Chiesa Cattolica – Italiana

Roaco, Sandri: gocce di aiuto nell’oceano del bisogno

di Nicola Gori

Ventilatori polmonari, kit di analisi, materiale per la prevenzione e il contenimento dei contagi in Israele, Palestina, Libano, Iraq, Etiopia, Eritrea, Turchia e Ucraina, per un totale di 19 progetti e più di mezzo milione di euro stanziati direttamente dalla Congregazione per le Chiese orientali (Cec). A questi si aggiungono altri 298 progetti in 22 Paesi grazie all’attività di coordinamento e informazione realizzata dalla segreteria della Riunione opere di aiuto Chiese orientali (Roaco), per un totale di oltre nove milioni di euro. Sono i dati presentati dal cardinale prefetto Leonardo Sandri, stamane, martedì 22 giugno, nella prolusione per la 94ª assemblea plenaria della Roaco, che si svolge a Roma nella casa Bonus Pastor fino al 24.

Riguardo alle strumentazioni sanitarie, si tratta di aiuti concessi attraverso il Fondo di emergenza Cec, nell’anno 2020, per andare incontro ai problemi e alle difficoltà economiche creati dalla pandemia da covid-19. È uno strumento di pronto intervento sorto attingendo alla riserva del Fondo Terra Santa per garantire alcuni stanziamenti. Si tratta, ha aggiunto, di una «goccia nell’oceano del bisogno, ma pur sempre un prezioso sollievo per molti fratelli e sorelle».

Il porporato ha ricordato gli aiuti che erano stati presentati a Papa Francesco al termine degli auguri natalizi alla Curia Romana. Molte le richieste che giungono al Dicastero. Dall’India, ha detto il prefetto, in particolare da due ospedali cattolici a New Delhi e a Trichur, arriva «il grido di aiuto per impianti di ossigeno per i malati di covid la cui crescita nel Paese come sappiamo è salita vertiginosamente nell’ultimo periodo». La pandemia, «realtà ancora ben lontana dall’essere debellata in molti dei Paesi di competenza del Dicastero, ha certamente segnato l’anno 2020, impedendo il nostro consueto ritrovo di giugno, ma non ha fermato, anzi ha accresciuto la carità e la solidarietà concreta». Infatti, ha fatto notare, «siamo stati capaci di forzare alcuni limiti statutari, intervenendo nelle emergenze che di solito sono gestiti da organismi quali la Caritas».

Purtroppo, è l’analisi del cardinale, non c’è stata soltanto la pandemia in questo anno: «Il 4 agosto, sulle nostre televisioni e cellulari è rimbalzato l’eco della terribile esplosione nel porto di Beirut, segnando ulteriormente un Paese già in ginocchio per la crisi sociale, l’immobilismo di una politica aggravato da divisioni interne dei diversi schieramenti, dai ricatti opposti delle potenze regionali, come pure a volte da una testimonianza ecclesiale autenticamente evangelica non sempre all’altezza». Pochi mesi prima, ha ricordato il prefetto, c’è stata l’iniziativa del Papa «per garantire borse di studio a diversi studenti, specie quelli delle piccole scuole ancora aperte nei villaggi». Più in generale, la pandemia ha rallentato alcune dinamiche della Chiesa in Libano: «Alcuni ordini religiosi hanno rinviato la celebrazione dei capitoli generali, come pure sono stati quantomeno ritardati i Sinodi delle Chiese patriarcali». Riguardo alla Siria, il cardinale ha aggiunto, che «urge iniziare la ricostruzione, ma lo scacchiere internazionale è ancora bloccato, mentre la gente ha fame». Riguardo alla situazione in Terra Santa, Palestina, Israele e Giordania, il cardinale ha fatto riferimento a due punti particolari: lo stato dell’American University of Madaba, e quello della Bethlehem University. Nel 2020, la Colletta di Terra Santa, ha sottolineato, «ha dimezzato nettamente la propria raccolta, fattore che preoccupa e che nel tempo chiederà di ridimensionare i sussidi ordinari e straordinari e il sistema delle borse di studio».

Desta preoccupazione, ha aggiunto il prefetto, la situazione in Etiopia a causa del conflitto nella regione del Tigray: «le lacerazioni del tessuto interno sono forti». Sandri ha poi annunciato che il prossimo ottobre si celebrerà la sessione plenaria del Dicastero e il convegno per il 25° anniversario dell’Istruzione Il Padre incomprensibile sull’applicazione delle prescrizioni liturgiche del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali.

Precedentemente, il cardinale Sandri aveva presieduto la celebrazione eucaristica, nella quale aveva spiegato che «dobbiamo sempre vivere l’esperienza della Roaco come un momento di stupore e di umiltà, confidando anzitutto nel Signore e nella sua vicinanza prima che sulle nostre forze, progetti e intraprendenza». Del resto, aveva aggiunto, «Dio ci chiama a servirlo ogni giorno e ad essere collaboratori della sua opera di salvezza prestando il nostro aiuto alla vita delle Chiese cattoliche orientali». La loro esistenza, pur nelle mutate condizioni del tempo, «è tanto più preziosa quanto più siamo consapevoli che da quelle terre è venuta a noi, due millenni fa, la Parola che è fonte di vita».

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