Chiesa Cattolica – Italiana

Riconosciute le virtù eroiche di suor Lucia, l’ultima pastorella di Fatima

La custode del “terzo segreto” diventa Venerabile insieme ad altri quattro Servi di Dio. Francesco, che in agosto sarà nel Santuario di Fatima, ha autorizzato la promulgazione del Decreto. Riconosciuto anche il martirio di dieci sacerdoti e dieci laici dell’arcidiocesi di Siviglia uccisi durante la guerra civile spagnola nel 1936: saranno proclamati Beati

Michele Raviart – Città del Vaticano

Suor Lucia dos Santos, una dei tre pastorelli di Fatima, è Venerabile. Papa Francesco ha ricevuto stamane il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, autorizzando la promulgazione del Decreto che riconosce le virtù eroiche della religiosa. Insieme a lei diventano Venerabili altri quattro Servi di Dio. Riconosciuto anche il martirio di dieci sacerdoti e dieci laici dell’arcidiocesi di Siviglia, uccisi in odio alla fede durante la guerra civile spagnola del 1936 e che saranno quindi proclamati Beati.

La custode del “Terzo segreto”

Nata ad Aljustrel il 28 marzo 1907, suor Lucia ebbe nel 2017 una serie di apparizioni della Vergine Maria nella Cova de Iria, a Fatima, in Portogallo, assieme ai due cugini Francesco e Giacinta Marto. Dopo la morte prematura dei suoi cugini, scomparsi pochi anni dopo a causa dell’influenza spagnola e canonizzati da Papa Francesco nel 2017, suor Lucia rimase l’unica custode del messaggio affidatole dalla Madonna, che trascrisse, su impulso del vescovo di Leiria, José Alves Correia da Silvia in quattro documenti tra il 1935 e il 1941. Un altro scritto, datato 1944, conteneva la terza parte, il cosiddetto “terzo segreto”, e fu spedito a Roma, aperto per la prima volta nel 1960 e non divulgato da San Giovanni XXIII e da San Paolo VI. Fu San Giovanni Paolo II, particolarmente devoto alla Madonna di Fatima, a rendere noto il segreto nel 2000.

Eccezionalità e ordinarietà

Suor Lucia visse con impegno la custodia del messaggio mariano per tutta la sua lunga vita, prima nel collegio delle Suore dorotee di Vilar, poi come carmelitana a Coimbra, dove morì il 13 febbraio del 2005. La distinzione fra la sua vita e le apparizioni, si legge nel Decreto, “è difficile anche perché molte delle sue sofferenze si dovettero imputare a queste: venne sempre tenuta nascosta, protetta, custodita. Si evince in lei tutta la fatica di tenere insieme l’eccezionalità degli avvenimenti di cui fu spettatrice e l’ordinarietà di una vita monastica come quella del Carmelo”. Il 13 maggio 1967 suor Lucia si recò a Fatima per incontrare san Paolo VI. Lo stesso fece con san Giovanni Paolo II il 13 maggio 1982, quando il Pontefice offrì alla Madonna uno dei proiettili dell’attentato di cui fu vittima l’anno prima, e poi ancora il 13 maggio 1991 e il 13 maggio 2000. Dopo la morte di suor Lucia anche Benedetto XVI si recò a Fatima nel 2010 e Papa Francesco nel 2017. Lo stesso Pontefice si recherà presso il Santuario il prossimo 5 agosto, come tappa del suo viaggio a Lisbona per la Giornata mondiale della gioventù.

Venti martiri della guerra civile spagnola a Sivigilia

Il Decreto odierno riconosce anche 20 martiri della fede durante la guerra civile spagnola del 1936. Tra di essi c’è don Manuel González-Serna Rodríguez, nato a Siviglia nel 1880 e nominato parroco nella vicina Constantina nel 1911. Arrestato nella notte del 19 luglio 1936 dai miliziani repubblicani, fu giustiziato in sacrestia quattro giorni dopo. In quell’estate del 1936, all’inizio della guerra civile spagnola, altri 9 sacerdoti e 10 furono uccisi a Siviglia e nei dintorni, spesso dopo un arresto e senza processo, nel clima di persecuzione che i repubblicani instaurarono verso chiunque si professasse membro della Chiesa cattolica. Don Mariano Caballero Rubio vide bruciare la sua parrocchia a Huelva prima dell’arresto, il seminarista Enrique Palacios Monrabà fu arrestato e ucciso insieme a suo padre a 19 anni. Tra i martiri anche un avvocato, un farmacista, membri del consiglio parrocchiale e un fattorino delle monache clarisse, che viveva con la mamma vedova nei pressi del monastero.

Gli altri quattro nuovi venerabili

Con Suor Lucia diventano Venerabili il salesiano brasiliano Antônio de Almeida Lustosa, arcivescovo di Fortaleza morto nel 1974, “convinto – come si legge nella biografia sul sito del Dicastero delle Cause dei Santi – che la prima evangelizzazione consiste nel ridare dignità alle persone e alle famiglie più povere”. Fu anche saggista, scienziato e artista. Il sacerdote veneziano Antonio Pagani, teologo francescano al Concilio di Trento, promotore del laicato cattolico e fondatore dei Fratelli della Croce e della Società delle Suore Dimesse nel 1579.  Suor Mary Lange, che lasciò la natìa Cuba per gli Stati Uniti a causa delle discriminazioni razziali e nel 1829 fondò la Congregazione delle Sorelle Oblate della Provvidenza a Baltimora, dedicato all’educazione scolastica. Infine la suora vincenziana Anna Cantalupo, che a Catania si dedico all’assistenza degli infermi poveri, in particolare verso gli orfani di guerra organizzando l’assistenza spirituale per i soldati della Seconda Guerra Mondiale che transitavano per la città siciliana.

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