L’arciprete della Basilica Vaticana ha presieduto un momento liturgico presso l’Altare della Confessione, dove giovedì scorso un uomo emotivamente alterato era salito dopo essersi spogliato chiedendo di salvare i bambini dell’Ucraina
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Un rito penitenziale per riconoscere il peccato e le strutture di peccato che condizionano “i cuori e le menti delle persone ma anche dei popoli” e chiedere perdono a Dio: questo è stato il momento liturgico celebrato dal cardinale Mauro Gambetti sabato 3 giugno, a mezzogiorno, nella Basilica di San Pietro, in seguito a quanto accaduto giovedì sera: un uomo di nazionalità polacca, in stato emotivo alterato, si è avvicinato all’Altare della Confessione, si è spogliato rapidamente ed è saltato sopra il piano di marmo. Sulla sua schiena una scritta: “Save children of Ukraine”, salvate i bambini dell’Ucraina.
Il peccato alimenta le guerre
Davanti all’altare spoglio, alla presenza dei canonici del Capitolo di San Pietro, dopo una breve introduzione, si è svolta la liturgia della Parola, poi il cardinale Gambetti, arciprete della Basilica, ha pronunciato una riflessione. “È la struttura di peccato di cui parlava Giovanni Paolo II, che alimenta la guerra, le guerre” ha detto, quella “struttura di peccato che abita nelle nostre società ormai sempre più abituate a considerare l’individuo” come qualcuno “che con noi non è detto che abbia qualcosa a che vedere o a che fare”. “È questa struttura di peccato anche – ha proseguito – che provoca in una persona che magari non si sente ascoltata, che vuole richiamare l’attenzione sulle povertà del mondo, come le situazioni in cui i bambini dell’Ucraina vivono, che spinge una persona per farsi forse ascoltare a compiere un gesto inappropriato, veramente spiacevole qui, all’Altare della Confessione, come è avvenuto l’altro giorno”. Quindi il cardinale Gambetti ha chiesto perdono a Dio per i peccati degli uomini: “Siamo qui per dire al Signore: ‘Riconosciamo che queste strutture di peccato condizionano l’agire personale e l’agire della società’ e ‘Signore, ti chiediamo perdono. Purificaci. Purificaci’”.
I gesti liturgici per la vestizione dell’altare
La liturgia è proseguita con la recita del Credo, quindi si è proceduto all’aspersione con acqua benedetta e alla vestizione – con la tovaglia, i ceri, la croce e dei fiori – dell’altare, che è stato poi incensato. Il cardinale Gambetti ha poi invitato i presenti a recitare il Padre nostro e ha terminato il rito con la benedizione. Infine è stato cantato la Salve Regina.