Chiesa Cattolica – Italiana

Repubblica Democratica del Congo. Ancora sangue nell’est del Paese

Emanuela Campanile – Città del Vaticano.

Il primo settembre un gruppo di uomini armati ha teso un’imboscata a un convoglio diretto verso Provincia del Nord Kivu. La notizia è stata riferita all’Agenzia Fides dall’Ong congolese CEPADHO.  Gli aggressori hanno approfittato delle cattive condizioni stradali per bloccare il convoglio di circa 100 veicoli scortati da soldati delle Forze armate della Repubblica Democratica del Congo e da caschi blu della MONUSCO (Missione ONU nella RDC)” Secondo il comunicato pervenuto a Fides, sono 4 le vittime e 20 i civili dispersi.

La fuga dei civili

E sempre questa settimana militanti armati di machete e bastoni hanno ucciso almeno 30 abitanti di un villaggio nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, Lo hanno riferito alcuni testimoni del luogo all’agenzia Reuters. I combattenti – presunti membri delle Forze Democratiche Alleate (ADF) di ispirazione islamica – hanno fatto irruzione a Makutano, a nord della città di Oicha nella provincia del Nord Kivu, all’inizio di sabato, hanno dichiarato i funzionari. “È una devastazione totale. La gente sta fuggendo dappertutto”, le parole di Christophe Munyanderu del gruppo congolese per il rispetto dei diritti umani.

Le accusa all’ADF

Nessun gruppo ha immediatamente rivendicato la responsabilità del raid. L’ADF, che si è formato nella vicina Uganda e dice di essere alleato dello Stato Islamico, raramente fa dichiarazioni pubbliche. Un portavoce dell’esercito ha detto che le forze stavano sgomberando l’area “mentre aspettiamo che vengano prese altre misure”. Le autorità congolesi e i gruppi per i diritti hanno accusato l’ADF – Forze Democratiche Alleate, di ispirazione islamica – di aver ucciso centinaia di civili in apparente ritorsione per le offensive dell’esercito contro di loro dalla fine del 2019. Secondo le Nazioni Unite hanno detto che gli attacchi dei militanti possono costituire crimini di guerra, e il mese scorso gli Stati Uniti hanno inviato una dozzina di truppe delle forze speciali nella zona per valutare le capacità “anti-terrorismo” dell’esercito.

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