loro coetanei. “A quell’età – spiega l’ideatore della Route 21 – il viaggio deve rappresentare una scoperta e un’avventura continua, che ti aiuta a crescere e ad acquistare più determinazione ed autonomia”. In ogni tappa la carovana della Route 21 è stata accolta sempre con calore e affetto. “In ogni città in cui siamo giunti – continua Papasodero – abbiamo fatto degli incontri indimenticabili. Chi apre le porte alla nostra iniziativa lo fa con tutto il cuore e ce lo dimostra cercando di farci sentire a casa. E questo è davvero molto importante non solo per noi ma anche per tutte le famiglie di questi ragazzi, che in qualche modo rappresentiamo.”
L’atteso incontro con Papa Francesco
Questo viaggio si è concluso a Roma proprio con il desiderato incontro con Papa Francesco. “E’ la seconda volta che riusciamo ad incontrare il Papa al termine della Route – spiega il vicepresidente di Diversa-mente – e per noi è una grande gioia poiché vuol dire che quello che facciamo con i ragazzi è nella direzione giusta, anche perché vogliamo essere per le loro famiglie un aiuto concreto non un peso in più”. L’associazione Diversa-mente, infatti cerca di supportare le famiglie di questi ragazzi aiutandoli anche nell’inserimento in percorsi lavorativi. “I disabili hanno bisogno di essere inseriti nella società nella maniera più completa possibile. – sottolinea Papasodero – Le associazioni dedicate a loro devono cercare di inquadrare le attitudini che hanno e aiutarli a trovare il loro posto nel tessuto sociale. D’altro canto le istituzioni devono impegnarsi affinchè questi ragazzi possano fare ciò che desiderano, cioè lavorare e guadagnare il giusto per poter vivere in maniera dignitosa”.