Isabella Piro – Città del Vaticano
Negli ultimi quattro mesi diversi luoghi di culto della diocesi di Mbuji-Mayi, nella Repubblica democratica del Congo, sono stati colpiti da numerosi atti di vandalismo, profanazione e furti di oggetti sacri. Il 1.mo agosto, inoltre, la residenza dell’arcivescovo di Kinshasa, il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, è stata vandalizzata da alcuni giovani che hanno intonato slogan offensivi e lanciato pietre. A motivare le tensioni ci sono le elezioni presidenziali del 2023 e la riorganizzazione della Commissione elettorale indipendente che il governo cerca di gestire a proprio favore, mentre la Chiesa la invoca come libera e rappresentante di tutta la società.
La storia della Chiesa nella RDC
Dopo una visita di solidarietà al cardinale Ambongo, dunque, i politici cattolici congolesi hanno condannato fermamente quanto accaduto, affermando di aver appreso le notizie “con sgomento” e “con grande preoccupazione”, tanto più che “da tempi immemori, i principi della Chiesa hanno contribuito alla nascita della Repubblica democratica del Congo”. A tal proposito, i leader cattolici hanno ricordato “il ruolo svolto dal cardinale Malula nell’emancipazione dell’élite congolese nella sua lotta per l’indipendenza o il suo impegno contro i periodi dittatoriali che il nostro Paese ha vissuto dal 1960”. Considerato uno dei padri fondatori della Chiesa di Kinshasa, della quale fu nominato arcivescovo nel 1964, il cardinale Joseph-Albert Malula, visse il periodo di tensione tra Stato e Chiesa dovuto alla politica dell’autenticità del presidente Mobutu Sese Seko. Nonostante ciò, rilanciò la formazione della Chiesa congolese, focalizzandosi sulla formazione dei laici e delle comunità di base, nella consapevolezza che il Vangelo deve entrare nel cuore delle culture autoctone, secondo i dettami del Concilio.
L’appello dei leader cattolici
“La sua opera di emancipazione e lotta contro la dittatura – hanno ricordato ancora i politici cattolici nella loro dichiarazione – è proseguita nell’intera nazione con e sotto la guida dei nostri vescovi, dei nostri sacerdoti e dei nostri fedeli”. E tale impegno “è portato avanti tuttora dal successore del cardinale Malula alla sede di Kinshasa, ovvero il cardinale Ambongo”. Al contempo, i leader hanno sottolineato che “secondo il suo ruolo profetico, la Chiesa denuncia gli eccessi della società, mentre indica la via da seguire”.
“È deplorevole – si legge ancora nella dichiarazione – notare che la Chiesa cattolica subisce la profanazione e la distruzione di luoghi sacri solo perché ha svolto questa missione profetica attraverso i suoi Pastori, con giustizia ed equità.” Di qui, l’appello dei politici cattolici agli inquirenti affinché “compiano il loro dovere, arrestando i colpevoli che hanno operato alla luce del sole”. L’invito è anche a “mantenere la calma, proteggere il patrimonio ecclesiale così come l’onore e la dignità dei nostri Padri nella fede, dando loro il nostro immancabile sostegno sotto tutti i punti di vista”. “Che la Beata Vergine Maria – hanno concluso i leader cattolici – continui ad intercedere per l’Arcidiocesi di Kinshasa, per la Chiesa cattolica nella Repubblica democratica del Congo e per tutto il nostro Paese”.